Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi


lunedì 12 dicembre 2016
    

Nonostante il calo degli appassionati, la caccia fa girare una bella fetta di economia in Europa. Ogni cacciatore spende in media 2400 euro l'anno per attrezzature, abbigliamento e permessi. Il che significa che tutti insieme, i 6,7 milioni di cacciatori europei sono una forza economica stimata in 16 miliardi di euro.

Sono alcuni dei dati usciti dalla conferenza “Il Valore Economico della Caccia nell’UE”, organizzata a settembre 2016 dalla
FACE a Bruxelles insieme all'Intergruppo Biodiversità, Caccia e Ruralità. Nel dettaglio, lo scorso anno i cacciatori francesi hanno speso 3,6 miliardi, mentre quelli italiani 3,2, con un totale di 43 mila posti di lavoro (in Francia sono 25.800). Il settore della caccia in Europa offre 102.581 posti di lavoro. Nel Regno Unito, un recente studio ha rilevato che la caccia contribuisce all'economia britannica per 2,5 miliardi di sterline (equivalenti a 3.2 miliardi di euro) ma anche che annualmente vengono spesi qualcosa come 295 milioni di euro per le varie iniziative di conservazione e protezione ambientale, grazie agli introiti della caccia. Tali attività di conservazione comprendono qualcosa di difficilmente quantificabile in termini monetari, ovvero 3,9 milioni di giornate di lavoro volontario, pari a 16.000 posti di lavoro a tempo pieno.

Nelle slide presentate da Michl Ebner, presidente della FACE, si fa presente che uno studio condotto in Irlanda ha dimostrato che i cacciatori contribuiscono all'economia nazionale per 111,6 milioni di euro, di cui l'80–90% speso nelle zone rurali. Attraverso la loro confederazione nazionale, i cacciatori greci finanziano invece l'attività delle 400 guardie ambientali, il che vuol dire una spesa di 7 milioni di euro l'anno.

A questi straordinari valori positivi si aggiunge un altro grande dato, che aiuta le economie dei paesi: il lavoro volontario. Il lavoro dei cacciatori, non stipendiato, ai fini protezionistici, si riassume in alcune attività ben precise: gestione della fauna selvatica; controllo delle specie aliene, manutenzione delle foreste; conservazione e ripristino degli habitat; conservazione dei corridoi naturali; creazione e mantenimento degli habitat, creazione e manutenzione di recinzioni, siepi, stagni, l'alimentazione in inverno dei selvatici in difficoltà e le attività di rimboschimento. In Europa la Face stima che i cacciatori si occupano della gestione e della manutenzione di 2,9 milioni di ettari, ovvero il 65% degli habitat cruciali per la fauna selvatica.

Le direttive Ue considerano la caccia come un servizio per gli ecosistemi e per le zone rurali, ed è esplicito il riferimento al contributo positivo dell'attività venatoria anche e soprattutto a difesa delle specie cacciabili. Un concetto che la maggior parte dei cacciatori comprende al volo, ben conoscendo quel senso di responsabilità che implica che per avere carnieri ottimali bisogna garantire al bosco e agli altri ambienti (aree umide, praterie) le condizioni per poter rinnovare le proprie risorse. Al di fuori di questo mondo invece rimane poco più che una storiella da imbonitori. Il cacciatore spara, punto.

Quantificare come e cosa fanno i cacciatori sembra impossibile, ma una risposta potrà arrivare dalla stessa Commissione Ue che sta effettuando la mappatura e la valutazione dei cosiddetti servizi ecosistemici, il che potrà, ce lo auguriamo, dare un valore anche a quelli dei cacciatori. In tal senso la Face ha chiesto il riconoscimento ufficiale della caccia tra questi “servizi”, che comprendono, tra le altre cose anche l'attività sociale e culturale dei cacciatori, che tengono in vita molte comunità rurali altrimenti abbandonate da un mondo che corre verso un progresso cieco e sfrenato. In questo senso quindi offre anche occasioni di sviluppo economico assolutamente ecosostenibile in direzioni chiave come la distribuzione di carne di selvaggina e la conservazione di paesaggi naturali (la caccia sostenibile rientra nella strategia di difesa della biodiversità) e culturali da tramandare.

