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News Natura

Cinghiale, quali danni al patrimonio naturale?


venerdì 27 gennaio 2023
    
 
Il cinghiale è inserito da IUCN nella lista delle specie maggiormente dannose per la biodiversità.  I dati a disposizione indicano che, nutrendosi di parti di piante in superficie e sotterranee, nonché alterando il suolo causando la mortalità delle piante e influenzando la crescita di nuove piantine, il cinghiale in particolare ha effetti negativi sulla rigenerazione forestale.  

Uno studio italiano del 2017 ha cercato di valutare l’entità di questi danni sull’Appennino settentrionale (nella provincia di Massa-Carrara), un’area in cui  il numero di cinghiali è aumentato rapidamente negli ultimi decenni. I ricercatori hanno monitorato lo stato di specie arboree nelle aree libere  confrontando la vegetazione con le aree interdette al cinghiale tramite parcelle di chiusura replicate che hanno fermato i cinghiali, lasciando liberi gli altri ungulati. Il tutto è stato supportato e monitorato da fototrappole.

Lo studio ha dimostrato la proporzione di piantine sopravvissute alla fine del periodo preso in esame era significativamente più alta negli appezzamenti esclusi dai cinghiali rispetto a quelli completamente liberi. Maggiormente colpiti castagno e faggio, per i quali la sopravvivenza delle piantine si è ridotta nelle zone frequentate dal cinghiale. 

Tra le cause della rapida espansione del cinghiale, oltre alla trasformazione degli habitat (più favorevoli) ci sono i cambiamenti climatici.  La rigidità invernale ha infatti un impatto negativo sul numero di cinghiali, mentre un clima più caldo e la conseguente maggiore disponibilità di alberi di faggio e quercia hanno contribuito al recente aumento del numero di cinghiali in tutta Europa.





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