Fabrizio De Andrè, la Sardegna e i cacciatori


martedì 20 gennaio 2009
    
Fabrizio De Andrè - L'indianoRicorre quest'anno il decimo anniversario dalla morte di un indiscusso poeta della musica italiana. De Andrè ha vissuto sempre a stretto contatto con la gente comune, dando spesso voce anche e soprattutto agli emarginati e agli oppressi, attraverso personaggi rappresentativi, metafore e profonde evocazioni che hanno portato alla luce gli aspetti più controversi dei nostri tempi, rovesciando le convenzioni e smascherando talvolta i mali della società borghese.
In particolar modo in Sardegna De Andrè si era avvicinato anche ai cacciatori cogliendone l'essenza. Aveva infatti osservato e capito come la caccia per i sardi fungesse proprio da collante sociale ed in questo riconobbe una profonda assonanza con gli indiani d'America. Ecco perchè nel 1981, proprio in Sardegna scrive il disco L'indiano (inizialmente conosciuto con il solo nome dell'artista), che prende il nome dalla copertina di Frideric Remington raffigurante un pellerossa. Il disco è conosciuto anche con il titolo Caccia al Cinghiale (nel disco vengono riprodotte delle registrazioni di battute di caccia). Il testo che segue è tratto dal libro Non per un Dio ma nemmeno per gioco, scritto da Luigi Viva, che riporta una diretta testimonianza del pensiero di De Andrè sul popolo dei cacciatori sardi.
"Gli indiani di ieri e i sardi di oggi sono due realtà lontane solo apparentemente, perchè sono due popoli emarginati e autoctoni. Gli indiani sterminati dal generale Custer, chiusi nelle riserve. E i sardi cacciati sui monti dai cartaginesi, fatti schiavi dai romani, colonizzati poi. Le analogie fra le due civiltà sono tante. La caccia è un denominatore comune. Attraverso la caccia, tribù diverse (gli indiani) e persone che abitano in paesi diversi (i sardi) riescono ad avere rapporti sociali. Per loro è anche uno sfogo, un modo per conoscersi, per dimenticare di essere odiati senza motivo. Conosco alcuni sardi che si odiano per sentito dire, fino a quando non si incontrano nelle battute al cinghiale".

2 commenti finora...

Re:Fabrizio De Andrè, la Sardegna e i cacciatori

Sono un 61 enne Ammiratore di Faber della prima ora: vale a dire di quando era in vita e non “passava” in nessuna tv o quotidiano Mi sento addolorato nel vedere che Faber da morto sia tirato per i cappelli da tutte le tv e si raccontano delle storie su di lui senza che Lui si possa difendere ..

da Sanna Antonio 22/01/2009 11.56

Re:Fabrizio De Andrè, la Sardegna e i cacciatori

Secondo il mio parere Quando veniva qui in Sardegna oltre a cogliere "l'essenza dei cacciatori"coglieva altre essenze.

da pierpaolo 20/01/2009 14.37