Starna. La volta buona?


lunedì 11 aprile 2022
    
 
 
Non sarà certo la caccia questa volta ad essere additata della scomparsa della starna, visto che ormai è stato sottratto alla caccia quasi il 30% del territorio agricolo, a cui si possono aggiungere le aree di prossimità di paesi e città, ma anche dei tanti borghi della nostra bella Italia: una ricerca Toscana testimonia che in quella regione c'è già più del 40% di aree protette.

Si sta parlando molto del progetto LIFE Perdix e sembra che stia andando avanti con buona lena. Ne sono state gia immesse alcune migliaia nel Mezzano (terra mitica di starne fino agli anni ottanta) ma si ha anche notizia che duemila starne italiche di quel progetto sono state liberate nel parco dell'Orecchiella (l'allevamento è nel Centro Faunistico di Bieri) dai Carabinieri Forestali in collaborazione con l'ATC di Lucca.
Due aree, quelle del Mezzano e quella in Garfagnana, che sicuramente si possono prestare al riadattamento di questa specie che per secoli ha fatto sognare i cacciatori di tutta Europa, e non solo, visto che se ne trovano brigate fino in Mongolia.

La speranza è che  da queste aree pilota, la "grigia" possa irradiarsi o, meglio, essere irradiata anche in altre aree del paese. La congiuntura sembra la migliore, visto che se il paese avrà modo di procedere al recupero ambientale e al ripristino, mutatis mutandi, del nostro amato paesaggio rurale ormai sconquassato da un'agricoltura esageratamente industrializzata, le condizioni si andranno a mano a mano ricostituendo. Predatori di vario genere permettendo.
La starna, leggo anche sul periodico dei Carabinieri Forestali, è un uccello legato agli ambienti agricoli che dagli anni Settanta del secolo scorso ha subìto un rapido declino in tutta Europa, con una diminuzione del numero di individui del 90%, e la nostra sottospecie è stata da tempo data praticamente per estinta. Salvo qualche capo, reperito in un allevamento della provincia di Modena, da cui è partito il progetto di recupero.

Un iniziativa della quale va riconosciuto il merito alle organizzazioni pubbliche e private che vi hanno creduto e che sarà bene tenere d'occhio anche dopo i sei anni previsti dal progetto. Non avrà un futuro radioso, infatti, se nel frattempo il nostro paese non avrà recuperato  quelle condizioni ambientali utili non solo alla starna ma a tutte quelle specie selvatiche che un tempo  erano la gioia dei nostri occhi di cacciatori. Per quasi un secolo ormai non si è più tenuto conto della circolarità biologica che consentiva la vita a una miriade di esseri meravigliosi che oggi - a causa dell'impoverimento grave della biodiversità - è scomparsa dalle nostre contrade, pur costituite per una discreta parte a parco. Come leggo, di nuovo, nel periodico dei Carabinieri Forestali, la principale causa della rarefazione della specie è da ricercare nei cambiamenti delle pratiche agricole che hanno portato alla distruzione delle siepi e degli argini inerbiti, oltre che nell’uso intensivo di erbicidi ed insetticidi. Ciò ha portato alla perdita degli ambienti idonei alla nidificazione e alla diminuzione della presenza di insetti, importante fonte alimentare per i pulcini. E anche, a mio parere, alla scomparsa della mezzadria o dei poderi a conduzione familiare, con la loro diversificazione colturale, la varietà di essenze vegetali, e di conseguenza di ambienti che stagione per stagione offrivano cibo e riparo alla starna e a tante altre specie di selvaggina. E di insetti, piccoli mammiferi ecc...

Ce la faremo? Io spero di sì, soprattutto se anche noi, cacciatori, non ci limiteremo solamente a protestare per l'elenco delle specie cacciabili o per le date sempre più ridotte dei calendari, ma saremo competenti osservatori della campagna, tutori delle sue bellezze e dell'integrità dei suoi antichi paesaggi, arcigni censori nel denunciare i tanti misfatti che il nostro patrimonio naturale ha dovuto sopportare a causa di un ambientalismo miope che oggi, per seguire le mode, si sta trasformando sempre di più in animalismo radical chic.

Sale in zucca e avanti!
 

Valter Brunori
 
 

 
 
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15 commenti finora...

Re:Starna. La volta buona?

Infatti quando esistevano le starne i cacciatori andavano a caccia e mangiavano solo volpi, faine, corvidi, rapaci,gatti semiselvatici,tassi,istrici per salvaguardare le starne.

da Questo si che ha capito tutto della caccia 16/04/2022 10.25

Re:Starna. La volta buona?

A proposito di nidi da ragazzo ne trovavo sui mandorli a volte con le uova altre con gli avamposti.ora nulla.che peccato.

da Peppone 14/04/2022 18.30

Re:Starna. La volta buona?

Leggo nell'articolo "La principale causa della rarefazione della specie è da ricercare nei cambiamenti delle pratiche agricole". SBAGLIATISSIMO, la causa della scomparsa delle starne è dovuta a volpi, faine, corvidi, rapaci,gatti semiselvatici e non ultimo l'incredibile e incontrollato proliferare dei tassi e degli istrici che distruggono sistematicamente tutti i nidi cibandosi delle uova

da Mauro 14/04/2022 13.33

Re:Starna. La volta buona?

