Le caste animali


lunedì 24 ottobre 2011
    
 
Mangiare carne di cane, perché no? È la provocazione  lanciata dallo Chef inglese Hugh Fearnley Whittingstall, a quanto pare noto per le sue sparate anticonformiste, che ha fatto andare su tutte le furie gli animalisti d'oltre manica. Whittingstall ha attaccato frontalmente uno dei più consolidati tabù della nostra civiltà, che ha riservato un trattamento di favore solo a pochi animali privilegiati, escludendoli dal consumo alimentare.  

Secondo lo chef  "la carne di un cucciolo di cane non è peggiore della bistecca di maiale". Detto così suona come un'aberrazione perfino a chi animalista non è, ma ciò che l'incauto cuoco dice paragonando maiali e cani (che lo faccia per suscitare interesse e incrementare le vendite del suo nuovo libro è un'altra storia) può trovare un senso nel fatto, abbastanza inconfutabile, che “sono le regole sociali e le convenzioni a rendere i primi preda lecita del macellaio ed i secondi amati animali da compagnia”. “La gente ha bisogno di essere scioccata per essere sensibilizzata sui temi legati all'alimentazione" dice  Whittingstall. Ed è vero, abituati come siamo a ragionare per luoghi comuni. L'esistenza delle “caste animali”  (se sei nato animale da compagnia non puoi scendere di livello e viceversa) del resto è comunemente accettata da tutti noi e sancita da leggi che contemplano reati da codice penale a seconda del livello di protezione. Differenze che hanno radici antichissime, occorre precisarlo. Anche se talvolta finiamo per dimenticarcene,  il nostro rapporto con gli animali è  subordinato a consuetudini consolidate nel tempo e dettate da esigenze reali: in primis quelle della sopravvivenza e della proliferazione della nostra specie.

Come sappiamo, i cani non sarebbero mai esistiti se l'uomo non avesse trovato una convenienza nell'addomesticare il lupo tanti e tanti anni fa per aumentare le proprie chanches a caccia e, in seguito, per badare al bestiame senza temere i predatori. Ne è conseguita un'astuta manipolazione genetica, ottenuta con pazienti e giudiziosi incroci, che ha dato vita a nuove razze adattate alle diverse esigenze, alcune delle quali oggi perfino adattate alla cultura pet del cane da borsetta. Lo stesso principio che ha modellato forme e capacità nei cani, è stato applicato sin dal paleolitico ad altri animali e vegetali selezionati per la nostra alimentazione. Così il maiale è diventato sempre più grosso (e meno grasso), il pollo sempre più tenero, il mais e il grano sempre più proliferi.

Anche l'amicizia con il gatto, l'altro privilegiato per eccellenza, del resto è stata sancita da una vera convenienza, in questo caso reciproca: al tempo degli egizi, e anche prima in Asia, il micio trovava pasti sicuri nei granai e nelle altre riserve di cibo infestate dai topi. Gli uomini ne hanno ricavato una disinfestazione naturale continua, riducendo il rischio di infezioni ed epidemie in grado di decimare la popolazione (nell'Inghilterra vittoriana, si selezionavano pure razze di cagnetti adatti anch'essi a dar la caccia ai topi, categoria di “mammiferi” invece caratterizzata da specie perennemente in disgrazia). Ovviamente ciò non ha impedito, anche durante il secolo scorso, specialmente sotto la spinta della fame e in situazioni di necessità, di mangiarli i gatti, anche se poi lo si è rimosso, tanto che raccontarlo in tv oggi comporta la sicura epurazione (vedi caso Bigazzi, cacciato dalla Rai).

Proprio il problema sanitario, insieme a quello dell'approvvigionamento alimentare e della diretta convenienza (non è mai convenuto mangiare i cani, utilissimi per altri scopi) è in cima alle ragioni per cui mangiamo o non mangiamo certi animali, anche se ci siamo assuefatti all'idea che lo abbia ordinato Maometto, Shiva, Dio, Buddha o il nostro nuovo credo animalista. Il dogma religioso, per esempio, è stato (ed è ancora) il veicolo migliore per diffondere con successo consuetudini alimentari – e non – salubri e utili alla vita in società: la carne di maiale è difficile da conservare e troppo grassa per essere consumata in clima torrido: ecco che diventa impura e peccaminosa nei paesi arabi, proprio come il consumo dell'alcool, che alza pericolosamente la temperatura corporea. In India viceversa è la mucca l'animale escluso dai pasti: la carne non basterebbe a sfamare una così folta popolazione (come certifica il grande antropologo Claude Lévi Strauss; leggi: Tristi Tropici, Il Saggiatore)  e anche qui si pongono seri problemi di conservazione degli alimenti, molto più facile in ambienti freddi o dal clima secco. Senza omettere che la tendenza ad un regime prettamente vegetariano è inevitabile per le popolazioni troppo numerose (specie se povere), come dimostra  la stessa piramide alimentare, fondamento scientifico basato sulle risorse finite del nostro piccolo grande pianeta. Alle diverse esigenze pratiche corrispondono modelli di costume ben precisi. Non è un caso che  in Cina è solo con l'arrivo del progresso capitalista, e quindi di un sistema di valori completamente diverso,  e sotto la spinta di movimenti animalisti occidentali, che ci si pone il problema etico della carne di cane.

