Il cane oggetto: attenzione alla pericolosa tendenza della civiltà dei consumi


lunedì 27 ottobre 2008
    

Il cane oggetto attenzione alla pericolosa tendenza della civiltà dei consumi A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 anche i più disattenti tra i cronisti notano l’improvvisa ed esasperata diffusione del cane nel nostro Paese.

Sul quotidiano “Il Tempo” il giornalista Piero Accolti si domandava se il cane fosse diventato un prodotto della civiltà dei consumi, facendo quasi concorrenza a frigoriferi e televisori. E considerando che fino a pochi anni prima nessuno avrebbe voluto un cucciolo neanche per regalo, questa improvvisa e per certi versi ingiustificata passione coglie tutti di sorpresa.

Era diverso, ovviamente, per i cacciatori.
I loro cani avevano una funzione e non erano stati abbandonati completamente neanche nel disastroso periodo della guerra. Per gli altri invece, il cambio di umore al riguardo è stato principalmente determinato dalla stampa, cinema e televisione. Così, all’improvviso, sulla scia dell’Inghilterra, America e di altri Paesi occidentali, senza minimamente tener conto delle diverse possibilità economiche, ristrettezze degli spazi abitativi e tempo disponibile, è iniziata la corsa all’acquisto di cani delle razze più in voga o preferite da regnanti e personaggi famosi.

Non tutti, è chiaro, erano veri cinofili.
Anzi, nella maggioranza si dimostrarono soltanto possessori di uno o più soggetti, magari abbastanza strani e da considerarsi solo manifestazioni estetiche.

A situazioni così generalizzate e improvvise, seguono inevitabilmente anche elementi negativi, come l’abbandono e il randagismo. Ma per fortuna, nel corso degli anni, il lavoro degli Enti preposti e delle Società Specializzate ha avuto successo, facendo aumentare ammirazione e attenzioni per caratteristiche e linee estetiche di ogni razza.

Tenendo conto nel bene e nel male delle esperienze fatte, possiamo soltanto augurarci che nei confronti di questo magnifico animale venga usato il massimo di responsabilità e buon senso per un futuro almeno accettabile.

Mario Biagioni

Mario Biagioni Amico di BigHunter


4 commenti finora...

Re:Il cane oggetto: attenzione alla pericolosa tendenza della civiltà dei consumi

Fa dispiacere osservare quanti nostri colleghi cacciatori trattino i cani non come creature dotate di sensibilità, ma come semplici strumenti di lavoro da utilizzare senzza riguardi. Cani abbandonati perché – a giudizio dei loro acquirenti – non si dimostano bravi fermatori o bravi segugi; cani relegati tutto l'anno in gabbie di pochi metri quadrati e fatti uscire soltanto per la caccia; cani affamati in osseguio alla convinzione (errata) che questo li renda più spartani e smaniosi d'inseguire la preda... Fa male, fa molto male. E alimenta il pregiudizio nei nostri confronti. I nostri cani dobbiamo amarli: sono i nostri fedeli compagni di caccia. Fermezza, non durezza, occorre nell'adestrarli. Gli uomini deboli ricorrono alla violenza per farsi ubbidire.

da Martino 02/11/2008 23.07

Re:Il cane oggetto: attenzione alla pericolosa tendenza della civiltà dei consumi

una cosa e certa molti aquistano un cane senza neanche conoscere le caratteristiche della razza e questo e gia un errore che il piu delle volte si rivela pericoloso sia per il padrone che per il cane stesso ..... ah e un'ultima cosa i cani pericolosi esistono .... sono incroci tra molossi e terrier ( che nn rivelerò mai)di un certo tipo che mischiati tra loro creano un'animale incontrollabile ,lo so per esperienza.....un saluto a tutti e amte gli animali piu di voi stessi ;)

da Asath 31/10/2008 1.43

Re:Il cane oggetto: attenzione alla pericolosa tendenza della civiltà dei consumi

Vi ricordate il film "La carica dei 101" e l'invasione di Dalmata del periodo successivo? La verità è che il cane non deve essere vissuto come una "moda". Il cane è un compagno, e chi va a caccia lo sa.

da Luchino 29/10/2008 16.01

Re:Il cane oggetto: attenzione alla pericolosa tendenza della civiltà dei consumi

Dico una cosa sola:gli animali secondo il mio parere,ed ho sempre avuto cani da quando avevo 6 anni,ora ne ho 62,si compartano secondo come noi li abituiamo,molte volte siamo noi la rovina degli animali. Mi fanno ridere quelli che dicono quella razza è cattiva quella no sono solo le abitudini che cambiano gli animali.

da Pucci A. 28/10/2008 13.27