MIGRATORI TRADITI


lunedì 16 maggio 2011
    
Giornata Mondiale Uccelli MigratoriAttraversano continenti, oceani, foreste, volando per  migliaia di chilometri sopra le nostre teste. Lo fanno da milioni di anni, da prima che l'uomo comparisse sulla terra, sterminati secoli prima che l'ingegno creativo dell'Homo Sapiens iniziasse a sfruttarla. L'evoluzione in tutto questo tempo ha insegnato loro a orientarsi sfruttando la luce degli astri, la posizione dei fiumi, il flusso delle correnti e chissà cos'altro.
 
La loro vita, per molti aspetti a noi misteriosa, ci appare come una danza armonica ritmata dal lento e inesorabile susseguirsi delle stagioni.  Primavera dopo primavera  li ritroviamo nei nostri cieli, sotto i nostri tetti, volano affrontando ogni rischio raggiungendo il luogo in cui sono nati e trovano con una perfezione certosina il nido lasciato l'anno prima. Questo ed altri segreti fanno parte di un universo di nozioni e credenze, radicate nella cultura contadina – popolare e tramandate fino a noi grazie a mille proverbi ed espressioni dialettali, segno che la civiltà contadina di pochi decenni fa osservava il cielo con ammirazione, traendone suggerimenti utili per la propria vita e le proprie attività (è a  questa saggezza popolare che si devono le regole “etiche” della caccia, ancora oggi seguite ed apprezzate).

L'uomo del terzo millennio ha smesso di trarre ispirazione dal cielo e si dimostra piuttosto indifferente a ciò che succede ad un palmo dalla propria testa.  E' una questione di prospettiva. Con lo sguardo basso sul pavimento o fisso sui muri bianchi degli uffici e delle proprie abitazioni, non si può contemplare tanta bellezza. E nemmeno accorgersi dei gravi cambiamenti in corso. Se potessimo guardare il mondo con gli occhi degli uccelli migratori, vedremmo un fiorire di cemento, che anno dopo anno riduce inesorabilmente le aree umide ed il manto forestale. Se potessimo volare sulla nostra Italia, un tempo paradiso di habitat così diversi tra loro, così unici nel loro genere e così proliferi di biodiversità,  ci renderemmo conto che gli ambienti indispensabili alla sosta e alla riproduzione degli amati migratori (salvo quelli mantenuti dalla società civile impegnata in Atc e programmi di valorizzazione territoriale – molti dei quali avviati e sostenuti anche economicamente dal mondo venatorio) stanno scomparendo, nonostante il moltiplicarsi di aree protette di ogni genere, isole verdi che assomigliano più a parchi tematici, posti intoccabili e inaccessibili, anche se non certo immuni a speculazioni di ogni tipo (Cinque Terre docet).

Il consumo del suolo ed il suo utilizzo sfrenato, dissennato e irresponsabile, (non è un caso se aumentano frane, smottamenti e alluvioni nel nostro Paese), è il vero nemico dell'ambiente. E all'estero pare l'abbiano capito. Lo ha capito l'Europa, che ha basato i suoi programmi ambientali su una protezione partecipata, incentrata sulla valorizzazione delle tradizioni locali e sulla creazione di una rete di modelli ed azioni interconnessi tra loro (spirito completamente disatteso dalle nostre parti). Ma lo ha capito anche l'Unep (Programma per l'Ambiente dell'Onu), che proprio a questa questione cruciale ha dedicato La Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori, una grande iniziativa promossa da due dei principali trattati internazionali interni al programma tematico delle Nazioni Unite: l'Accordo sulla Conservazione degli Uccelli Acquatici Migratori Afro–Euroasiatici (AEWA) e la Convenzione sulla Conservazione delle Specie Migratrici della Fauna Selvatica (CMS).

Cose come l'urbanizzazione massiccia, la deforestazione e l'estrazione di minerali, la bonifica di grandi zone paludose,  specie in un territorio relativamente piccolo e tortuoso come il nostro, portano alla progressiva frammentazione e alla scomparsa di complesse reti ecologiche che regolano la vita degli uccelli migratori. Il danno ambientale che ne deriva è immenso vista la progressiva perdita di delicati presidi vitali ed ecosistemi irriproducibili. Se non c'è garanzia  che sopravvivano questi luoghi, si assottigliano anche le speranze di veder tornare uccelli ormai sempre più rari, che proprio da questi ambienti dipendono per le proprie trasvolate.  

