editoriale - Fucili italiani come le ferrari


martedì 2 settembre 2008
    
Fucili italiani come le ferrariI fucili da caccia italiani sono senz’altro invidiati - e copiati - in tutto il mondo. Esistono fondamentalmente due livelli di produzione: quella più artigianale o di piccola serie, dal valore altissimo; quella industriale o di grande serie. Nella produzione di piccola serie, dei cosiddetti fucili “fini” cioè, l’eccellenza raggiunta dai nostri armaioli (una decina al massimo) è ormai in grado di competere a livello assoluto con i più celebrati inglesi. In questo caso contano la perfezione della lavorazione, la personalizzazione, l’impiego dei migliori materiali, la raffinatezza delle finiture.
La produzione industriale di sovrapposti e semiautomatici è quella maggiormente sottoposta alle sfide, ma anche ai rischi, della globalità. Occorre che le aziende italiane continuino a puntare sugli aspetti che hanno fatto la differenza per raggiungere il livello attuale: qualità, innovazione, performance, affidabilità. E che, semmai, siano capaci di industrializzare sempre più il prodotto, senza pregiudicarne la qualità, senza contare la necessità di fare sistema tra i tanti piccoli produttori e l’indotto della Val Trompia, centro di produzione senza paragoni al mondo.

L’acquisto di un fucile da caccia, oggi più che mai, deve essere ragionato: il mercato offre marche e modelli a profusione, di tutti i prezzi. L’acquirente deve necessariamente saper scegliere partendo dal tipo di utilizzo che ne vuole fare. È importante che verifichi nel dettaglio le caratteristiche tecniche, produttive e dei materiali, di solito messe in sufficiente evidenza dalle principali aziende del settore. Proprio la marca del fucile è, spesso, garanzia di qualità e di valore nel tempo. Un fucile di marca, e le marche dei fucili italiani sono ben conosciute, tenderà a conservare valore e prestazioni nel tempo, garantendo così l’investimento dell’acquirente. Dal punto di vista tecnico egli deve valutare gli spessori delle pareti di canne e bascule, le tecniche costruttive, la solidità e la precisione delle chiusure, la qualità dei legni e delle finiture. Non per ultime le doti balistiche che possono essere verificate sperimentalmente, alla placca. Nella scelta può essergli di grande aiuto, naturalmente, la lettura di una rivista specializzata e molto attenta all’aspetto tecnico e alle prove delle armi e delle munizioni. In Italia ce ne sono di ottime.

Massimo Vallini
Direttore di "Armi e Tiro"

Massimo Vallini Amico di Big Hunter


1 commenti finora...

Re:editoriale - Fucili italiani come le ferrari

Egregio Direttore come non Darle ragione? Io sono un grande estimatore dei prodotti armieri della nostra Italia e sicuramente non il solo,credo che anche gli Inglesi se vogliono avere una vera collezzione di fucili non possono non inserirvi una Nostra arma fine od industriale che sia. Purtroppo non so se mai riuscirò ad avere una delle opere d'arte dei nostri Maestri Armieri,ma,in ogni caso,anche le armi meno impegnative"a livello di prezzo"nulla anno da invidiare a quelle della "concorrenza". Un plauso particolare va inoltre alla Sua rivista che ci tiene sempre informati ed a volte ci fa anche sognare. Complimenti. Renato.

da Renato 06/10/2008 14.39