LA CACCIA, PROTAGONISTA INCONFESSATA DI EXPO


lunedì 21 settembre 2015
    

Come molti di voi - chi non c'è ancora andato ci vada se ha tempo e se è ancora in tempo - ho fatto un salto a Expo Milano 2015, il cui obiettivo principale "Nutrire il pianeta" sfida le nostre coscienze a indagare sulle possibili soluzioni.
Vi dirò che ero piuttosto prevenuto, perché in questi ultimi tempi ne avevamo sentite di tutti i colori e, francamente, se a tutto quello che è successo per organizzare questo evento mondiale ci aggiungiamo il contorno e i condimenti che tutti i giorni ci regala la situazione politica, sociale, economica nazionale e internazionale, ebbene, l'umore con cui affrontavo il viaggio e l'approccio  non era dei migliori.

Per di più, da campagnolo quale sono, a seguito delle diatribe sull'egemonia culturale delle multinazionali in contrapposizione al bisogno di gran parte della popolazione mondiale di garantirsi  l'accesso quotidiano almeno  al cibo per sfamarsi, avevo una mia idea che volevo confrontare con quanto si proponeva in questa mega rassegna della sapienza, delle bellezze e delle bontà del mondo.
Primo impatto: una piazza enorme, coperta a tratti, lunga a perdita d'occhio, che parte dal padiglione Zero, quello dell'ONU (Sfida Fame Zero. Uniti per un mondo sostenibile) e si esaurisce, un chilometro e mezzo dopo, nella sublimazione avveniristica della vita: un albero ipertecnologico, gigantesco, che di notte trasmette gioia da tutte le migliaia di luci e suoni, e racchiude in sé uno slancio rivolto al futuro, all’innovazione e alla tecnologia.

L'occhiata di partenza, lo devo dire, è quasi onirica. Appena arrivi, t'imbatti, appunto, nel Padiglione Zero, dove le Nazioni Unite hanno inteso rappresentare in una meravigliosa e fantasmagorica sintesi la realtà passata, presente e futura dell'umanità, legata al cibo. E la sorpresa, devo dire, è stata grande. Si accede passando attraverso l'archivio della memoria, una enorme parete in legno (stile neoclassico, che a me inconsciamente ha ricordato - anche - la facciata della biblioteca di Efeso), che rappresenta l'ingresso, e la base, per tutte le conoscenze che hanno fatto progredire l'umanità.

Ma la sorpresa, per un cacciatore, sta nell'introduzione al tema. Sulla vasta parete del salone successivo -  in un buio totale, di per sé evocativo -  si viene avviluppati dalla Pastorale Cilentana, l'essenza della vita, così come l'ha interpretata il regista Mario Martone. Un cortometraggio che ruota intorno a caccia, pesca, agricoltura e pastorizia, le arti attraverso cui l'uomo ha conosciuto la Natura, mettendola "al proprio servizio". La caccia, appunto e prima di tutto, quell'attività che la cultura moderna vorrebbe misconoscere, se non addirittura cancellare dalla memoria della specie.

Quell'attività, che - scorrendo i vari padiglioni, le varie aree dell'Expo - ritorna via e via protagonista, attraverso interpretazioni che si ricollegano alle culture, diverse, a volte fantastiche, dei tanti tantissimi  popoli che qui vi si esprimono. Come spiegare, infatti, se non con l'essenza vera, profonda del concetto che sta alla radice della nostra essenza di cacciatori (captiare ma anche capere, prendere, [per mangiare]), questo permanere ovunque di cibi non ancora edulcorati dalla massificazione, che girando qua e là fra i padiglioni, si incrociano con stupore e meraviglia. Sì, perché quando sì è assaliti da quello strano languorino che accomuna tutti, uomini e animali, ecco che ci si mette in cerca (a caccia?), anche via tablet o smartphone, di risposte le più consone alla sollecitazione dei nostri personali succhi gastrici. E succede che ci si imbatta in piatti, ricette, stuzzichini, street food si direbbe oggi, a cui i nostri palati sono adusi, a base di: coniglio (la cui carne la nostra ineffabile "Rossa" di Lecco vorrebbe proibire, insieme a quella di cavallo, di agnello e di animali in genere), lepre, cinghiale, quaglia, cervo, muflone e ovini a profusione (un po' ovunque nei padiglioni africani e orientali), ma anche a interpretazioni esotiche a base di cavallette, scorpioni (Thailandia), grilli, larve giganti, insetti di vario genere (Vietnam, Birmania), serpenti (Cina), coccodrilli. In gran parte rintracciabili (anche facendo ricorso al virtuale) nel padiglione del Future Food District, il supermercato del futuro.