Anche un certo andazzo del mondo agricolo ha le sue belle responsabilità: l'agricoltura intensiva, l'utilizzo di pesticidi e altre sostanze tossiche, la trasformazione del territorio per fare spazio a nuove coltivazioni e nuovi allevamenti, contribuiscono ad un declino inarrestabile di fronte al quale troppo spesso i nostri amministratori chiudono entrambi gli occhi. Qualcuno in un blog di questo portale, all'indomani della presentazione della proposta di Coldiretti e Legambiente sui calendari venatori, dai più considerata penalizzante rispetto alle proposte riferibili ai Key Concepts della Direttiva Uccelli (peraltro piuttosto approssimativi per quanto riguarda il nostro paese), faceva notare che  sarebbe ora che il mondo venatorio cominciasse a sorvegliare e a denunciare con più forza quali danni la cementificazione selvaggia e un certo tipo di agricoltura provocano sulla fauna e sull'ambiente, specialmente quando nelle pratiche agricole si utilizzano diserbanti tossici, magari  all'interno delle Zps. Sostanze che fanno male agli uccelli e che probabilmente intaccano anche la nostra catena alimentare, visto che quei prodotti finiscono sulle nostre tavole.
 
Sarebbe bene anche ricordare per l'ennesima volta che l'attività di quasi un milione di cacciatori non inficia negativamente sulla fauna e che anzi, il costante lavoro di gestione e quello del mantenimento degli ambienti di caccia, sono fattori positivi per l'ambiente e universalmente riconosciuti (come ribadito dalla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo). E in ogni caso, ove si registrassero pericolosi trend negativi, difficile sarebbe attribuirli alla caccia, visto che la stessa legge 157 prevede dal 20 al 30% del territorio interdetto all’attività venatoria. E in ogni caso, la stragrande maggioranza delle specie cacciabili non segnala sofferenza alcuna. Tranne quella di reperire sempre meno habitat adatti alla propria  permanenza.

Un concetto non deve sfuggire al mondo venatorio: chi si occupa di protezione ad altissimi livelli (ONU, Unione Europea) la pensa esattamente come noi. Crediamoci e facciamoci sentire.

Cinzia Funcis


 

14 commenti finora...

Re:MIGRATORI TRADITI

X gian: non posso che darti ragione. Il guaio, come ho più volte ribadito, é che di Cacciatori, quelli che amano la Natura, ivi compresa la Caccia, sono molto pochi. Si, é vero, i presidenti delle varie AAVV sono eletti dai cacciatori che si preoccupano, nella maggior parte, purtroppo, di due cose: quando e quanto si spara. Altro fattore negativo é che vi é sempre più , per la smania di sparare e non di cacciare, l'esodo all'estero là dove si spara e si abbatte quanto si vuole, senza limiti e senza che si pensi al futuro. Ma se si vuole almeno tentare di dover al più presto la doppietta al classico chiodo, e questa volta per sempre, occorre lottare e non arrendersi. Certo non saremo molti a farlo, ma basta che un po' per volta si parli con pacatezza ma determinazione e con inconfutabili argomentazioni, con parenti, amici, vicini di casa, colleghi di lavoro, conoscenti, forse, pian piano ridaremo la dignità che si merita al cacciatore, faremo capire cosa é la Caccia: quanti sacrifici comporta, quante restrizioni si hanno, quanto sia limitata nel tempo, nei luoghi venabili, nel numero di capi prelevabili, quanto si ama la Natura e come si cerca di proteggerla, soprattutto da leggi sbagliate fatte fare da anticaccia mascherati da animal-ambientalisti e in fine dare una mano a progredire al Partito Caccia Ambiente, unico e solo a difendere incondizionatamente la Caccia. in fine convincere che è solo l'unione che fa la forza: dividersi per campanilismo e/o per partitocrazia, é solo un danno perché così si da una mano agli anticaccia. Al lavoro, allora e non demordiamo mai, semmai contattiamoci per portare avanti la dignità del Cacciatore e difendere la Caccia. Una stretta di mano, Nino

da [email protected] 21/05/2011 18.33

Re:MIGRATORI TRADITI

Perchè bisogna essere dei scienziati che è inutile scoprire l'acqua calda! sono tanti anni che questi problemi si discutono senza niente di fatto. Purtroppo siamo rappresentati da inerte Associazioni Venatorie, d'altronde i loro Presidenti sono messi li dai cacciatori, i quali non hanno il coraggio una volta per tutte, di cambiare aria, visti i risultati che ottengono, di questo passo appenderemo il fucile al chiodo molto presto.