Cinzia Funcis


15 commenti finora...

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Però, interessante sarebbe anche sapere cosa esborsano per l'europa tutte quelle associani animalambientaliste che di certo sono di gran numero superiori a quelle venatorie.

da s.g. 16/12/2016 20.17

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

tutte osservazioni giuste, mi sa che si andrebbe molto meglio con una caccia "privata", altro che sociale, almeno le regole sarebbero chiare e non gestita dai piccoli potentati locali mafiosi

da vecchio cedro 14/12/2016 18.54

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Edoardo hai colpito nel segno se poi ti azzardi ad andare in Toscana ancora peggio ma vado avanti prova a Ferrara dove si spara ai colombacci col kaiser che ti danno l ATC sti delinquenti per gli ungulati è sempre peggio sono sempre di più , sempre meno cacciatori ma nessun atc che te li dia se poi parli di cinghiale sei FINITO rischi anche di prendere due sberle ! ragazzi per come la vedo io la CHIUDEREI ma solo per quei PADRONI degli atc e della provincia che fanno il bello e il cattivo tempo alla faccia nostra ! MA SIAMO SINCERI LA CACCIA SOCIALE NON ESISTE PERCHE' IL GENERE UMANO CACCIATORE FA SCHIFO, Spero in un referendum per chiuderla VOTERO CONTRO pur essendo un accanito cacciatore ma solo per questi aguzzini

da Gianf 13/12/2016 19.16

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Tutto è diventato interesse dei pochi ! Sono finito in mano al marchese del grillo, che una volta mi disse :io sono io e tu non sei un cazzo !

da jamesin 13/12/2016 18.30

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Anch'io penso che 2'400 euro a cacciatore siano davvero pochini. Se mettiamo solo le tasse ed un paio di ambiti siamo già a € 500. Poi ci sono i cani da mantenere, curare, ecc. Non parliamo dell'attrezzatura e del vestiario. Per chi si dedica poi a nuovi tipi di caccia le spese non finiscono mai. ...e per chi va fuori regione affitto di locali, e giro dell'economia in posti e tempi che normalmente non prenderebbero 1 € dal turismo di massa. In italia ci lamentiamo che siamo sempre meno ma, tra i cacciatori purtroppo non c'è solidarietà! Faccio un esempio che mi tocca da vicino! Se un neo cacciatore di selezione volesse cacciare nella provincia di Piacenza (proveniente da fuori regione) per richiedere l'equipollenza deve farla in altra provincia dell'emilia romagna altrimenti nel piacentino campa cavallo che mettono mille scuse per farti perdere tempo, piuttosto che dartela! Anche nel settore pubblico della mia regione parlano proprio di "carognoni" nei confronti dei rappresentanti caccia di questa provincia. Vogliamo parlare poi dei regolamenti interni a molti atc sempre del piacentino? Se non sei iscritto ad una squadra di cinghialari non hai diritto ai cinghiali in selezione! (il cinghiale è cosa nostra!!!) Alla faccia del cazzo che siamo invasi dai cinghiali! Penso che chiunque possa fare esempi simili a questo in altre realtà territoriali. Se la caccia va male in italia è perchè siamo pieni di ottusangoli anche tra i cacciatori! e l'ottusità di queste persone si ripercuote sia sulle nostre associazioni venatorie sia a livello politico e legislativo. Tutti noi vogliamo che chi ci sta intorno cambi mentalità nei confronti della caccia ma come può diventare possibile quando noi siamo i primi a non soppartare e supportare gli altri cacciatori?

da Edoardo 13/12/2016 17.14

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Eccone uno che sicuramente è un cacciatore soddisfatto. Bravo Gianfranco!

da F.G. 13/12/2016 17.09

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

magari spendessi solo 2400 euro all'anno...non mi bastano neppure per le cartucce...

