FRANCIA. IN OCCITANIA I CACCIATORI SI ORGANIZZANO


martedì 26 giugno 2018
    

 
I 150.000 cacciatori e la rete associativa composta da 8000 associazioni di caccia locali federate in 13 federazioni di caccia sono messe bene trattate in Occitania. Il suo presidente Carole Delga con il sostegno dell'Assessore regionale alla caccia e pesca Ferdinand Jaoul sostiene gli operatori della caccia e della pesca. E' un impegno che risale alla fusione nel 2015 tra le ex regioni della Linguadoca-Roussillon e Midi-Pirenei. La nuova regione occitana si è organizzata per lo sviluppo dell'agricoltura e delle aree rurali. Eccezionalmente in Francia, un primo piano di sviluppo economico per la caccia e la pesca è stato appena votato dal Consiglio regionale il 13 aprile 2018. Questo dispositivo, annunciato in diverse occasioni da parte del Presidente della Regione e delegato per la caccia e la pesca, consente alla regione occitana di mobilitare 1,3 milioni di € ogni anno per incoraggiare i pescatori e cacciatori nelle loro azioni a favore della natura, delle aree rurali e a tutela ambientale. Presieduta dal presidente Serge Casteran, la nuova Federazione regionale dei cacciatori occitani fungerà da relé per molte operazioni che contribuiscono agli obiettivi della regione: - Conservazione degli habitat naturali e delle specie: riapertura e costituzione di ambienti  per i tetraonidi, l'attuazione di flora e colture per favorire la presenza di  fauna selvatica, siepi e azioni di protezione delle specie patrimonio come la gallina prataiola, progetti di inventario e conservazione delle zone umide, monitoraggio dei corridoi ecologici sulle infrastrutture,   per il mantenimento della biodiversità nei vigneti e nelle aree agricole, supporto per la gestione delle sovrappopolazioni. E ancora: sviluppo di attività socio-economiche nei territori, come la delocalizzazione delle popolazioni di camosci nelle gole del Tarn ai fini dello sviluppo del turismo, implementazioni di celle frigorifere per la nascita di canali locali di commercializzazione delle carni di animali selvatici, lo sviluppo del turismo venatorio, gli investimenti per la sicurezza e l'accesso concertato  con organizzazioni di attività all'aria aperta ... - Educazione ambientale e sviluppo sostenibile: sostegno alla costruzione di centri di formazione per la licenza di caccia; sviluppo di centri di animazione della natura guidati da federazioni di cacciatori, attività di educazione alla natura con le scuole e appassionati in genere. I programmi sono stati presentati presso la sede delle Federazioni di cacciatori occitane presso il Salone dei Cacciatori Grande Sud, che ha aperto 25 maggio 2018 a Tolosa.


5 commenti finora...

Re:FRANCIA. IN OCCITANIA I CACCIATORI SI ORGANIZZANO

I cacciatori francesi,come trattamento sono Uguali ai cacciatori italiani|||

da Fucino Cane 26/06/2018 20.48

Re:FRANCIA. IN OCCITANIA I CACCIATORI SI ORGANIZZANO

Le cose da fare noi le diciamo ed in Francia le applicano. Bisognerebbe avere il fegato di acciaio per avere a che fare con certa gente.

da jamesin 26/06/2018 18.12

Re:FRANCIA. IN OCCITANIA I CACCIATORI SI ORGANIZZANO

france--la diversita degli altri si rispetta hanno uno statuto piu legato alla tradizione ho dei colleghi cacciatori che vogliono sapere dove si lanciano i fagiani e poi a fine caccia donano due euro o detto due euro e giusto che la caccia in italia va alla rovina

da lory 59 26/06/2018 17.34

Re:FRANCIA. IN OCCITANIA I CACCIATORI SI ORGANIZZANO

i cacciatori francesi sono la peggior sottospecie di schifo vivente,involuti, da rigetto.

da Francè 26/06/2018 16.57

Re:FRANCIA. IN OCCITANIA I CACCIATORI SI ORGANIZZANO

Lo dico sempre io. Bisogna prendere esempio dalla Francia. Saranno anche dei puzzoni, ma le cose le sanno fare. Sono anni che ci passano sopra la testa milioni e milioni di euro della vituperata EU senza che noi si sia stati in grado di intercettarne uno. A questo punto mi viene il dubbio che qualcuno abbia stretto accordi coi nostri competitor. E penso soprattutto alle nostre associazioni venatorie più radicaleggianti, quelle che hanno avuto rappresentanti di peso anche a Bruxelles. Possibile che non ci sia stato uno, dico uno, dei nostri dirigenti che abbia "suggerito" di rischiare qualche decina di migliaia di euro per elaborare un progetto finanziabile con i milioni di euro del contribuente europeo? Perchè invece di inseguire improbabili fringuelleidi (legittime a mio parere) non ci siamo adoperati per acquisire alla faccia dell'opinione pubblica quell'aura di salvatore del patrimonio naturale che non ci sarebbe costato niente e invece - come dimostrano anche queste ultime eseprienze francesi - avrebbe contribuito a rimpinguare le nostre esangui casse e a far avvicinare alla nostra attività quei giovani preparati e di buone speranze che ci mancano??? Perchè le associazioni ambientaliste fiancheggiatrici (e non c'è solo l'Ekoclub) languono nel dimenticatoio, utilizzate solo per rappresentarci - quando va bene - negli ATC?

da Ucci-ucci 26/06/2018 15.27