Il nostro tenore di vita, tipico di tutti i paesi fortemente industrializzati, ci consente di dimenticarci delle necessità che regolavano fino al secolo scorso i nostri rapporti con la natura. Oggi possiamo permetterci di curare le carie del gatto e e gioire della compagnia del cane, indipendentemente dalla sua utilità, possiamo chiamare gli animali nostri amici e sentirci responsabili della loro esistenza, viziandoli come figli. Possiamo fare tutto, a patto che siamo consapevoli di come ci siamo arrivati. Consapevoli per esempio del fatto che anche voler bene ad un animale è una forma di opportunismo. Che si chiami esigenza affettiva, da cui deriva la qualifica “animale da compagnia”, tipica dei giorni nostri o esigenza alimentare con la conseguente qualifica “animale da carne”, o lavorativa “animali da soma”, ecc., l'equazione che ci lega agli animali, domestici, selvatici o allevati in batteria,  è sempre la stessa:  loro ci servono e per questo noi li rispettiamo e talvolta li adoriamo.

Corollario casalingo. Ai cacciatori,  servono i cani da caccia, e anche per questo li adorano. Agli anticaccia questo non piace, ma nello stesso tempo nelle loro deboli menti si agita il dubbio inquietante mosso dal paradosso di Singer: che fine farebbero quei diversi milioni di cani da caccia (tanto per rimanere in Italia) un giorno che la loro visionaria e illusoria speranza (di chiudere definitivamente la caccia) diventasse realtà?
 

Cinzia Funcis
 
 

(24/10/2011)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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Re:Sondaggio anticaccia su L'Arena.it

Questo lo dici tu, CACATORE siciliano!!!

da siete_malati_di:mente 23/10/2011 18.32


21 commenti finora...

Re:Le caste animali

Big Hunter, un punto di riferimento fatto di Signore, come Cinzia Funcis e Signori, come Giuliano incerpi. Complimenti!

da Ezio 26/02/2015 20.17

Re:Le caste animali

Potrei anche essere d'accordo ma c'è un particolare,queste cose non bisognerebbe dirle anzi non bisogna dirle,perchè chi non sà guardare in faccia la realtà ma ragiona con il cervello(si fà per dire)degli altri ne sarebbe sens'altro inorridito.

da vince50 30/10/2011 19.43

Re:Le caste animali

Leggendo la lettera dello chef, scorgo molte verità in merito alla commestibilità della carne dei cani, i più avanti con gli anni ricordiamo il perchè i capretti o agnelli appesi in macelleria devono avere rigorosamente la coda? per il semplice fatto che nel passato spacciavano per agnello o capretto la carne di cane, e di qyesti fatti occorsi qualche ricordo lo si dovrebbe avere, non dimentichiamo nemmeno che in alcune città del nord italia mangiavano i gatti, ed a loro dire erano migliori della carne di coniglio o maiale. Quindi tutto questo proibitismo è moda.

da Sparviero. 30/10/2011 18.06

Re:Le caste animali

ma dico in India non mangiano la carne bovina, e pure non vengono qui a imporci le loro leggi... si parla tanto di libertà...

da Pier76 28/10/2011 13.02

Re:Le caste animali

scusa "i nostri" antichi progenitori.

da Nato cacciatore 27/10/2011 23.55

Re:Le caste animali

scusami scienzaeconoscenza, forse sarò superficiale, ma secondo me non pretende di essere intelligente ma solo provocatoria e sarà anche volgare, anzi lo è certamente, e questo credo sia sufficiente per stuzzicare la curiosità dei lettori. In ogni caso c'è una verità di fondo, l'uomo distorce il senso delle cose nel corso dell'evoluzione. A questo punto ti faccio io una domanda provocatoria, i vostri antichi progenitori si son coperti per protegersi dal clima o coprire le "vergogne" cioè per pudicizia?

da Nato cacciatore 27/10/2011 21.59

Re:Le caste animali

"Senza omettere che la tendenza ad un regime prettamente vegetariano è inevitabile per le popolazioni troppo numerose (specie se povere), come dimostra la stessa piramide alimentare, fondamento scientifico basato sulle risorse finite del nostro piccolo grande pianeta." E' l'unica frase che trovo interessante dell'articolo: fra pochi giorni supereremo i 7 miliardi di persone su un pianeta con risorse naturali limitate, di cui circa 6 miliardi con pochissimo da mangiare. Ma qualcuno pensa davvero che sia un provocazione intelligente asserire che possiamo mangiare un cucciolo di cane?!? O più banalmente un ennesimo episodio volgare di marketing per vendere!

da scienzaeconoscenza 27/10/2011 19.12

Re:Le caste animali

E che ne dite della carne umana?... Sto scherzando, naturalmente...