da gian 20/05/2011 18.00

Re:MIGRATORI TRADITI

Cosa succede? Questo editoriale, a mio insignificante avviso, merita maggiore attenzione ed un maggiore dibattito. Inoltre non é questo il posto dove parlare di politica se non relativa all'argomento. Forza cacciatori, esprimete le vostre idee o non siete venatoriamente preparati? Nino

da [email protected] 19/05/2011 16.34

Re:MIGRATORI TRADITI

da un primo sondaggio sembra che qualche legnata il partito della BRAMBILLA L'abbia presa

da gano 17/05/2011 12.35

Re:MIGRATORI TRADITI

D'accordo con te,cara Cinzia, ma non sono troppo convinto che la colpa sia di chi applica, sia pure a modo suo, le leggi. Forse la colpa é da ricercarsi anche sulla disgregazione della forza politica e sociale dei cacciatori. Una sola considerazione: se é vero, come é vero, che nel nostro paese ci sono circa un milione di cacciatori, già questa, se unita, mette paura a tutti, se poi consideriamo che ogni cacciatore porti almeno un altro voto .... mamma mia che forza saremo: altro che falsi animal-ambientalisti e/o anticaccia. Una stretta di mano ed un particolare saluto a Massimiliano Betti. Nino

da [email protected] 16/05/2011 18.19

Re:MIGRATORI TRADITI

Bello l'editoriale, quello che scrive la Cinzia noi l'ho vediamo tutti i giorni, scomparsa di territorio, case ,capannoni , centri commerciali, il tutto nelle poche aree rimaste intorno alle città, ma si sa i vari assessori mangiano con le costruzioni e edificazioni con la natura non ci mangia nessuno di questi signori, e quindi giù botte alla caccia e ai cacciatori.

da gladiatore 16/05/2011 17.04

Re:MIGRATORI TRADITI

ninohunter l'editoriale ovviamente voleva essere uno spunto da cui partire per riflettere sul fatto che le battaglie della caccia rispecchiano quelle portate avanti da organi istituzionali internazionali che si occupano di ambiente. Che poi le cose in Italia siano diverse, è un dato di fatto ma non è certo colpa dell'Europa o dell'Onu, piuttosto di chi da noi non ne mette in pratica i principi. Infine sul come farsi sentire non voglio certo dare ricette. Ma forse partecipare e fare proprie iniziative come quella dell'Onu potrebbe essere un'idea.

da Cinzia Funcis 16/05/2011 16.58

Re:MIGRATORI TRADITI

(seguito)Non voglio prolungarmi ancora sui parchi, disastri completi della Natura, della superficie non venabile da essi occupati che superano di ben oltre il 60% quello consentito e delle continue limitazioni sulla Caccia create da incompetenti ed incoscienti distruttori della Natura che seggono in parlamento, e che poi ci marciano con aziende inquinanti personali, calpestando i diritti sacrosanti dei cittadini che li hanno eletti.... Concludo chiedendoti precisazioni sulla tua ultima frase: " Un concetto non deve sfuggire al mondo venatorio: chi si occupa di protezione ad altissimi livelli (ONU, Unione Europea) la pensa esattamente come noi. Crediamoci e facciamoci sentire." Ma ONU e UE non consentono la Caccia uguale in tutto il territorio dello Stato Europa? Allora perché in quasi tutte le nazioni europee si caccia a dismisura, senza limitazioni così penalizzanti come quelle che vigono in Italia? L'Italia é o no una Nazione europea? E come dobbiamo farci sentire e per cosa? Una stretta di mano, Nino

da [email protected] 16/05/2011 16.13

Re:MIGRATORI TRADITI

Brava Cinzia...queste tue considerazioni sono ancora una volta la prova che se la caccia fosse più "donna", la sensibilità nei confronti dell'ambiente e dei veri problemi che affliggono il mondo venatorio sarebbe superiore, notevolmente superiore.

