Logo Bighunter
  HomeCacciaCaniFuciliNatura
Archivio News | Eventi | Blog | Ricette | Le bottiglie | Ristoranti | Libri | Indirizzi | Archivio Scempi | I Funghi | Tartufi e funghi |
 Cerca

News Natura

Slow Food: la chiave per la sostenibilità? Meno carne ma di qualità


lunedì 3 ottobre 2016
    

carne “Continuare a mangiare carne con i livelli di consumo a cui si è abituato l’Occidente è insostenibile. Allevamenti sempre più grandi e affollati, condizioni di vita innaturali, stress e sofferenze, mangimi di bassa qualità, monocolture, deforestazione ed enormi quantitativi di acqua: è il prezzo dell’industrializzazione della zootecnia. Tutto questo ha gravi conseguenze per l’ambiente, la salute umana, il benessere animale e l’equità sociale. Scegliendo meglio, si possono cambiare le cose”. Lo ha spiegato Serena Milano, Segretario Generale della Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

Lo slogan "Slow Meat", “meno carne, di migliore qualità”, lanciato dall'associazione di Carlin Petrini durante l'ultima edizione del Salone del Gusto di Torino, è quindi espressione di un'opzione alternativa fra opposti estremismi, dall'impatto sicuramente più sostenibile della soluzione vegana e vegetariana, perchè da un lato evita la trasformazione radicale delle colture e permette la tutela di pascoli (con un fiorire di biodiversità) e dall'altra salva dall'oblio le produzioni di pregio, che in Italia sono di vitale importanza per la cultura e l'identità dei territori.

Per Slow Food è necessaria una campagna di educazione dei consumatori perché imparino a non acquistare carne il cui prezzo è troppo basso. I prezzi troppo bassi sono indice di scarsa qualità. Dietro, ci sono allevamenti che non rispettano il benessere animale, c’è un’alimentazione scadente somministrata agli animali, ci sono costi nascosti che ricadono sull’ambiente. Al contrario, diminuire l’incidenza delle cosiddette malattie del benessere significa preservare i sistemi sanitari pubblici che hanno di fronte prospettive di spesa insostenibili.

Richard McCarthy, direttore esecutivo di Slow Food USA ha presentato il Manifesto di Slow Meat: “Il modello di allevamento industriale ci ha separato dalla ricchezza della biodiversità, isolandoci e limitandoci. Gli animali sono sottoposti a condizioni di tortura, i soldi sono concentrati nelle mani di pochi, e i consumatori sono costretti a fare scelte non etiche. È giunto il momento di rompere questo isolamento”

Ovvio che in tal senso la selvaggina ha il suo ruolo chiave.
Anzitutto chi mangia selvaggina, e questo è indubbio, si nutre di carne di altissima qualità, che certo non è inquinata da sostanze chimiche e antibiotiche (a parte quelle presenti nell'aria che tutti respiriamo), ha un impatto pari a zero in termini di sostenibilità ambientale (la carne è disponibile in enormi quantità in natura), e di certo può vantare di aver garantito all'animale una vita dignitosa rispetto al bestiame nato e cresciuto in cattività per trasformarsi in bistecca il prima possibile.

Leggi tutte le news

1 commenti finora...

Re:Slow Food: la chiave per la sostenibilità? Meno carne ma di qualità

...Carlin Petrini è diventato presidente di Campagna Amica ( Coldiretti )... C' è da fidarsi di tanta coerenza ...non c'è che dire.

da Mustang 03/10/2016 16.23