Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino


martedì 7 giugno 2016
    

caccia e cucina C'è anche la fauna selvatica tra le risorse su cui partire per il rilancio dell'economia degli Appennini in base ad una piattaforma lanciata da Slow Food. Un appunto sull'associazione fondata da Carlin Petrini, che si occupa di valorizzare il territorio attraverso le tipicità gastronomiche locali, occorre farlo. Non è una delle tante non profit italiane. E' stata capace di fare, oltre che dire. Suo il merito del ritorno alla ribalta di tantissimi prodotti quasi dimenticati. Gestisce e approva i migliori prodotti italiani, è in stata in grado di uscire dal nostro piccolo Paese ed esportare il concetto di prodotto di qualità in tutto il mondo, arrivando perfino a condizionare la Casa Bianca su stili di vita più consapevoli e rispettosi delle tradizioni.
 
Tornando all'Appennino, tutto è partito nel 2013 con la convocazione delle Comunità locali in Emilia Romagna.  A Marzo nel 2014 in Umbria è stato presentato il Manifesto con il quale si è inteso rilanciare la riscossa dell'Appennino, in termini di rinascita sociale ed economica dell'agricoltura e delle tradizioni. Infine nel 2015 c'è stata la convocazione degli Stati generali delle comunità dell'Appennino, che hanno visto la creazione di diversi gruppi tematici: Agricoltura, ambiente e paesaggio, Turismo sostenibile e infrastrutture, Ricerca e innovazione, Reti sociali, culturali e relazioni territoriali.

La fauna selvatica rientra a pieno titolo tra le tante risorse da valorizzare, in termini di carne ecosostenibile e ad impatto zero. Potrebbe essere servita nei ristoranti locali e nei negozi con il marchio di indicazione geografica tipica, il che corrisponde perfettamente a tutti i presupposti dei prodotti lanciati e protetti da slow food, che incentiva il consumo delle tipicità a km zero a condizione che rispettino l'ambiente e le tradizioni del posto.

Ciò che si legge nel documento programmatico di Slow Food, condiviso da Ministero dell'Ambiente, Parco delle Foreste Casentinesi, comunità locali e Regioni (Umbria Toscana, Emilia Romagna) corrisponde in effetti alle numerose riforme avviate in Italia sul fronte ungulati. Anzitutto Slow Food parla di una profonda revisione delle normative che regolano la caccia per agevolare l'avvio della filiera. Ma pensa anche ad un’indennità che compensi gli agricoltori per il costante fattore di rischio in cui si trovano, al rafforzamento delle sensibilità ambientali dei cacciatori, al miglioramento della legge 394 sui Parchi che consenta non l’intervento dei Parchi solo a riparare danni conclamanti, ma la prevenzione del danno attraverso rilevazioni e riequilibri specifici; infine anche alla formazione e valorizzazione di figure professionali che gestiscano la fauna selvatica, capaci di lavorare con i pianificatori delle risorse forestali e di quelle agricole.

“Come avviene per i raccoglitori di funghi, anche la presenza di cacciatori si traduce in risorsa economica per le popolazioni residenti (ricezione turistica e in generale utilizzo delle attività commerciali del territorio) - scrive Slow Food nel manifesto - tuttavia, a differenza di quel caso, in questo momento le attività venatorie non si sposano quasi mai alla corretta gestione delle risorse e solo in alcuni Paesi europei ed extraeuropei si coinvolgono i cacciatori in attività ambientalmente rilevanti”.




8 commenti finora...

Re:Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino

Ancora poco tempo e a voi tricolore ex bandiera rossa ci penseranno i 5 a lisciarvi il pelo. Roma è il banco di prova più evidente.

da JJ 08/06/2016 17.16

Re:Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino

Umbro si intravede un'altra bella porcata ad opera degli animalari con il beneplacito degli alleati una/unica "amici" dei cacciatori.