da massimo zaratin 16/05/2011 15.22

Re:MIGRATORI TRADITI

Ho letto con molta attenzione il tuo (se posso il tu) editoriale, gentile Cinzia, ma purtroppo, tranne che per poche cose, non mi trova d'accordo. Hai scritto:" L'uomo del terzo millennio ha smesso di trarre ispirazione dal cielo e si dimostra piuttosto indifferente a ciò che succede ad un palmo dalla propria testa ...." Bene se ciò fosse vero, e forse lo é, la causa é da ricercarsi e nella accanita lotta all'Arte Venatoria e quindi ai tempi e luoghi ove é ancora possibile cacciare: che vuol dire anche osservare voli e canti di migratori alati e quindi accorgersi dei cambiamenti dell'habitat che condizionano il comportamento dei migratori che, per fortuna loro, riescono in qualche modo ad adattarsi. E questo lo fanno i cacciatori, non gli ambientalisti!!! Per quanto riguarda le zone umide, dobbiamo dire grazie e alle bonifiche fatte senza criterio e ai parchi che versano in assoluto abbandono. Stessa cosa per quanto riguarda la selvaggia ed interessata distruzione di zone boschive e di incendi dolosi, dove poi viene concessa, a scopo lucroso di pochi, la sempre più crescente edificazione e viabilità. Ed é proprio grazie agli ATC (bubbone sanguisuga dello stato e dei cacciatori) che oggi si ha una maggiore concentrazione di ... cacciatori che invece potrebbero spaziare in maggiore territorio e quindi avere oltretutto una maggiore visione di eventuali danni alla Natura perpetrati da pseudo ambientalisti. Sono d'accordo con te circa: "... Il consumo del suolo ed il suo utilizzo sfrenato, dissennato e irresponsabile...." dovuti ai continui disboscamenti, incendi dolosi e strutture cementizie e stradali indiscriminati (licenze edilizie e stradali date da comuni compiacenti, grazie a certe interessate leggi statali). Poi, per favore, non venirmi a parlate di Unep, AEWA e simili succhia sangue che di tutto si interessano tranne che della Natura e degli animali.(segue)

da ninohunter.07katamail.com 16/05/2011 15.21

Re:MIGRATORI TRADITI

Si proprio un bell'editoriale! Diretto anche a noi cacciaori,sensibili a tutto cio`che ci circonda,natura e animali in primis. Ma come dice Fabrizio dovrebbero sempre polemica.r non fare essere le nostre aavv a farsi sentire a livello politico nazionale ed europeo. E mi fermo qui pe.cchio sono sordell'orer non stare a fare sempre polemica inutile,tanto quelle da que

da colombaccio51 16/05/2011 14.27

Re:MIGRATORI TRADITI

Carissima C. Fungis. ottmo editoriale, chiaro, semplice e diretto, non c'è da aggiugere molto, se non sottolineare l'ultimissima parte: Crediamoci e facciamoci sentire. Complimenti e un caro e sentito saluto

da Nato cacciatore 16/05/2011 11.25

Re:MIGRATORI TRADITI

A FARSI SENTIRE PER PRIME E PIU' FORTE DI TUTTI DOVREBBERO ESSERE LE ASSOCIAZIONI VENATORIE, FEDERCACCIA PER PRIMA.........

da Fabrizio 16/05/2011 10.28

Re:MIGRATORI TRADITI

che dire noi siamo il paese delle banane sbucciate .io abito in appennino in una piccola frazione la casa piu giovane è di cento anni fa e tutto andava bene si manteneva il territorio a fatica ma si manteneva ,poi il comune ha deciso che si dovevano cotruire case perchè aveva fame di soldi .....conclusione ...hanno disfatto mezzo monte la terra non sta piu ferma dove magari si poteva fare tre case ne hanno fatte dieci e adesso sono li che nessuno le vuole perchè fanno schifo l acqua non basta per tutti , sono senza giardino in mezzo ai boschi ve lo immaginate ,ma che gliene frega al comune tanto i soldi per la costruzione gli hanno gia presi. siamo il paese delle banane

da tony 16/05/2011 10.16