CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA


lunedì 28 marzo 2011
    

Massimo MarracciIl 20 gennaio scorso, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha sede a Strasburgo, ha pronunciato un’importante sentenza che, a tutti gli effetti, ha riconosciuto alla caccia un ruolo che va ben oltre quello comunemente inteso di “attività del tempo libero”, definendola attività che rientra a pieno titolo tra gli strumenti di gestione e di conservazione della natura, rivestendo in tal modo un interesse pubblico che, nella fattispecie esaminata, è necessario e giustificato.

I fatti si sono originati a seguito del ricorso presentato alla Corte da un privato cittadino tedesco, Günter Herrmann, proprietario terriero nel Land della Renania-Palatinato di due tenute di poco meno di 75 ha di superficie ciascuna. In base alla Legge federale tedesca sulla caccia, tali proprietà lo hanno reso automaticamente membro dell’Associazione di caccia della regione e da questo è disceso l’obbligo di “tolleranza” dello svolgimento dell’esercizio venatorio sui suoi terreni.

Herrmann però, che non è cacciatore bensì è contrario alla caccia per motivi etici, si è in prima istanza rivolto alla giustizia del suo Paese per ottenere sia di liberarsi dell’obbligo di divenire socio dell’Associazione di caccia locale, sia di vietare tale attività sulle sue proprietà: tuttavia, in virtù del fatto che gli organi di giustizia amministrativa germanici si sono tutti pronunciati respingendo le istanze di Herrmann (Tribunale amministrativo di Treves, Corte amministrativa d’appello e infine Corte amministrativa federale, quest’ultimo organo analogo al nostro Consiglio di Stato), egli ha dunque ricorso direttamente alla Corte di Strasburgo in data 12 febbraio 2007, contestando alla legge federale sulla caccia di non garantire il diritto del rispetto della proprietà privata, di essere per questo motivo oggetto di discriminazione e infine di essersi visto negare il diritto alla libertà di riunione e di associazione. Nella causa è stata ammessa a intervenire con osservazioni scritte la Federazione nazionale dei Cacciatori Deutscher Jagdschutz-Verband. A quasi quattro anni di distanza, la Corte dei diritti dell’Uomo ha infine reso la propria sentenza di rigetto del ricorso che, lungi dal riportare per intero, ci limitiamo a riassumere in base ai principi affermati.

In buona sostanza, la Corte ha rilevato che la legge tedesca sulla caccia è conforme all’interesse generale, poiché consente una gestione delle popolazioni animali selvatiche atte a preservare la varietà e il buono stato di salute delle diverse specie, oltre che a evitare i danni che possono essere provocati dalla fauna selvatica alle attività antropiche. Non solo: pur sembrando, come ha attestato la Corte, che l’attività venatoria sia praticata principalmente nel tempo libero, ciò non autorizza a credere che lo scopo della legge sulla caccia sia semplicemente quello di consentire un’attività di svago o, appunto, del tempo libero strettamente inteso. Il legittimo interesse privato del singolo, quindi, non può imporsi all’interesse generale. Nel caso specifico, come del resto la stessa disciplina federale prevede, il ricorrente ha tuttavia diritto a una parte del prodotto generato dalla caccia proporzionale alla superficie della sua proprietà e può inoltre richiedere di essere indennizzato ove l’esercizio venatorio produca dei danni sui suoi terreni.

Non è tutto: l’eccezione contro l’automatismo dell’adesione alla società regionale di caccia è stata dichiarata irricevibile dalla Corte poiché tali società, in Germania, per legge sono chiaramente di diritto pubblico, hanno statuti approvati dalla pubblica autorità e sono sufficientemente integrate nelle strutture dello Stato da far ritenere che il controllo su di esse sia molto più stringente di quanto non avvenga sulle società o associazioni di diritto privato: senza dimenticare che esse agiscono in nome dell’interesse pubblico, come prima ricordavamo.

