Face. No ai divieti


martedì 7 dicembre 2021
    

 
Passare al divieto di caccia nel 10% dell'UE è considerato ingiustificato dagli Stati membri. Dopo un anno di intense discussioni con gli Stati membri, una proposta avanzata dalla Commissione europea per un divieto generale di caccia (e pesca) in una nuova categoria di aree strettamente protette che coprono il 10% del territorio dell'UE è stata considerata una misura ingiustificata per fermare perdita di biodiversità.
 
Il documento finale, in cui è stato rimosso il "divieto di caccia", è pubblicato online. La prima bozza della Commissione Europea metteva la caccia (e la pesca) nella stessa categoria dell'attività mineraria, ritenendo queste attività incompatibili con le aree strettamente protette. Ciò ha creato reazioni in molte parti d'Europa, inclusi molti membri del Parlamento europeo. L'obiettivo di questo lavoro nell'ambito della Strategia sulla biodiversità per il 2030 era preservare l'integrità delle aree ad alta biodiversità con particolare attenzione agli ecosistemi ricchi di carbonio come le torbiere e i boschi primordiali. Un segno positivo che la politica dell'UE non considera più separati  il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, ma  intrinsecamente collegati. È importante sottolineare che la caccia non interferirà con i processi naturali di questi tipi di habitat.
 
Al contrario, gli sforzi di conservazione dei cacciatori sono importanti nella gestione delle aree protette e sono fondamentali per garantire il sostegno a livello di comunità e gli sforzi di conservazione a livello locale. Questo recente lavoro sulle aree strettamente protette trae origine dalla Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030, che prevede una rete coerente di aree protette che copra il 30% dell'UE, di cui il 10% sarà sotto stretta protezione. I criteri e gli orientamenti non sono vincolanti e mirano ad aiutare gli Stati membri a rispettare l'impegno politico. Il prossimo passo sarà che gli Stati membri si impegnino per gli obiettivi del 30% e del 10% utilizzando le reti di aree protette esistenti o, se necessario, nuove designazioni. Qualunque cosa accada, le migliori possibilità di successo saranno raggiunte integrando esplicitamente le popolazioni locali nella conservazione dei siti. L'esperienza globale delle aree protette ha mostrato che il livello di protezione non è il fattore chiave per fermare la perdita di biodiversità, ma piuttosto il coinvolgimento delle popolazioni locali e il mantenimento dei benefici culturali e di sostentamento. Il presidente di FACE, Torbjörn Larsson, ha dichiarato: “Siamo molto lieti che abbia prevalso il buon senso e che non vi sia alcun divieto generale di caccia in questa nuova categoria di aree strettamente protette. FACE si è attivamente opposto al divieto ingiustificato della caccia, sottolineando che i cacciatori svolgono un ruolo chiave nella gestione delle aree protette in Europa”.
 
Ringraziando i membri di FACE per aver discusso attivamente di questo problema a livello nazionale, Torbjörn Larsson ha aggiunto: "Questo dimostra quanto sia importante per i 7 milioni di cacciatori europei lavorare insieme". I cacciatori europei svolgono un ruolo chiave nella conservazione su base comunitaria e nella gestione delle aree protette.

6 commenti finora...

Re:Face. No ai divieti

In Italia siamo oltre il 30% in alcune regioni come la Campania siamo circa a oltre il 50%. Il 30% di cui si parla sopra non credo si riferisca per ogni paese Europeo ma all'intero continente per cui bisognerà vedere come hanno intenzione di orientarsi. Io credo che maggiormente le aree protette dovranno essere assegnate la dove i selvatici da penna si riproducono le famose aree di nidificazione, in quanto credo che per quelli stanziali da quanto si evince sul campo non ci sono problemi. Salutiamo

da jamesin 09/12/2021 14.44

Re:Face. No ai divieti

Vedrete che,grazie anche al totale disinteresse dee associazioni venatorie nostrane, questa decisione, sarà motivo per ulteriori restrizioni, ed ulteriori oasi da istituire; e nessuno oserà dire bbau, che andrebbero eliminate tutte le riserve, tutte le bandite e tutte le oasi esistenti in Italia, per poi imporre il 30 per cento del territorio, ma lo faranno? O piuttosto a ciò che già preesiste, aggiungeranno l'ulteriore 30 per cento?

