Friuli Venezia Giulia. Approvato in Consiglio regionale il ddl 220


martedì 4 luglio 2017
    

Attraverso il suo Presidente Regionale Paolo Viezzi, la Federcaccia Friuli Venezia Giulia informa che il Consiglio Regionale ha, con consenso trasversale, approvato il disegno di legge sulla caccia, accogliendo buona parte delle richieste che il mondo venatorio aveva avanzato alla Presidente Debora Serracchiani nell’incontro avvenuto a Pozzuolo del Friuli nell’autunno dell’anno scorso.
“Nonostante rimangano ancora da risolvere diversi punti, anche significativi, legati alla governance – fa sapere Viezzi – il giudizio dell’Associazione, che rappresenta il 70% dei cacciatori della Regione, sui lavori del Consiglio è positivo.

In breve gli aspetti positivi:
1) libertà d'immissione del fagiano adulto;
2) eliminazione del divieto d'uso del segugio entro 1 km dalle aree protette;
3) possibilità di caccia tradizionale anche su terreni coperti da neve in zona faunistica;
4) divieto di controlli da parte della vigilanza sui tesserini a tavolino. Potranno solo durante la caccia;
5) eliminazione del limite di 5 soli colombacci;
6) ampliamento periodo di caccia al cinghiale di selezione e dell'orario
7) divieto di sanzionare il cacciatore che si reca a caccia prima e dopo l'orario consentito se con fucile scarico ed in custodia.


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Re:Friuli Venezia Giulia. Approvato in Consiglio regionale il ddl 220

A seguito delle immancabili polemiche apparse sulla stampa locale, espresse dagli anticaccia e riferite ad alcune delle più importanti modifiche alla legge regionale sulla caccia, approvate venerdì scorso in Consiglio Regionale, risulta opportuno fare alcune precisazioni. Innanzitutto le norme oggetto di contestazione, risultano essere proprio le più importanti del testo normativo, depositate dal consigliere regionale Mara Piccin (FI), da sempre vicina al mondo venatorio friulano: il testo normativo che prevede l’intervento delle Riserve nelle attività di recupero e abbattimento dei soli capi ungulati gravemente feriti causa sinistro stradale, è stato ripreso dai contenuti del protocollo d’intesa stipulato in tal senso tra la Prefettura e l’ex Provincia di Udine, che recava medesime disposizioni; l’affidamento dei capi investiti e poi abbattuti, alle Riserve di caccia, è giusto e doveroso (così come avviene nei vicini Veneto Trentino), in quanto sono le Riserve che gestiscono le popolazioni faunistiche presenti sul territorio, inoltre, le stesse, sono dotate di strutture adeguate per trattare e verificare la salubrità delle carni, grazie anche alla recente istituzione dei macelli per la fauna selvatica, esigenza mutuata direttamente dalla normativa comunitaria. Per quanto riguarda il numero dei 25 colombacci prelevabili giornalmente (sono sempre stati solo 5 in Friuli Venezia Giulia), si sappia che tale cifra corrisponde esattamente al quantitativo prelevabile per la selvaggina migratoria, indicato dallo stesso I.S.P.R.A., nei confronti di una specie cacciabile e in costante aumento a livello europeo e nazionale, altresì foriera di danni all’agricoltura, soprattutto a carico delle coltivazioni di soia e girasole. La norma che dispone poi, quando elevare il verbale a seguito di violazioni evincibili dagli obblighi di annotazione sul tesserino regionale, non limita affatto gli organi di vigilanza venatoria a effettuare i controlli

da Letto e postato da Piero N. 06/07/2017 15.50