Dunque, esse non possono essere assimilate alle “associazioni” come definite dall’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (ai cui sensi Herrmann ha presentato il ricorso su questo punto specifico). Infine, sulla discriminazione di cui Herrmann sarebbe stato oggetto in quanto piccolo proprietario, ossia l’inevitabilità dell’obbligo di consentire la caccia sulle sue terre (mentre i grandi proprietari possono disporre, a determinate condizioni, di deroghe che lascino un maggior margine alla loro libertà di scelta), la Corte ha condiviso l’argomentazione già a suo tempo sostenuta dallo Stato tedesco, secondo la quale le parcelle di limitata estensione devono essere “fuse” tra loro (nel senso di disporne l’adesione alla locale società di caccia) affinché l’esercizio venatorio possa esercitarsi su territori sufficientemente estesi da rendere veramente efficace la gestione delle popolazioni di fauna selvatica e il contenimento dei danni che esse possono causare. Ora, per quanto tale sentenza non sia ancora da considerarsi definitiva – poiché gli articoli 43 e 44 della Convenzione europea consentono alle parti di rinviarla avanti la Gran Camera della Corte, per ulteriore esame, entro tre mesi dalla sua pronuncia (quindi entro il 20 aprile prossimo) – non c’è dubbio alcuno che si tratti di un precedente di grande rilevanza, soprattutto per i principi affermati. Posto che, come è naturale e risaputo, le legislazioni venatorie dei Paesi europei sono a volte anche profondamente differenti tra loro, risultando legate all’assetto giuridico dello Stato rispettivo, l’esplicito riconoscimento alla caccia di un ruolo conforme all’interesse generale (ossia pubblico), la colloca automaticamente sotto una luce favorevole e ne evidenzia la positività, che dovrebbe valere ovunque. Questo approccio azzera già in avvio di ragionamento tutto il substrato di irrazionalità ed emotività di cui si alimenta l’avversità per la caccia, tipico ad esempio dell’animalismo, che sia spicciolo e demagogico (quello della domenica o della Ministra Brambilla, tanto per capirsi…), oppure fondato “filosoficamente” sui testi dei pensatori animalisti americani degli anni ’70 e ’80 e loro seguaci, poiché entrambi si limitano a combattere la caccia per partito preso, non offrendo alcuna soluzione alternativa ove venisse a mancare e con essa i suoi effetti ai fini del controllo delle popolazioni selvatiche, dei danni all’agricoltura e alla zootecnia, dell’espansione di certe specie a discapito di altre, ecc.

La vita a un animale non deve mai essere volontariamente tolta, qualunque sia la giustificazione addotta da chi lo fa. Potremmo dire che l’approccio della Corte è sanamente pragmatico, tenendo in conto delle reali necessità sociali ed economiche della vita quotidiana (e indirettamente degli stessi animalisti più o meno vegetariani, perché se i cinghiali e i cervi devastano le colture di cereali e ortaggi, quei poveracci di cosa potranno mai nutrirsi?) che si configurano nella e per la collettività. Il diritto alla proprietà privata resta inviolabile: nessuno, infatti, la sottrae al legittimo proprietario affinché vi si eserciti la caccia, semmai in nome di un interesse superiore ne viene sottratto temporaneamente l’utilizzo, peraltro in maniera limitata perché legata alle stagioni, orari, situazioni nei quali l’attività venatoria è permessa. Inoltre, una lezioncina a noi italici cacciatori potrebbe venirne anche dallo status giuridico delle società regionali e locali di caccia tedesche: queste entità, che gestiscono il prelievo venatorio sul territorio, come abbiamo visto ricavano grande beneficio dal fatto di essere chiaramente indicate come rientranti nella sfera del diritto pubblico. Non sarebbe forse il caso di pensare seriamente a definire lo status giuridico dei nostri ATC e CA? Sono ormai venti anni – ovvero dall’entrata in vigore della legge 157 – che se ne dibatte, con la prevalenza ora della tesi privatista, ora della tesi pubblicista, ora di una commistione di entrambe.

Dall’una o dall’altra scelta deriverebbero vantaggi e svantaggi, ma certamente rimanere nell’attuale limbo non giova a nessuno. Senza tralasciare la terza via, che potrebbe essere l’abolizione dei territori a caccia programmata per tornare alla gestione in capo alle Province, come avveniva ante legge 157 e come ci piacerebbe tanto fare nelle troppe situazioni in cui ATC e CA, lungi dal gestire, sono diventate repubblichette delle banane in mano a personaggi ambigui che si cullano in un effimero potere senza ovviamente curarsi di applicare ciò che la legge demanderebbe loro. Questo però è un altro discorso, che ci riserviamo di meglio approfondire in una prossima occasione. Intanto, chi volesse maggiormente informarsi sull’argomento odierno leggendosi la relativa documentazione (disponibile in inglese e francese), può rivolgersi all’incaricato per gli affari giuridici della FACE Johan Svalby alla mail: [email protected].

