La ri-proposta


martedì 27 dicembre 2016
    

Mario Biagioni Tempo fa mi è stato chiesto se avevo conservato l'opuscolo di un evento, piccolo ma originale, con i cani da tartufo. Ho risposto subito di sì e mi sono impegnato a cercarlo, ma non l'ho trovato. Una brutta figura, però anche fortunata: in una montagna di carta ho trovato appunti, foto e ritagli di stampa che ogni tanto mi fanno avere i miei amici, appassionati ed attenti al mondo delle prove.

E' venuto fuori un po' di tutto: cronache e resoconti delle autunnali e grande cerca in Polonia e Croazia; i prestigiosi trofei delle prove in montagna tra Svizzera, Francia, Grecia e Italia, dalle Alpi lombarde alla Presolana con l'incanto dei galli forcelli, e sull'Altipiano di Asiago, l'Ortigara e Monte Grappa tra le starne di Mario Rigoni Stern.

Tutto bellissimo. Poi i resoconti de raduni di razza e Campionati sociali, spesso disputati su terreni difficili, con selvaggina vera e abbondante. Su una fotocopia avevo aggiunto, in proposito, un commento ripreso da qualche parte: “La formula più vicina alla caccia cacciata, dove si intende osservare non solo lo stile, le andature, il metodo di cerca, la ferma e altre caratteristiche valutabili in tutte le note di concorso, ma anche il recupero e il riporto.
Insieme al tutto, una interessante “nota”, purtroppo ormai datata, di Marcello Villa, veterinario, cacciatore e cinofilo, giudice internazionale di prove e allevatore di pointer, che espone con chiarezza i problemi della razza e le sue personali proposte.
Richiamata l'attenzione sulla Società di razza e relativi compiti istituzionali che ne caratterizzano l'attività, fa notare che “siccome viviamo un momento storico in cui la popolazione da noi tutelata subisce una contrazione numerica statisticamente significativa” e i cani da ferma sono globalmente in diminuzione (ma i pointer di più), il minimo che si possa fare è chiedersi perché. E fa anche notare che quando ci sono popolazioni in contrazione numerica, si rileva spesso un aumento della qualità, dovuto al fatto che si portano avanti solo i soggetti con più possibilità e prospettive di crescita; ma nel periodo considerato (una decina di anni a cavallo del duemila) non sono stati rilevati dati significativi, sia nelle prove che nelle esposizioni.

E' invece risultato evidente  che con la riduzione del numero, è aumentata la consanguineità, un problema che deve preoccupare non poco.

Da anni ci ripetiamo che il fenomeno andrebbe tenuto sotto controllo, anche considerando che in (tutte) le specie animali tutelate da un libro genealogico, ogni anno si ricalcola l'indice di consanguineità e quindi, conoscendone l'entità, si può anche intervenire in modo efficace.

A seguire Marcello Villa faceva delle proposte che però, ad onor del vero,  non ho notizia del se, come e quanto siano state considerate.

In sintesi s'auspicava di: - valutare l'andamento del pool genetico, che per diversi motivi tende a ridursi; - controllare lo stato della razza attraverso lo studio di un campione sufficientemente significativo di cani che partecipano anche alle “gare” per cacciatori; - Informatizzare e divulgare le relazioni di prove speciali, raduni ed esposizioni; - Prendere contatto con il maggior numero possibile di allevatori e proprietari, e raccogliere gli elementi necessari per redigere un piano di allevamento; - Organizzare eventi di aggiornamento per allevatori, proprietari e giudici, aperti a tutti.

Con molto ritardo, un grazie a Marcello Villa, e siccome è ormai tanto che se ne parla, mai dire mai.


2 commenti finora...

Re:La ri-proposta

Il problema si presenta secondo me solo per chi il cane lo usa a caccia o da difesa,la consanguineità è stata ricercata da molti allevatori,perché cosi si cercava di fissare i caratteri della specie il risultato è. Stato che ora abbiamo cani decisamente piu belli ,ma con delle tare difficili da aggiustare tanto che per avere dei soggetti decenti per la caccia bisogna spesso purtroppo cambiare troppi cuccioli

da passatore 31/12/2016 9.04

Re:La ri-proposta

A parte le feste, non vedo troppo interesse nei confronti della cinofilia. E' un peccato e bisognerebbe chiedersi perchè. Io penso che il consumismo pronta caccia abbia stravolto i rapporti. In più, la cinofilia ufficiale ha seguito a mio parere con poca responsabilità il mercato. Ecco che - per restare in ambito caccia - si favoriscono le iscrizioni e le qualifiche spesso a prescindere dal valore cinotecnico, e - in generale - si punta alle mode, disconoscendo anche i principi fondatori della cinoflia ufficiale. Cosa c'entranno con l'Enci i bastardi? Se qualcuno me lo spiegasse gliene sarei grato.

da Tomaso C. 31/12/2016 8.49