Credo che Peppone,abbia confonda le starne con le Quaglie???

da Fucino Cane 13/04/2022 11.21

Re:Starna. La volta buona?

Peppone è un burlone, sa benissimo come stanno le cose. Almeno lo spero per lui. Probabilmente dietro la sua ironia c'è una completa sfiducia nel progetto.

da Salutiamo 13/04/2022 9.42

Re:Starna. La volta buona?

Peppone non so cosa vuoi dire con sta acacia ma le starne non sono uccelli migratori ma stanziali, tanto per non farti più incorrere in errore. Salutiamo

da jamesin 12/04/2022 14.34

Re:Starna. La volta buona?

l'acacia delle starne sior peppone la fai nelle agro-turistico venatorie .. Come vieni accolto nella casa di caccia se vuoi puoi andare a visitare le voliere, migliaia di starne.. Pensa che trent'anni fa' la mia irlandese la prima settimana di ottobre ando' in ferma proprio sull'unica brigata nata libera e l'accompagnatore lo sapeva .. Si alzarono all'unisono e le guardammo... Poi c'è Varasdin......

da Vito Canevese 12/04/2022 12.04

Re:Starna. La volta buona?

anche se non capisco di percentualità , non smetterò mai l'acacia delle starne nella emigrazione autunnica!

da peppone 12/04/2022 11.49

Re:Starna. La volta buona?

Questi imbecilli di radical (ormai di tutte le razze) che sognano di riportare la natura incontaminata, quando da noi non c'è più da un paio di migliaia di anni almeno. E' tutto uno sporco gioco di affari che - proprio per affari - non tocca mai il problema che è quello demografico (in un secolo siamo cresciuti di almeno quattro volte sul pianeta) e quello del consumo per il consumo. Una propaganda incessante che da noi spinge la corsa al superfluo, mentre due terzi del mondo fa la fame. Ai governanti del mondo (compreso i nostri) manca del tutto una visione del futuro e un equilibrio che tocca anche le nostre corde di cacciatori.

da Addavveni' 12/04/2022 8.33

Re:Starna. La volta buona?

Quando c'erano le starne ( non quelle che arrivano dal mare?) ..non c'erano i fagiani ,non c'erano le mietitrebbie, si concimava con letame e non si usavano pesticidi .La biodiversita' era una cosa reale e sopratutto non c'erano le volpi .E di qualche giorno fa' la scoperta di una tana con davanti una trentina di coppia d'ala di fagiana e di germano reale femmina ,sicuramente predate sul nido........

da Vito Canevese 11/04/2022 20.38

Re:Starna. La volta buona?

A proposito del territorio cacciabile. E' certamente vero che ce ne è stato sottratto, ma è altrettanto vero che nel frattempo noi siamo meno della metà di quando la legge sulla caccia non prevedeva quell'embargo dal 20 al 30. Poi vorrei dire anche che nel frattempo, tante terre ci sono state tolte anche dalla speculazione edilizia, infrastrutture, ecc.; ma noi cacciatori, dove eravamo quando tutto questo succedeva? Se non ci preoccupiamo noi dei nostri territori, pensate che lo facciano gli ambientalisti e gli enti parco?

da Richiacchiera 11/04/2022 16.19

Re:Starna. La volta buona?

...visto che ormai è stato sottratto alla caccia quasi il 30% del territorio agricolo, a cui si possono aggiungere le aree di prossimità di paesi e città, ma anche dei tanti borghi della nostra bella Italia: una ricerca Toscana testimonia che in quella regione c'è già più del 40% di aree protette.------------------------------------------------------------------- Anche in Campania fu fatto un calcolo del territorio protetto dal sindacato venatorio italiano il quale addirittura per questo fece un ricorso al TAR Campania che vinse anche perchè da uno studio del tecnico del sindacato risulta che il territorio protetto superava di molto il 30%, solo che dopo circa due anni che non si prendevano i dovuti provvedimenti da parte della regione questa fece un suo studio che prevedeva che il territorio protetto risultava al di sotto de 30% per cui era nei termini di legge. Adesso facciamoci una domanda. Sono anni che si batte il chiodo su questi siti di caccia che non abbiamo più territorio cacciabile ne tantomeno adatto per la sopravvivenza dei selvatici e non solo stanziali ma in special modo per i migratori. Fate un po voi qua si fanno solo chiacchiere.

da jamesin 11/04/2022 14.11

Re:Starna. La volta buona?

Peppone ma da quale scuola di caccia provieni ! E' ora che ti metti a studiare un po, aaah, ha, ha, ha haaaa !

da jamesin 11/04/2022 13.11

Re:Starna. La volta buona?

Peppò.... stai a dì sul serio ??

da A.le 11/04/2022 12.57

Re:Starna. La volta buona?

Spero che arrivano in primavera come cuando ero giovane, che gioia veder arrivare le brigate di starne dal mare. Il pomeriggio mi divertivo a fischiarle negli incolti! Bhei tempi!

da peppone 11/04/2022 10.41