da Martino, Bologna 27/10/2011 13.48

Re:Le caste animali

Benne, penso che ti sbagli. Senza la sperimentazione scientifica sugli animali la scienza medica sarebbe ancora al medio-evo. la sperimentazione scientifica sugli animali e' necessaria per testare i nuovi medicinali. Non lo dico io, lo dice il PREMIO NOBEL Rita Levi MOntalcini, mentre i detrattori della sperimentazione sugli animali....chi sono?? combattere la subcultura animalista e' possibile solo se lo si fa a 360 gradi: invito tutti i cacciatori ad andare sul sito internet "scienza e non scienza" del Dott. Mario Campli, per avere un' idea piu' precisa della situazione. un saluto al popolo cacciatore.

da Fabrizio 26/10/2011 17.50

Re:Le caste animali

Mi chiedo che cosa ha a che vedere tutto questo con la caccia!!! come anche le polemiche sulla vivisezione, se vogliamo aumentare i consensi a nostro favore lasciamo perdere queste polemiche inutili che a livello mediatico possono solo metterci in cattiva luce

da Benne 26/10/2011 13.15

Re:Le caste animali

Si, va be'...io piuttosto che mangiarmi un cane metto a bollire la corteccia degli alberi!

da lucas 26/10/2011 11.53

Re:Le caste animali

Mangiasuocere,prima mettila in ammollo in acqua e aceto per una notte mi raccomando!

da Presidente 26/10/2011 4.26

Re:Le caste animali

ben detto ragazzi, io da parte mia voglio cominciare a nutrirmi di carne umana, domani faccio fuori mia suocera e 5 minuti dopo la bollisco per bene e me la mangio con le patate. Viva la democrazia!

da mangiasuocere 25/10/2011 23.37

Re:Le caste animali

Domani provo a mangiare il cane del vicino e poi vi dico se era buono, ma con le schifezze che gli danno da mangiare non sono certo ruspanti, mi sa tanto che siano i cani a pensare se gli umani siano buoni.

da LOTAR 25/10/2011 21.27

Re:Le caste animali

ben detto giorgio. c'è chi alleva maiali chi vitelli, chi galline,beh se uno decide di allevare cani o gatti x cibarsene, xke deve essere vietato?.ma siamo in democrazia, almeno cosi dicono.

da francuzzo la spezia 25/10/2011 11.14

Re:Le caste animali

In Cina volendo vedere si mangia molto meglio che da noi.. noi mangiamo tanto surgelato e scatolette.. la per essere buon cibo deve essere vivo 5 min prima di mangiarlo! cmq mangiano i cani perchè sono animali puliti...! pensate che noi mangiamo le galline che mangiano nella loro cacca! quindi non mi stupisco... ognuno dovrebbe essere libero di mangiare senza essere giudicato...

da giorgio 25/10/2011 9.18

Re:Le caste animali

Complimenti sinceri Cinzia.

da luigi 49 24/10/2011 23.26

Re:Le caste animali

per gli orientali mangiare il cane e' una tradizione....provate ad andare in Cina o in Thailandia..... per gli indiani d' America i cani erano una riserva di cibo in tempi di magra nella caccia..... la scelta di non mangiare cani e gatti e' una scelta che dipende dalle varie culture e dalle situazioni ambientali in cui ciascuna cultura si sviluppa. Qualsiasi specie animale puo' essere (astrattamente) considerata come cibo, poi da cultura a cultura cambbiano le specie animali mangiate e quelle non mangiate. Molto determinano le circostanze contingenti: in certe zone del nostro Paese -fino a qualche decennio fa- quando in Italia c' era la miseria vera, e la fame non era sconosciuta, anche i gatti erano considerati un piatto. Durante l' assedio di Stalingrado la gente mangiava perfino i ratti, oltre che i cadaveri. Siamo una specie predatrice e fondamentalmente carnivora.....anche gli orsi mangiano erba e frutta, come noi, ma certamente non campano di sole erba e frutta.

da Fabrizio 24/10/2011 15.22

Re:Le caste animali

Ottimo articolo, difficile poter aggiungere altro. Si potrebbero solo fare esempi di altra natura, a conferma della capacità dell'uomo di distorcere il senso delle cose per cui sono nate e sviluppate nel corso dell'evoluzione, andandosi ad innestare giudizi e/o pregiudizi a seconda dei contesti sociali e culturali delle popolazioni delle varie parti del mondo.

da Nato cacciatore 24/10/2011 13.23

Re:Le caste animali

ottimissimo. è l'ora di cominciare a dirle chiare. viviamo in un mondo di ipocriti, e l'ipocrisia ci sta rovinando il futuro. le guerre per il petrolio diventano conquista della democrazia e operazioni di pace. il marketing per le merendine viene venduto come una conquista per la salute dei nostri bambini, l'animalismo della brambilla nasconde il commercio familiare di pesce e di mangime per animali. per tutto questo s'inventano ideologie e ci si crede pure

da isacco s. 24/10/2011 10.24

Re:Le caste animali

Brava!

da Alessandro Cannas. 24/10/2011 9.47