Massimo Marracci


22 commenti finora...

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

Una sentenza,la piu' recente,giurisprudenzialmente piu' vecchia di 7 anni?signora,questo si che la dice lunga sulla OBIETTIVA informazione che volete propinare!Ma non si preoccupi,noi siamo talmente IPOCRITI rispetto alle vostre idee,che leggeremo anche i provvedimenti da lei citati(non si preoccupi:la traduzione esiste!).

da Pietro 2 11/09/2011 14.41

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

Non so sig.Paola a quale categoria appartenga lei,sicuramente a quella che non "dicendola lunga",non fa' della educazione il principio con il quale si entra in casa d'altri(del resto cosi' e' d'uso sui siti che immagino lei frequenti);per tornare "a bomba",leggero' domani cio' che lei afferma, ma cosi',ad occhio,non solo non vedo il nesso con l'accesso ai fondi,ma una,la piu' recente,e' addirittura di 7 anni piu' vecchia,quindi giurisprudenzialmente non superata,ma ARCAICA rispetto all'ultima!Questa e' la sua obiettivita' di informazione?

da Pietro 2 11/09/2011 14.31

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

Ecco un fulgido esempio di come si potrebbe applicare uno degli articoli della nuova manovra finanziaria ... : LIBERTA' DI LICENZIAMENTO ! Non vuole lavorare ? ... A CASA !

da Renzo 10/09/2011 18.37

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

Io credo che le persone giuste debbano provvedere a questo episodio poi se puo' farlo che lo faccia noi a caccia ci andiamo lo stesso che vada a fare l'ambientalista una più una meno che ci cambia?

da paolone 69 09/09/2011 20.04

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

eheheheh...pensa te quanto sono preparati questi pseudoambientalisti.....che lo facciano passare....

da cele 31/03/2011 12.04

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

certo cele,l'ho spiegato in parole povere a questi dementi che postano sul sito.loro non capiscono che abolendo l'art.842 la selvaggina non è più dello stato,ma del propretario del fondo,ed è anche responsabile dei danni che provoca.perciò caro abolendo l'art 842 etc etc,se tu sei padrone di tot terreno,e un animale esce dal tuo terreno e provoca un incidente,tu sei il responsabile.negli altri paesi se per esempio un cane entra in una propietà privata,viene fatto fuori.prova.

da max 60 30/03/2011 16.55

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

x max...hai dimenticato una cosa:se abolendo 842...il responsabile del territorio diventerebbe il proprietario.Verrebbe quindi meno l'art 1 della 157/92...dove non sarebbe + lo Stato il proprietario del patrimonio...diventerebbe non perseguibile ogni uso e abbattimento....

da cele 30/03/2011 16.02

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

Ragazzi, lasciate perdere abolire l'art.........questo è sempre il patetico imbecille e pure s(figa)to, il troll se la sogna anche ad occhi aperti.

da Nato cacciatore 30/03/2011 8.34

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

Ciao vince50, giusto senza offendere i veri parassiti, almeno loro fanno quello per cui madre natura li ha destinati.

da Nato cacciatore 30/03/2011 8.29

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

per abolire etc etc.forse non sai una cosa,o ti sfugge,che abolendo lart.842 vale anche per te,mi spiego.se adesso potevi farti un giro in campagnea in compagnia dei tuoi cami,abolendo tale art.non lo poi fare più senza il consenso del propretario.e non potrai svolgere nessuna attività,come fare la cicoria,raccoglere funghi,fare scampagnate,e pescare,perciò se te svolgi una di queste attività ti dai la zappa sui piedi da solo.un'altra cosa,io penso che a te ti piace "la figa"degli animali,il che è un'altra cosa.

da max 60 30/03/2011 1.35

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

da abolire l'art 842 subito...impegnati un pochino di + a leggere ce la puoi fare...quelle condizioni da te citate sono per piccoli appezzamenti...poi se non vuoi far cacciare nel tuo terreno non devi far altro che cintartelo...

da fabio 29/03/2011 23.32

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

x nato cacciatore:molti attuali governanti meriterebbero di essere definiti in modo tale da fare arrossire i parassiti.Mi sono espresso male,mi riferivo ai rossi ammantati di verde,e non volevo affatto offendere i parassiti(quelli veri!!)

da vince50 29/03/2011 22.15

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

IN QUESTA SENTENZA X CHI NON L'AVESSE CAPITO SI EVINCE CHE L'ABOLIZIONE DELL'ART. 842...NON HA MOTIVO DI PREOCCUPARE.

