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Cambiamenti climatici: chi ci perde e chi guadagna


giovedì 10 agosto 2017
    

 
L'espansione e la crescita di caprioli e cinghiali ha nei cambiamenti del clima degli ultimi decenni (inverni più miti e particolari condizioni dell'habitat) una delle principali cause. Negli ultimi 100 anni la temperatura si è alzata di 0,6 gradi. Sembra poco ma è moltissimo, considerato che una simile variazione avviene normalmente e naturalmente solo in un lasso di tempo di dieci mila anni.
 
L'impennata, ormai è assodato, è direttamente causata dalle attività umane. La variazione ha innescato cambiamenti biologici nelle piante e negli animali che andranno avanti presumibilmente per qualche centinaio di anni. L'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera ha infatti la conseguenza di ridurre la superficie forestale, privilegiando arbusteti e cespuglieti, il che, unito alla riduzione della durata degli inverni, porta all'aumento di specie adatte a questo ambiente. Il capriolo sta aumentando in tutta Europa, soprattutto al centro nord, grazie a maggiori piogge e al minor innevamento del suolo. Idem il cinghiale che dispone di una grande quantità di cibo e deve far fronte ad un  minore tasso di mortalità. Considerazioni supportate da un grande lavoro di sintesi realizzato da alcuni biologi austriaci che hanno confrontato i dati degli ultimi 150 anni provenienti da dodici paesi europei, come spiegano in un articolo de Il cacciatore italiano lo studioso Sandro Lovari dell'Università di Siena, insieme ad Alberto Maggi, dell'Università di Pavia.

Perdono terreno invece tutte quelle specie adattate al freddo. Lo scioglimento dei ghiacciai (ad un ritmo impressionante) sta determinando mutamenti repentini e modificando la distribuzione e l'abbondanza della fauna di montagna e dell'Artico. La volpe artica, per esempio, sta arretrando verso il polo e viene gradualmente sostituita dalla volpe rossa. Anche la marmotta non se la passa bene, vedendo aumentato il suo indice di mortalità. Lo scioglimento dei ghiacci causa anche una maggiore erosione costiera, trasformando gli habitat di molte specie.

I fenomeni climatici estremi (alluvioni e bombe d'acqua soprattutto) incidono anche sulla piccola selvaggina, che può essere sottoposta ad un incremento della mortalità, soprattutto di giovani esemplari, e, talvolta comportare la distruzione di intere covate. Il fagiano comune, la starna, la pernice rossa, la pernice sarda sono minacciati anche, nel periodo della dischiusa delle uova, dalla siccità.

L'umidità del terreno, in primavera, è determinante per una crescita erbacea tale da garantire una sufficiente protezione dei nidi dai corvidi e altri predatori. Così come il buon innevamento del terreno durante l'inverno e una sufficiente piovosità in primavera, determinano le condizioni per mantenere stabili le popolazioni. I tetraonidi, adattati a climi molto freddi, sono poi quelli che maggiormente soffrono tali cambiamenti sull'arco alpino. Gli areali si riducono e si frammentano e di fatto pernice bianca e fagiano di monte stanno ritirandosi al nord.  Anche per la lepre variabile, adatta a climi più freddi si presentano queste problematiche.

Lepri e conigli possono invece essere penalizzati da inverni miti per l'incremento di patologie parassitarie e per un incremento della mortalità dei piccoli se per primavere eccessivamente calde si anticipa il taglio del foraggio. 
 

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6 commenti finora...

Re:Cambiamenti climatici: chi ci perde e chi guadagna

L'argomento parla di CAMBIAMENTI CLIMATICI ecco vallo a dire a Zichichi e Rubia. Quel sig del piano di sotto ha spiegato molto bene CHI CI PERDE E CHI GUADAGNA.

da Stia sereno 10/08/2017 19.38

Re:Cambiamenti climatici: chi ci perde e chi guadagna

Per essi serio.Documentati sui dati climatici che quello che hai scritto non ha nessun nesso con l'argomento.

da Sii meno ignorante 10/08/2017 17.51

Re:Cambiamenti climatici: chi ci perde e chi guadagna

Siamo al paradosso. Il problema serio cui non si dovrebbe mai arrivare e l’estinzione di una o più razze di animali, non certo al perdita di qualche selvatico che gode ottima salute e molte specie anche rinnovabili quali ungulati e penna. Per ora non c’è un meteorite all’orizzonte se pure in questi giorni l’innocuo spettacolo di San Lorenzo.

da pace e bene 10/08/2017 17.46

Re:Cambiamenti climatici: chi ci perde e chi guadagna

Gli ultimi 150 anni sai quanto tempo è per l'universo? Un googol. Pensa quanto possa interessare come punto di riferimento.

da Essi serio 10/08/2017 17.21

Re:Cambiamenti climatici: chi ci perde e chi guadagna

UNA COSA E'CERTA E CIOE'CHE NEGLI ULTIMI 200 ANNI I PRIMI 10 anni con temperature rekord RIGUARDANO GLI ULTIMI 20 anni.ORA NON PER FARE POLEMICHE MA SE I GHIACCIAI SI STANNO SCIOGLIENDO,e lo stanno facendo,qualcosa vorra' pure dire

da DOMENEK 10/08/2017 16.29

Re:Cambiamenti climatici: chi ci perde e chi guadagna

Ma ve le ricordate le nevicate che ha fatto quest'anno al Sud, tanto da non farci andare a caccia per questo maltempo ? E come mai alcune fonti d'informazioni americane dicono che il cambiamento climatico è tutta una bufala ? Ma tu guarda un po se con tutto il cambiamento di inverni più miti ed estati più calde a qualcuno è venuta voglia di incendiare tutto. Lo stesso caldo lo fece nel 2003 se non sbaglio e temperature al di sopra dei 30 gradi in estate si sono sempre avute da quando mi ricordo io da piccolo. Torno a ribadire che gli uccelli migratori in special modo hanno le ali e sanno benissimo ripararsi dalle intemperie. Riguardo a questo caldo attuale le covate sono molte ed in ottima salute.

da jamesin 10/08/2017 11.45