Insomma, non proprio animali da cortile, tantomeno carne che si possa al momento trarre da allevamenti intensivi, di tipo industriale, così come li immaginiamo noi, oggi. Ma, invece, cibo che richiama alla mente - spero a tutti coloro che vogliano minimamente farci una riflessione - le ragioni di questa nostra pulsione istintiva, che ci porta a praticare la caccia (che siano fagiani o termiti, fringuelli o alligatori); pulsione che nessuno potrà mai reprimere.

Qualche riflessione. Un paio d'anni fa, ho partecipato a Milano a una serata di presentazione di EXPO. Ebbi modo, in quell'occasione, di fare due chiacchiere con l'ospite d'onore, il regista Ermanno Olmi, che si apprestava a  realizzare l'altro "corto" cinematografico ("Il pianeta che ci ospita"), visibile ogni sera alle 20 alla Grande Esposizione di Milano. Ricordammo insieme la comunanza di amicizie, in particolare quella con l'indimenticabile Mario Rigoni Stern, suo vicino di casa nel bosco a Asiago. Convenimmo che - come ha più volte sostenuto Carlin Petrini - la salvezza del pianeta e dell'umanità sta sì nella ricerca, nell'innovazione, ma soprattutto nel cambio radicale del concetto di progresso, di sviluppo, di consumi alimentari. E a questo proposito, per tornare a noi, si sente più spesso dire che la selvaggina è il cibo più sano, più economico, più solidale del mondo. Qualcuno, anche, comincia a pensare che certe derive animaliste abbiano a che fare con gli enormi interessi di coloro che intendono trasformare la produzione e la distribuzione del cibo in un immenso supermarket planetario.

E' per questo che la salvaguardia delle nostre radici, delle nostre tradizioni, anche venatorie, sono il migliore antidoto a una massificazione non più sostenibile.

Abbiate tutti una felice, fruttuosa stagione di caccia.

In bocca al lupo.
 
Giuliano Incerpi


3 commenti finora...

Re:LA CACCIA, PROTAGONISTA INCONFESSATA DI EXPO

Ciaone rosica. C’eravamo prima di voi e ci saremo pure dopo.

da La caccia non finirà mai 21/10/2021 11.24

Re:LA CACCIA, PROTAGONISTA INCONFESSATA DI EXPO

Sono stato a EXPO. Ho visto il film nel padiglione zero, quello dell'ONU. Bellissimo, suggestivo. Le sequenze sulla caccia rendono merito all'intelligenza dell'uomo, che da sempre l'ha praticata, nonostante questi animalisti del piffero nemmeno lo sappiano, e fanno onore al regista e agli organizzatori che coraggiosamente l'hanno approvata. Peccato che sia il padiglione dell'ONU, dove evisdentemente c'è gente seria. Il ministro galletti e la sua congrega di "competenti" pur di non dare ragione all'intelligenza, avrebbero cambiato la storia dell'uomo. Plaudo anche all'iniziativa di chi (Legambiente o non Legambiente) ha promosso la selvaggina a tavola come patrimonio dell'umanità. Come sarebbe bello che se ne accorgesse anche l'Unesco. Petrini ci potrebbe dare una mano.

da Robin 22/09/2015 11.10

Re:LA CACCIA, PROTAGONISTA INCONFESSATA DI EXPO

forse perchè renzi incontrava hollande e tutti e due sono considerati sotto attacco dell'Is, come è noto a tutti. poi ci sarà stato il prefetto con scorta, il questore con scorta, due o tre ministri con scorta,e qualche altro papavero pure con scorta. poi, l'ho misurato direttamente, anche se per caso, per incontrare renzi si muovono in tanti, magari con scorta. e questo mi fa pensare all'italiano classico servitore del padrone di turno, pronto a girare il c...lo subito dopo la sua caduta. tanto per rinfrescarci la memoria, ho sentito dire che fino al 1944 gli italiani erano tutti fascisti, dal 1945 erano già tutti comunisti (o democristiaani, o antifascisti). oggi, nel pd ci sono ex comunisti ed ex democristiani, in FI ex socialisti ed ex democristiani, nella lega ex democristiani. voglio vedere col doporenzi come si chiameranno quelli che adesso lo tirano per la giacca.

da voltagiubba 21/09/2015 17.31