Ragusa: nuovo protocollo per la caccia al cinghiale nel parco dell'Irminio


giovedì 15 ottobre 2009
    
L'assessore provinciale all'Ambiente Salvo Mallia ha definito un protocollo d'intesa per la gestione dei cinghiali nella Riserva naturale Macchia foresta del fiume Irminio. Nelle intenzioni dell'assessore c'è quella di risolvere nel modo più rapido possibile l'emergenza cinghiali grazie alla partecipazione diretta delle associazioni venatorie e delle istituzioni locali. I cacciatori verranno coinvolti nelle operazioni, coordinate dalla direzione delle riserve naturali.

“Questa specie – afferma l’assessore - si è talmente ben adattata all’ambiente della riserva dell’Irminio da moltiplicarsi e procreare in modo eccessivo e di conseguenza per sopravvivere, ha iniziato a invadere i campi e mangiare i raccolti, causando gravi danni alle proprietà private. La proliferazione incontrollata di questi ugulati, potrebbe, a breve, diventare un problema di pubblica incolumità, perché temo una progressione negativa del comportamento di questi mammiferi nei confronti delle persone, diventando così un’emergenza. Il protocollo d’intesa che andremo a sottoscrivere impegnerà ogni ente aderente a collaborare con la Provincia, ognuno per le proprie competenze, per cercare di contenere e, possibilmente, risolvere la criticità in questione”.

1 commenti finora...

Re:Ragusa: nuovo protocollo per la caccia al cinghiale nel parco dell'Irminio

E' molto triste che in Sicilia ci siano di questi problemi. Intendiamoci, il coinvolgimento delle doppiette è cosa buona e giusta. Tuttavia, ci si dovrebbe interrogare sulla provenienza di questi selvatici, che non sono autoctoni e creano problemi, non solo alle colture, ma anche all'altra fauna. Credo di non sbagliare affermando che anche il corpo Forestale - almeno in alcune zone dell'isola - abbia precise responsabilità, con certe "evasioni" di ungulati da recinti evidentemente non invalicabili. Analogo discorso può farsi coi fagiani, selvaggina degnissima, ma nei suoi luoghi d'origine. La mia isola, purtroppo, si è "toscanizzata", nel senso che ha preso a modello realtà continentali che non le si addicono. E pensare che ancora esiste la selvaggina vera... Poca, ma che non puzza di mangimi e di stalletto, selezionatasi nel corso degli anni a vivere in un ambiente difficile e splendido. Ora, ahinoi, non solo deve vedersela con l'abbandono dei campi o la loro coltivazione di rapina, ma perfino con le specie alloctone incautamente immesse dagli uomini. Ecco una battaglia genuinamente "ambientalista" che il mondo venatorio dovrebbe combattere! Ma, il mondo venatorio, ne ha consapevolezza? Dubito, e sono molto triste...

da felice modica 15/10/2009 20.17