L'alternarsi di pioggia e bel tempo degli ultimi giorni ha portato in ritardo consistenti raccolte di funghi in molte zone d'Italia ma soprattutto al sud, dove, secondo il monitoraggio delle zone più vocate alla produzione dei funghi dell'associazione agricola Coldiretti, la pioggia caduta è stata talmente consistente da far considerare uno dei più piovosi degli ultimi due secoli il mese di settembre.
La pioggia ha graziato gli amanti dei funghi anche in altre zone come le colline di Borgo Val di Taro, dove si raccoglie l'unico fungo a denominazione di orgine italiana riconosciuto dall'Unione Europea, il fungo di Borgotaro Igp. Qui, “Si sta registrando - rileva la Coldiretti - una vera e propria produzione record di porcini che stanno attirando folle di cercatori”.
Le cose vanno bene anche in Piemonte e in Calabria, sui monti della Sila grazie alle piogge straordinarie (fino al 300 per cento in più rispetto alla media) Particolarmente "fertili" - continua la Coldiretti - risultano essere la zona dei monti Cimini nel Viterbese, dei monti Lepini e del Parco nazionale del Circeo nell'area pontina e dei monti Reatini.
“La nascita dei funghi per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali - precisa la Coldiretti - terreni umidi senza piogge torrenziali e una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all'interno del bosco”.
“L'attività di ricerca - afferma ancora Coldiretti - non ha solo una natura hobbistica che coinvolge in autunno moltissimi vacanzieri, ma svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un'importante integrazione di reddito per migliaia di "professionisti" impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali. Si stima che - riferisce la Coldiretti - i quasi 10 milioni di ettari di bosco che coprono un terzo dell'Italia possano offrire una produzione di circa 30mila tonnellate tra porcini, finferli, trombette, chiodini e le altre numerose specialità note agli appassionati”.
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