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Allevamenti intensivi e nuove malattie, quando l'uomo perde il contatto con la natura


martedì 25 agosto 2009
    
Allevamento intensivoL'allevamento intensivo, che altro non è che una risposta ai regimi di vita dell'epoca moderna, basa la propria attività su un rapporto sempre più asettico (per non dire crudele) con la vita animale,  sfruttata allo stremo per massimizzare la produzione di carne e derivati. Un aspetto che senza dubbio ha forti ripercussioni sulla stessa salute umana sia per la qualità (bassa) di prodotti che consumiamo che per gli effetti collaterali annessi ai metodi d'allevamento. Una di queste conseguenze è infatti il dilagare di malattie che seminano il panico nell'opinione pubblica, per poi essere subito dimenticate dalla stessa una volta cessato l'allarme mediatico.
 
C'è una chiara correlazione tra il distacco dai ritmi naturali d'allevamento e lo sviluppo di queste malattie, recentemente spiegata da un rapporto realizzato negli Stati Uniti dalla Pew Commission on Industrial Farm Animal Production, il quale ha messo l'accento sulle forzature alla natura di maiali, polli, tacchini, ecc., cresciuti a forza di antibiotici per prevenire malattie e pompare il peso.
 
I sistemi immunitari di questi animali sempre più indeboliti lasciano spazio a nuovi patogeni che gradualmente si diffondono anche nell'uomo. Degli oltre 1.400 patogeni umani documentati, secondo il rapporto, circa il 64 per cento è di origine animale.
 
"La circolazione di virus - recita il rapporto -  è agevolata dalle condizioni di allevamento intensivo tipiche delle Cafo (confined animal feeding operations), dal sovraffollamento degli animali, dal frequente riutilizzo di acqua proveniente dai liquami, dal continuo afflusso di uccelli selvatici alle distese di liquame in cui vengono scaricati i virus influenzali aviari e dalla totale assenza di biosicurezza degli impianti". Proprio come in un circolo vizioso, gli allevatori tentano di arginare la diffusione dei batteri somministrando farmaci, ma così facendo non fanno che favorire l'aumento di infezioni da agenti restistenti a quegli stessi farmaci, ecco quindi la nascita di nuove influenze difficili da combattere.
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1 commenti finora...

Re:Allevamenti intensivi e nuove malattie, quando l'uomo perde il contatto con la natura

Attenzione amici a non cadere in luoghi comuni!... L'allevamento tradizionale è quello che garantisce il miglior rapporto qualità prezzo: in poche parole, la bistecca a tutti. L'alta produzione inoltre è sintomo di benessere animale (la vacca fa più latte o più carne se sta bene, iden la gallina fa più uova se sta bene). Nuove malattie compaiono continuamente anche nell'uomo, tuttavia la vita media di adesso ed il benessere di adesso, sono decisamente superiori di quelli della generazione precedente....

da max 25/08/2009 23.12