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Ue al lavoro su nuova strategia difesa biodiversità


lunedì 11 maggio 2020
    

 
 
La Commissione europea nei prossimi giorni dovrebbe presentare la nuova strategia per la difesa della biodiversità che mira ad invertire la tendenza della perdita di specie. Si tratta di una questione cruciale anche per l'economia, dato che la metà del Pil globale, circa 40mila miliardi, dipende dalla tenuta degli ecosistemi.
 
Tra le novità nuove misure contro il traffico di specie esotiche legate all'insorgenza del Covid-19 e altre malattie simili ma anche la destinazionedi una percentuale maggiore di territorio destinato ad aree protette (30% delle terre e il 30% dei mari), tagliare l'uso dei pesticidi del 50% e quello dei fertilizzanti del 20%, e aumentare le superfici agricole coltivate con metodo biologico dall'8% ad almeno il 25%. La biodiversità dovrebbe anche essere "un elemento centrale" del Piano per la ripresa da lanciare contro la crisi economica causata dal Covid-19.

Piani urbani per il verde in tutte le città con più di 20mila abitanti entro il 2021 e l'uso del 10% della superficie agricola Ue per creare paesaggi ad alta diversità collegati tra loro, in modo da formare infrastrutture verdi. La Commissione punta anche alla 'liberazione' dalle barriere di 25mila chilometri di fiumi a livello Ue e a un buono stato di tutte le acque superficiali e sotterranee entro il 2027.
La strategia dovrà essere approvata dai Paesi membri. Tra gli altri obiettivi annunciati.

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2 commenti finora...

Re:Ue al lavoro su nuova strategia difesa biodiversità

L'unica soluzione possibile e togliere la terra ai privati, nazionalizzarla, darla in gestione agli agricoltori, che potranno creare reddito anche con la caccia. Libera caccia in libero territorio.

da ANTOINE64 12/05/2020 15.51

Re:Ue al lavoro su nuova strategia difesa biodiversità

Attenzione! Dreosto FACE e nostri amici europarlamentari. Il 30% del territorio in Italia è già garantito: c'è quello interdetto alla caccia. Parchi, aree protette, demanio ecc. Forse anche di più del 30%. Che non gli venga in mente di penalizzare ancora di più la caccia, magari impedendo all'attività venatoria, automaticamente, tutte le aree Natura 2000. E le nostre associazioni, invece di farsi la guerra per la tessera, che si mettano insieme per un progetto di rilancio della caccia. Che non vuol dire più giorni e più specie, almeno come priorità. Ci si deve battere per una nostra visione ambientalista vera. meno veleni, meno monocolture, meno inquinamenti, più biodiversità, intesa come diversità di paesaggio. Poderi a pluricolture, siepi, prodotti biologici. E dare l'esempio con una diversa sensibilità.

da Plinio 12/05/2020 14.32