Le beccacce e il lupo


lunedì 18 aprile 2016
    

Le beccacce e il lupo Quando gridi “al lupo” è perché il lupo non c’è. Ma quando un giorno il lupo lo vedi per davvero, provi un’emozione che non si può credere! A me è capitato ai primi di Novembre e ve lo voglio raccontare perché è una cosa che probabilmente non si verificherà mai più.
 
Ero andato a caccia sui monti della Lucania: partenza come al solito all’alba con al mio fianco due fedeli Spinone. Affronto un bosco bellissimo e molto esteso, ottimo ricetto per la beccaccia; ma quella mattinata era avara di incontri e nella ampia zona esplorata ne avevo trovato una sola furbissima e pure quella mi aveva dato filo da torcere: fermata quattro volte dalle cagne, si era resa irreperibile nonostante tutti i miei tentativi.
 
Riflessione: ormai il comportamento delle beccacce è molto cambiato, son sempre più rari i casi di animali paciosi e confidenti, arrivano da noi con un diavolo per capello e per fermarle ci vogliono cani superlativi; eppure quest’anno i boschi sono preparati benissimo, il bestiame brado è presente in numero più che sufficiente per creare i presupposti di abbondante nutrimento, ma anche se hanno la pancia piena, loro sono incazzate nere. Perché? Qual’è il motivo di questo cambiamento?
 
Di questo discutevo con gli amici che avevo incontrato al solito fontanile per la colazione: “A meno che – riflettevo – …a meno che i vari sconvolgimenti climatici abbiano influito sulle covate … e quelle che incontriamo qui adesso non sono le beccacce nate nell’anno, ma sono le vecchie, rese esperte dalle precedenti migrazioni e quindi smaliziate e diffidenti”. Se così fosse, che ne è delle giovani beccacce? Son già passate senza che ce ne accorgessimo … o non sono mai arrivate perché distrutte da intemperie ??? (siccità estiva o altri fenomeni negativi)… L’ipotesi d per se ottimistica – perché legata a fenomeni temporanei che riguardano solo il disgraziatissimo 2010 – sarebbe integrata da consolatorie notizie che in alcune zone invece la riproduzione è stata abbondante, così come Giorgio Lugaresi ha constatato in Lapponia: dunque forse le difficoltà hanno coinvolto solo il contingente migratorio diretto alle nostre aree … e magari in Francia, in Spagna o in Grecia il comportamento delle beccacce non è cambiato. Quesiti angosciosi su di un mondo di cui forse stiamo perdendo il controllo!
 
Fatta la breve sosta sotto il peso di questi inquietanti dubbi, abbiamo deciso di cambiare versante della valle per cercare miglior fortuna. Abbiamo percorso un tratturo con i cani a guinzaglio passando accanto ad una mandria di Podaliche al pascolo. Questa razza di vaccine viene tenuta allo stato brado sui monti boscosi del meridione dove è presente da tempi tanto antichi da aver ispirato la leggenda che vuole sia stata qui importata da Ercole in una delle sue fatiche. E se fu così, Ercole ci ha fatto un gran bel regalo per l’insostituibile aiuto che danno non solo nel concimare i terreni, ma anche per la pulizia del sottobosco che – in virtù della insuperabile rusticità – fanno meglio di qualunque altro tipo di bovini; un bosco “mandriato” dalle Podoliche, infatti, ben difficilmente va a fuoco d’estate, perché la loro “bocca buona” bruca anche le essenze erbacee che altri erbivori rifiuterebbero e che diverrebbero una facile esca per disastrosi incendi estivi.
 
Mentre riflettevamo silenziosi su questi fatti, notammo un vitellino che si era allontanato dalla madre e che – evidentemente assorto nelle prime esperienze della sua autonomia alimentare – si era avvicinato ad una radura situata sul nostro percorso, parzialmente coperta da felci. D’un tratto fra l’ondeggiare della vegetazione vedemmo sgattaiolare un animale di ragguardevoli dimensioni, a sua volta tanto intento a spiare il vitello da non essersi accorto della nostra presenza.
 
Ebbene… era un enorme lupo, proprio lì … a poche decine di metri da noi, avvolto nel suo austero manto che lo mimetizzava nel terreno e nelle felci che avevano ormai perso il vivace colore estivo. Allorché avvertì la nostra intrusione, ci rivolse uno sguardo contrariato e, senza compromettere la sua altera dignità, si allontanò al piccolo trotto, indispettivo che la nostra indiscreta presenza gli avesse sottratto una preda da lungo tempo pregustata. Magnifico! Era la mia prima esperienza a tu per tu col fiero brigante a quattro zampe. Più tardi un pastore del posto mi disse che l’anno scorso lui (o i suoi compari) gli avevano ucciso un asino. Proseguii la caccia e verso il tramontar del sole nello spallone contiguo a quello in cui stavo procedendo sentii lo sfrascare di animali in corsa… mentre più oltre si levò un ululato, non lugubre, anzi solenne. Le cagne mi si strinsero dappresso in cerca di protezione.
 
Non svelerò a nessuno il luogo di quell’incontro col brigante lupo, per essere complice della sua incolumità.

Mario Di Pinto

(tratto da setterfoto.com)


11 commenti finora...

