Il ministro tedesco all'Agricoltura Ilse Aigner, del Csu (Unione Cristiano Democratica) ha annunciato la decisione della Germania di rinunciare al mais geneticamente modificato Mon810, consentito dall'Unione Europea per la coltivazione a scopi commerciali dal 1998.
La Germania così si unisce agli altri sei paesi europei (Francia, Grecia, Austria, Ungheria e Lussemburgo) che hanno già messo al bando il mais Ogm, considerato da molti un vero nemico dell'ambiente. Secondo recenti studi sarebbe infatti responsabile di gravi alterazioni del sistema ambientale provocando per esempio l' indebolimento del sistema immunitario dei topi, la forte mortalità delle coccinelle e il disorientamento delle api.
Insomma un disastro ambientale ideato in nome del profitto. Il ministro Aigner non è certo un esponente di sinistra né tantomeno dei Verdi. La decisione presa dimostra che l'attenzione per i temi ambientali non ha colore politico e tali scelte devono essere dettate in primis dal buonsenso e dalla cura per l'ambiente in cui viviamo.
Ci fa specie in particolare notare che le principali battaglie delle associazioni ambientaliste italiane si concentri sulla demolizione della figura del cacciatore, ritenuto il nemico principale della natura e contro la pratica venatoria che di questioni come queste fa una battaglia propria essendo in primis impegnata nella tutela degli equilibri delle risorse ambientali. A certi ambientalisti chiediamo piuttosto di indirizzare la propria indignazione verso questioni infinitamente più pericolose, come quella delle modificazioni genetiche apportate ai prodotti agricoli che distruggono irrimediabilmente interi equilibri ecologici.