da Gaspare 09/12/2021 12.33

Re:Face. No ai divieti

Se mettono il 30% di aree protette in Italia non ci rimane altro che zone urbanizzate, strade e poco altro. Percio' si potra' solo cacciare in aree protette e questo spiega perche' chiuderanno a tutte le specie che non sono quantificabili o monitorabili e quindi prelevabili con dati alla mano. Per il resto mi trovo d' accordo con Andrea. Dalle mie parti vogliono far eun Parco Nazionale con una stazione sciistica che uno degli esempi piu' eclatnati di scempio ecologico e sfruttamento senza rispetto per la natura! Dovete vedere cosa lasciano in giro nelle stradine tra terrificanti pallazzi di cemento armato il solo giorno dopo Capodanno...raba da far accapponare la pelle. Non parliamo del resto.

da Flagg 08/12/2021 17.24

Re:Face. No ai divieti

COPIO E INCOLLO ...L'esperienza globale delle aree protette ha mostrato che il livello di protezione non è il fattore chiave per fermare la perdita di biodiversità, ma piuttosto il coinvolgimento delle popolazioni locali e il mantenimento dei benefici culturali e di sostentamento.--------------------------------------------------------------------------------------------- Io ho sempre pensato e detto che non servono ne i parchi ne le aree contigue, serve sicuramente che le aree protette vengano date in mano alle popolazioni locali dei vari comuni che insistono sui territori rurali in modo che ogni comunità tramite anche la cooperazione degli agricoltori i cacciatori, pescatori, appassionati per la raccolta funghi e tartufi possano esplicare le loro passioni pagando le varie tasse direttamente ai comuni che laddove esiste territorio effettivamente da proteggere lo si farà con cognizioni di causa senza danneggiare ne territorio ne selvatici e ne chi del territorio ne usufruisce. O forse non è così. Salutiamo

da jamesin 07/12/2021 14.51

Re:Face. No ai divieti

Verissimo Andrea. Aggiungerei, che al vertice di tutto questo ci stanno due mostri che tutti tendono (tendiamo?) a dimenticare. Il primo è il problema demografico. Siamo più di sette miliardi tendenti a nove entro il secolo, mentre la nostra piccola terra è stata "progettata" (come sembra abbia detto il nostro ministro dell'ambiente) per tre miliardi. Il secondo, ancora più pericoloso del primo, è il modello di sviluppo, basato sul consumo, esagerato, che rischia di far fallire anche questo bisbiglio di coscienza che teoricamente e pomposamente ci invita a cambiare rapporto fra noi e la terra, oltre che con tutti i nostri cospecifici che vivono in Africa e in Asia. Se vivessimo e consumassimo come loro, di sicuro la terra respirebbe un po' meglio e noi con lei.

da Gaio 07/12/2021 14.35

Re:Face. No ai divieti

Con la biodiversità ci sciacquiamo tutti la bocca, senza dire che il maggior nemico della stessa è il turismo, poi viene l’industria manifatturiera e l’agricoltura, che fanno a gara per il secondo gradino del podio. Però nessuno parla di quello che sta sul primo gradino, con l’indifferenza di governi, istituzioni, popolazioni locali comprese. Solo per la montagna qualcuno ha provato a criticare, ma io non più letto niente in merito, forse mi è sfuggito il dibattito. Chissà come mai …. E’ più facile additare la colpa della perdita alla caccia. Sono meno i praticanti, producono meno reddito, le persone che ci vivono sono meno degli altri, ecc. ecc.

da Andrea, operatore faunistico. 07/12/2021 13.51