da CELE 29/03/2011 21.49

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

Dicono che al parlamento europeo, un autorevole esponente dei verdi è tale Bovè, francese, fondatore del sindacato dei contadini, che deve i suoi successi, in Francia, alla difesa delle vera cultura rurale (quella contro le multinazionali dell'industria agricola e dell'agricoltura intensiva) e alla difesa della caccia come parte integrante della cultura "contadina"? Se così fosse, io lo contatterei e mi farei spiegare come si fa.

da Berto S. 29/03/2011 18.16

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

questa sentenza come le precedenti sentenze tedesche evincono una cosa sola che dove la caccia viene rispettata ci può essere anche un partito dei verdi molto forte prendere ad esempio le ultime elezioni in Germania dove il partito dei verdi non ha vinto ma stravinto le elezioni. VIVA LA CACCIA

da Emanuele 29/03/2011 10.47

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

Vince50, lungi da me difendere qualcuno, ma tu vedi qualcuno fra quelli attualmente al governo (certamente non sono rossi) da non meritarsi l'appallativo di parassita??

da Nato cacciatore 29/03/2011 10.35

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

La corte europea,,,,ma noi ne facciamo parte?oppure dobbiamo recepire soltanto quello che fa comodo ai rossi parassiti!!!!!

da vince50 28/03/2011 22.19

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

be...appelliamoci anche noi alla CORTE EUROPEA PER I DIRITTI DELL'UOMO,contro Brambilla e company....visto che da noi,anno più diritti gli animali....

da ma 60 28/03/2011 18.11

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

BRAVI

da pietro 28/03/2011 16.35

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

l'anuu ha molte cartucce magnum nella cartuccera...termine che fa riferimento ai dirigenti....massimo è missile patriot.

da fabio 28/03/2011 16.18

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

L'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) lamenta una situazione drammatica. Una nota diffusa nei giorni scorsi spiega: "La drammatica situazione del precariato, la dismissione di sedi centrali e prestigiose, il trattamento riservato ai reperti di proprietà dell'Istituto, la mancanza di un indirizzo chiaro e di fondi per le attività, le divisioni al vertice dell'ente. Tutto sembra mostrare una volontà di ridimensionamento e impoverimento dell'Istituto, che ha portato il sindacato Usi/RdB a chiedere a tutti i lavoratori, precari e strutturati, di impegnarsi per evitare che l'Ispra diventi una semplice succursale del Ministero vigilante (quello dell'Ambiente) o venga smembrata. L'amministrazione Ispra dice di non aver ricevuto, al momento, trasferimenti sufficienti dal ministero dell'Ambiente, quindi di non poter andare avanti con le previste assunzioni dei vincitori dei concorsi e tantomeno con gli attesi scorrimenti delle graduatorie di idoneità, nonché l'emanazione di bandi a tempo determinato per i profili non presidiati dai concorsi stessi. Tutti aspetti previsti dal protocollo d'intesa siglato lo scorso anno, la cui applicazione integrale consentirebbe finalmente l'«emersione» di oltre 200 lavoratori «in nero» che ancora oggi svolgono le stesse attività dei colleghi a tempo indeterminato, senza però ricevere lo stesso trattamento economico e contrattuale. Il previsto abbandono della centrale sede di via Curtatone, in nome di un dubbio risparmio economico, comporterà l'abbandono dell'Auditorium e di qualsiasi possibilità per l'Ispra di avere una sede di rappresentanza a Roma, come si addice a un Istituto così importante e con tanti eventi pubblici da organizzare. "Il trasferimento nel periferico Eur causerà pesanti disagi all'organizzazione della vita di tanti lavoratori. Discorso simile per la sede di via Casalotti, che si trova all'interno di un'area naturale di grande pregio e potrebbe costituire un cent

da max1964 28/03/2011 10.50

Re:CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: IMPORTANTE SENTENZA A FAVORE DELLA CACCIA

E se anche in Germania, dove la caccia è un vero e proprio privilegio, si dà un valore sociale a questa nostra attività, vuol dire che è maturo il tempo di rivendicare anche da noi considerazione e rispetto da parte di un'opinione pubblica mal consigliata e soprattutto da una classe politica che ci ha quasi sempre deriso, fino a degenerare nelle brambillate senza pudore, della casta del bunga-bunga.

da peldicarota 28/03/2011 9.23