FACE scrive al Governo inglese: no a nuovi divieti per i trofei di caccia


martedì 25 febbraio 2020
    

 
Il governo britannico sta pensando di vietare l'importazione dei trofei di caccia. Il tutto in considerazione di un considerevole incremento di questo tipo di caccia da parte dei britannici negli ultimi dieci anni. Il provvedimento al vaglio del Governo, però, sembra non avere alcun fondamento scientifico, ma sarebbe basato sul sentimento di contrarietà da parte degli inglesi verso la caccia grossa africana.

Per questi motivi il Presidente della FACE, Torbjörn Larsson e il Presidente della British Association for Shooting and Conservation (BASC), Eoghan Cameron, hanno scritto al Governo affinché mantengano le normative esistenti concordate a livello internazionale relative ai controlli sull'importazione e l'esportazione dei trofei di caccia.

“Desideriamo sottolineare che la caccia ben regolata favorisce la conservazione delle specie; supporta il ripristino dell'habitat e avvantaggia le economie e le comunità locali”. Nella lettera si cita IUCN, che – scrivono Larsson e Cameron – ha fornito ampie prove scientifiche del valore della caccia ai trofei per la conservazione  delle specie e degli ecosistemi minacciati in tutto il mondo. Questi studi e materiali dimostrano che la caccia, inclusa la cosiddetta "caccia ai trofei", offre benefici alle specie cacciate, conserva una grande quantità di terra per l'habitat della fauna selvatica, finanzia direttamente gli sforzi anti-bracconaggio, incoraggia la partecipazione della comunità locale alla conservazione, sostiene i mezzi di sussistenza e contribuisce in modo significativo alle economie rurali. A causa di questi benefici, molte specie stanno andando molto bene in paesi come quelli dell'Africa meridionale che abbracciano la caccia come forma di uso sostenibile.

Di contro, maggiori restrizioni commerciali o divieti da parte del Regno Unito rischierebbero di ridurre questi benefici. Secondo la FACE una tale decisione dovrebbe essere sostenuta da prove, non dalle emozioni. "L'opposizione morale alla caccia o le opinioni male informate secondo cui la caccia non è etica sono irrilevanti per la gestione pratica della fauna selvatica" scrivono nella lettera.


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