Toscana: fondi dal tesserino anche per le aree del tartufo nero


martedì 11 luglio 2017
    

Il Consiglio regionale della Toscana negli scorsi giorni ha approvato una modifica alla legge regionale sulla raccolta dei tartufi  presentata dalla consigliera del Partito Democratico Lucia De Robertis. Il provvedimento interviene a rivedere le disposizioni sull’utilizzo delle risorse che i cercatori di tartufi corrispondono alla Regione annualmente con il pagamento del tesserino abilitante alla ricerca.

“Con questa legge
spiega la vicepresidente del Consiglio regionale Lucia De Robertis – si introducono sostanziali modifiche alla legge, rivedendo quanto lo stesso Consiglio decise un anno fa, quando, a seguito del trasferimento delle competenze in materia di agricoltura dalle Province alla Regione, introdusse una nuova normativa di regolamentazione dell’utilizzo delle risorse dei proventi dei tesserini per la ricerca del tartufo. Quella legge prevedeva che almeno il sessanta per cento dei proventi fosse destinato a sostenere progetti finalizzati alla tutela e alla conservazione del tartufo, proposti e realizzati dalle amministrazioni dei comuni ricadenti negli ambiti territoriali caratterizzati dalla presenza del solo tartufo bianco”.

Un’attenta valutazione degli effetti di quella norma ha portato dunque il PD a presentare una nuova proposta di modifica. “La legge approvata oggi – spiega ancora De Robertis – aumenta le risorse disponibili, imponendo che almeno il novanta per cento dei proventi dei tesserini vada a finanziare attività sul territorio. Inoltre, estende anche alle aree del tartufo nero i benefici dei contributi, che possono essere richiesti, presentando specifici progetti, non più soltanto dalle amministrazioni comunali ma, come avveniva già in passato, anche dalle associazioni dei tartufai riconosciute dalla Regione. E’ prevista, infatti, l’emanazione di un avviso pubblico a cadenza annuale per la presentazione alla Regione dei progetti”.

I finanziamenti saranno erogati considerando la distribuzione per provincia del numero dei cercatori abilitati, nonché tenendo anche conto dell’esperienza acquisita nel tempo dai soggetti proponenti i progetti. “Una scelta, questa – precisa De Robertis – dettata dalla volontà di premiare progetti presentati da realtà che, nel tempo, hanno saputo dimostrare affidabilità e capacità professionale. D’altronde, il tartufo è una risorsa preziosa, e la sua valorizzazione e tutela devono essere fatte con piena cognizione di causa, soprattutto quando interessa interventi di recupero e miglioramento di tartufaie naturali”. Le risorse previste dalla legge sosterranno interventi di tutela ambientale, ma anche di promozione e valorizzazione economica del tartufo e dei territori vocati.


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