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L'Italia deve all'Ue 550 milioni di euro per le immissioni di Co2


giovedì 13 agosto 2009
    
L'Italia non regge le sfide del mercato dell'energia elettrica anche a causa dello sforamento dei limiti sulle immissioni di anidride carbonica nell'atmosfera, imposti dall'UE, che comportano un costo importante sulla produzione. Il nostro paese ai tempi del ministro Pecoraro Scanio ha negoziato le quote di sforamento rispetto ai limiti di Co2 nell'atmosfera. Secondo tale accordo, l'Italia non può superare i 201 milioni di tonnellate di Co2 tra il 2009 e il 2012. Già nel 2009  abbiamo immissioni in eccesso per 37 milioni di tonnellate, pari a 550 milioni di euro da pagare all'Ue, che potrebbero trasformarsi in 840 milioni di euro tra un paio d'anni.

Un costo che incide direttamente sul mercato. Secondo il Sole 24 Ore “Per produrre corrente elettrica, carta, cemento, acciaio e altre materie prime essenziali, il paese dovrà acquistare sui mercati internazionali dell'anidride carbonica diritti di emissioni che costano in media sui 12-15 euro la tonnellata”. Tutta una questione di soldi a quanto pare, i limiti sono negoziati e variano da nazione a nazione, tant'è che la Germania che ha limiti più agevoli, emette quantità di anidride carbonica di gran lunga superiore ai tetti europei, senza che ciò incida in maniera determinante sul costo di produzione.
La situazione si è particolarmente aggravata con la crisi economica.
 
Secondo il ministro dei rapporti con l'Europa Andrea Ronchi “tutto nasce dall'aver voluto fare i primi della classe”. Il 28 febbraio 2008 l'Italia aveva proposto a Bruxelles un “tetto” massimo annuale di quote inferiore di almeno il 15% rispetto al fabbisogno necessario: 201,63 milioni di tonnellate, contro una stima di almeno 230 milioni data dai ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico. Proposta piaciuta a Bruxelles e a tutti gli altri paesi europei, pronti a vendere a caro prezzo alle imprese italiane i diritti di emissione che loro avevano in eccesso. Il governo di allora si chiese: e se ci fossero problemi? L'unica risposta per proteggere la competitività delle imprese italiane fu l'impegno del governo – in caso di deficit di quote – a comprare con soldi pubblici i diritti e a donarli a tutti i nuovi impianti industriali che sarebbero entrati in servizio a partire dal 2008. In altre parole, è stato scaricato sul pubblico il costo di una distorsione ideologica a danno dell'economia italiana”.
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3 commenti finora...

Re:L'Italia deve all'Ue 550 milioni di euro per le immissioni di Co2

QUESTO è TUTTO IL BENE CHE HA FATTO EL PECORARO PER L'ITALIA!!!!E RICORDATEVI SEMPRE CHE E'INDAGATO!!!GRANDE ELETTO DA TUTTA L'ITALIA ANIMALAMBIENTALISTA!!!VERGOGNA!!LA VOSTRA FINE E'VICINA!!!A LAVORARE!!!FANNULLONI!!!

da jo 68 17/08/2009 17.05

Re:L'Italia deve all'Ue 550 milioni di euro per le immissioni di Co2

Non griderei allo scandalo. visto che questa, come tutte o quasi tutte le cose italiane, sono frutto di pressappochismo, incompetenza e intrallazzi vari.. Come diceva Totò? Ah, si ricordo " ED IO PAGO !"

da [email protected] 13/08/2009 17.22

Re:L'Italia deve all'Ue 550 milioni di euro per le immissioni di Co2

Chiedeteli al Pecoraio, o a chi ha sempre sostenuto la sua politica. Baghy

da baghy 13/08/2009 14.51