Re:Le beccacce e il lupo

"Sport" hunting is a sickness, a preversion and a danger and should be recognised as such. People who get their 'amusement' from hunting and killing defenceless animals can only be suffering from a mental disorder. In a world with boundless oppourtunities for amusement, it's detestable that anyone would choose to get thrills from killing others who ask for nothing from life but the chance to remain alive.

da Roger 25/04/2016 22.12

Re:Le beccacce e il lupo

Il lupo sarà anche bello, ma qui in Maremma siamo disperati!! Gli allevatori, in un'assemblea che si è tenuta alcuni giorni or sono a Manciano hanno deciso di disotterrare l'ascia di guerra. Sono anni che vengono spesi centinaia di migliaia di euro per progetti inconcludenti e che vanno ad arricchire solo le tasche degli animalari!! Ora basta; legittima difesa delle greggi e chi si avvicina......!!!

da ugus 23/04/2016 20.57

Re:Le beccacce e il lupo

Magari se ti azzanna uno dei cani vedi che cambi idea più che rapidamente...fenomeno!

da 100%cacciatore 21/04/2016 22.56

Re:Le beccacce e il lupo

Tutto è nel modo, tutto è nella misura, caro Mauro. Il concetto errato, soprattutto animalista tipicamente italiano, è che si affronti l'argomento, non solo per il lupo, come se vivessimo in territori selvaggi. Ho esperienze di amici che si sono trovati a contatto con i lupi, ma non solo, in lande sperdute del Canada, o della Siberia, e ti posso dire che l'orrore/terrore per la belva non era disgiunto dalla meraviglia per l'approccio col genuinamente selvaggio. Ho anche, una bella esperienza di lettura, che consiglio, nel capolavoro della letteratura cinese (moderna) che è uscito in Italia col titolo "Il Totem del Lupo". L'esperienza, modesta ma veramente sentita, di questo Mario Di Pinto, se rapportata alle condizioni nostrane, non ha niente da invidiare alle sopradette sensazioni. Il fatto è che, tutti noi, molto spesso, non si tiene conto che a casa nostra non si può parlare di natura selvaggia, e il lupo, quando c'era e dove adesso c'è, lo dobbiamo relativizzare antropologicamente. Pensare a un lupo che vada assolutamente protetto, con tutto quello che c'è da mangiare in italia, con greggi e armenti che hanno un padrone, e cinghiali caprioli e cervi che comunque sono considerati "di proprietà" (cinghialari, selettori, proprietari terrieri ecc.), è un errore clamoroso. Da migliaia di anni, il territorio italiano è sotto tutela delle comunità che lo hanno modellato a loro uso e consumo. Il senso di bellezza che ne traiamo e che ne traggono tutti coloro che godono del "Bel Paese", non può prescindere da questa educazione/formazione culturale, sedimentata nei secoli. Facciamocene una ragione - noi in primo luogo - se vogliamo capire principi profondi che dovrebbero sovrintendere a un riscatto della caccia - e i serafici ambientalisti nostrani, che sperano ancora che la nostra viziata società contemporanea possa proseguire nello "standard" attuale usufruendo solamente di "energie rinnovabili" e godere al contempo di "lupi senza frontiere".

da Ezechiele 21/04/2016 9.54

Re:Le beccacce e il lupo

Ed ecco un'altra persona, oltre agli animalisti, a cui fare pagare i danni del lupo, cioè all'autore di questo articolo.

da Mauro 21/04/2016 8.22

Re:Le beccacce e il lupo

X la redazione. Come mai mi avete obliterato quella parola ( impronunciabile) visto che è entrata nel gerco comune e che cmq era stata pronunciata e non obliterata nell'editoria...io mi sono solo allineato.

da Carlo rm nord 20/04/2016 10.50

Re:Le beccacce e il lupo

In maremma è più facile trovarle, mio fratello ne ha gia' avuti 2 di incontri, per non parlare del pastore che conosciamo e le sue pecore di incontri altro che...tacci sua

da arturo 19/04/2016 16.57

Re:Le beccacce e il lupo

No, Jamesin , no i cacciatori che cacciano all'estero ma quelli di qui che hanno trasformato la macchia in una giostra. Si, quella percentuale, che va all'estero, non credo che determini queste nuove abitudini delle becche. Quando passano il confine iniziano a martellarle con questi bip bip così che quando arrivano al sud lo credo bene che sono inc@@@ura nere . Per quanto riguarda i lupi fanno solo danni al bestiame brado ....noi siamo più cattivi di lui.

da Carlo rm nord 18/04/2016 17.54

Re:Le beccacce e il lupo

non credo che le beccacce come altri migratori abbiano capito che da noi il martedì e il venerdì è silenzio venatorio. certo è che fa rabbia quando, nel periodo di passo, si perde una giornata buona. questo nelle regioni dove i migratori passano ma non si fermano. al sud, per esempio, almeno in parte,si fermano per tutto l'inverno, sia beccacce, sia tordi o allodole. al nord, capita con le cesene. bisogna accontentarsi. se non ce la facciamo, cerchiamo di ricordarci che la stragrande maggioranza delle vecchie generazioni cacciava solamente intorno a casa e prendeva quello che dava il caso, la stagione, il buon dio.

da albert e. 18/04/2016 17.28

Re:Le beccacce e il lupo

E' notizia di oggi, a TG Toscano che stanotte è stato assalito un'altro gregge. La "pastora", esasèperata, impaurita e demoralizzata, ha deciso di lasciare. Questo è il risultato di seguire filosofie ambiantaliste astratte, applicabili al nulla, che tuttavia in Italia hanno attecchito (sostenute soprattutto dai veri inquinatori, le multinazionali) da decenni, per colpa delle quali stiamo perdendo occupazione, innovazione, risorese anche intellettuali.Eppure, già da duemila anni Columella ci insegnava come fare. Un consiglio agli ambientalisti: tornate a studiare, ma rifatevi a Columella e lasciate stare chimici e petrolieri, che ci stanno fregando

da F.P. 18/04/2016 14.27

Re:Le beccacce e il lupo

Bravo,stai solo attento che non ti addenti una cagna intenta a cercare la beccaccia.

da Frank 44 18/04/2016 12.14