da Addio per sempre appennino 08/06/2016 14.47

Re:Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino

Dal parco toscoemiliamo giù giù fino a roccaraso col parco della laga a detra e sinistra è un susseguirsi di parchi. Se poi scendiamo più in giù in campania non hanno più territorio, basilicata solo con il pollino se la sono quasi giocata, in calabria con l’aspromonte tirreno jonio senza considerarne altri anche li si son presi quasi tutto. Ma per favore. Ben che vada in qualche parco FORSE cacceranno i selecontrollori no i generici. Ma queste c@@@ chi te le ha messe in testa? Dici che non sei più giovanissimo ma tu credi ancora alla befana!!! Dai uno sguardo qui poi vedi . /www.google.it/maps/@41.9274963,14.7017957,9z/data=!5m1!1e4 Questi sono i più estesi ma se controlli bene sono evidenziati anche quelli più piccoli. NB. sono escluse tutte le altre piccole e grandi porcate tipo afv,atv, zrc,zac zps,sic,recinti divieti vari, ecc…ecc..

da Umbro 07/06/2016 21.12

Re:Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino

In Abruzzo è chiuso all'attività venatoria il 99% del territorio appenninico...poi devo leggere queste cazzate di slow food di km zero...MA ADDO'????

da wp 07/06/2016 17.33

Re:Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino

Umbro, ma di cosa stai parlando? In Toscana, ma più o meno anche in Umbria, l'Appennino è "cacciabile". Se ci stanno i cinghialai, i selettori, ci possono stare anche i migratoristi. Semmai è questione di accordi (mancati) fra le diverse categorie. E qui, dipende da noi, che diamo credito a questa o a quella associazione venatoria, a questo o a quel partito politico (legittimamente). Se c'è una cosa che non ho mai visto, e c'ho qualche anno, ormai, è una società di assicurazione che tutela gli interessi dei cacciatori. Di qualsiasi genere siano. Semmai, fra cacciatori e società assicurative si creano fior di conflitti, quando c'è da riscuotere un risarcimento. Spero non sia il tuo caso, e che tu sia iscritto a una qualche associazione venatoria. Ma, come sai, in democrazia conta anche il numero, non solo l'idea. Che per avere credito deve convincere la maggioranza.

da Contatore 07/06/2016 16.46

Re:Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino

X Leggi-- Questa storia l’hanno fatta bere a te a me no di certo. L’ungulato è diventato un business e para il c@@@ a molti, in special modo alle ass.ven. Chiedi a questi pseudo difensori della caccia ammanicati con gli ambientalisti e il resto della combriccola se nei parchi che oramai interessano il 95% dell’ Appennino sopra citato, ti mandano a caccia di tordi, cesene, sasselli, beccacce,colombacci, pernici, coturnici, quaglie, starne, lepre, poi ne sapremo riparlare.

da Umbro 07/06/2016 16.13

Re:Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino

Umbro, se leggi il documento (vedi link) ce la trovi, la caccia.Forse non ti convincerà, ma a me pare che sia un passo avanti. Che spiega perchè anche Legambiente ha accettato di fare accordi con i cacciatori. Perchè di questo si tratta. l'importanza sta nel fatto che una importantissima associazione ambientalista e un sistema ad essa collegato (es. slowfood, centri universitari ecc.) hanno accettato di fare alleanze con i cacciatori che quasi tutte le asociazioni ambientaliste vogliono eliminare, alcuni anche fisicamente. E mi meraviglia che ci siano cacciatori che non riescono a capire il valore di tale decisione e anzi accusano le associazioni venatorie di collusione col nemico. Un po' di pacate riflessioni non guasterebbero.

da leggi 07/06/2016 14.03

Re:Per Slow food i cacciatori sono risorsa economica dell'Appennino

Tornando all'Appennino, tutto è partito nel 2013 con la convocazione delle Comunità locali in Emilia Romagna. A Marzo nel 2014 in Umbria è stato presentato il Manifesto con il quale si è inteso rilanciare la riscossa dell'Appennino, in termini di rinascita sociale ed economica dell'agricoltura e delle tradizioni. Infine nel 2015 c'è stata la convocazione degli Stati generali delle comunità dell'Appennino, che hanno visto la creazione di diversi gruppi tematici: Agricoltura, ambiente e paesaggio, Turismo sostenibile e infrastrutture, Ricerca e innovazione, Reti sociali, culturali e relazioni territoriali. TRANNE CHE LA CACCIA. MA DOVE VAI SE IL CACCIATORE NON CE LLAI PERCHE' L'APPENNINO CENTRALE E 'TUTTO UN PARCO?

da UMBRO 07/06/2016 12.37