da Gianfranco 13/12/2016 15.32

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Infatti. Abbiamo più cinghiali in Italia che canguri in Australia. L'incapacità della nostra classe dirigente si esprime al suo massimo proprio nella gestione dell'ambiente. L' anomalia cinghiale che il WWF attribuisce ai cacciatori è palesemente e scientificamente da assegnare alle idiozie che i nostri scienziati dedicano alla gestione dei parchi. I lupi, dice il WWF, dipendono dai cinghiali, non sapendo che i cinghiali si stanno organizzando (anche nei confronti dei cacciatori, ovviamente; cacciatori che calano e invecchiano), e comunque più cibo hanno i lupi e più aumentano, più aumentano e più fanno danni. Ma guai a controllarli. Insomma, se si seguita a dar retta agli ambientalisti, e a Sammuri, ci smeneremo un sacco di soldi che dovrà pagare pantalone per i danni e per gli accorgimenti incruenti da adottare. Nel parco dell'Arcipelago, ad esempio, i cinghiali catturati vivi vengo venduti (per la caccia o per la carne) o macellati appena dopo. E le catture (trappole), dicono all'Elba, costano l'ira di dio. Un'eredità di quell'altro genio dello spaccapietre diventato star televisiva, che si dimise da presidente del parco in coincidenza con il decreto Monti che azzerava i compensi ai presidenti dei parchi. Sarà vero? Che combinazione!!!

da Beata scemenza 13/12/2016 11.52

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

30anni fa avevamo 1.700.000 cacciatori. Il territorio utile alla caccia era probabilmente un 20% in più rispetto all'attuale. Oggi abbiamo meno di 700.000 cacciatori. Il rapporto cacciatore/territorio è quindi teoricamente aumentato. Quello che è sicuramente peggiorato è lo stato della SAF (Superficie Agricola e Forestale). La parte agricola è avvelenata. La parte forestale abbandonata. Questo è il problema, che ha però - almeno nella parte forestale - il vantaggio di aver favorito in parte lo sviluppo di specie selvatiche alternative a quelle nostre tradizionali.

da BN 13/12/2016 8.35

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

La caccia non la chiuderanno mai in Europa! In Italia si chiuderà da se, per mancanza di cacciatori e di territorio cacciabile.

da jamesin 12/12/2016 17.29

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Beh, il CNCN per esempio, sono anni che a più riprese pubblica a pagamento cose del genere sui principali mezzi d'informazione. Credo però che se non si capirà (e presto) che le nostre soluzioni sono in Europa, e che sarà l'Europa ad avere sempre più importanza (a prescindere dalla fine che farà l'Euro)anche per la caccia italiana, il nostro futuro sarà sempre più precario. Soprattutto per le nostre tradizioni.

da Mario B. 12/12/2016 15.19

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

parole sante, che non dovrebbero rimanere solo su un blog della caccia, ma che andrebbero diffuse a livello nazionale sui Tg

da arturo 12/12/2016 15.14

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Beato il Sig.Giovanni con la sua assoluta certezza... Questa frase "la caccia non la chiuderanno mai troppi interessi" forse la condivide con quanti di quelli hanno letto l'articolo riga per riga....e non tra le righe...altrimenti qualche dubbio l'avrebbero..."2.400 Euro di spesa media per cacciatore..... per lo meno se si riuscisse a pubblicare questa notizia su qualche straccio di quotidiano magari qualcuno( magari tra quelli che ci sono contro) potrebbe anche crederci e farsi venire qualche dubbio

da Bughiu 12/12/2016 12.25

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

Bla bla bla, se non si inserisce nel pil italiano ciò che il comparto venatorio produce come nelle altre nazioni a voglia cantare.

da Angelo 12/12/2016 11.32

Re:Cacciatori in Europa. Un'azienda da 16 miliardi

La caccia non la chiuderanno mai c'è troppi interessi.

da Giovanni 12/12/2016 11.30