Lo scorso 9 febbraio sono stati depositati sia alla Camera che in Senato USA due atti legislativi che mirano a permettere le attività di contenimento di lupi e orsi nelle wildlife refuges dell'Alaska, dove sono aumentati di numero.
La notizia viene diffusa dai movimenti ambientalisti statunitensi, i quali presentano la novità come l'autorizzazione alla “barbarica uccisione di orsi e lupi”, visto che si tratterebbe di utilizzare diversi metodi, tra cui la ricerca dei piccoli in tana, l'uso delle esche e addirittura lo sparo agli orsi dall'elicottero da parte degli agenti della Forestale. Rispondono diverse organizzazioni di cacciatori, evidenziando che in realtà si tratta di prelievi di valore scientifico, che sarebbero autorizzati secondo i principi gestionali a protezione degli ecosistemi, in particolare a difesa delle popolazioni di altre specie di fauna selvatica, come alci, caribù e cervi. Secondo la Sportsmen’s Alliance Foundation e l'Alaska Professional Hunters Association le nuove regole rappresentano l'unico modo per ripristinare un certo equilibrio faunistico.
Lo Stato dell'Alaska lo scorso anno aveva presentato formale denuncia contro il governo federale per averlo esautorato rispetto alla programmazione faunistica nelle aree rifiugio. Posizione sostenuta anche dal Safari Club International e la Fish & Wildlife Agency (AFWA), così come numerose altre organizzazioni nazionali. Secondo i rappresentanti di AFWA le regole Obama hanno finora compromesso l'autorità statale in fatto di gestione della fauna selvatica. I Repubblicani invece promettono di ribaltare la situazione, diminuendo queste restrizioni.