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Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia


martedì 9 giugno 2015
    

Il 25% delle specie nidificanti rientra in una delle categorie a più elevato rischio di estinzione e sono 5 le specie risultate in maggiore pericolo: il gipeto, il capovaccaio, il grifone, l’aquila del Bonelli e la bigia padovana. Il dato emerge dal primo Rapporto Nazionale sullo stato di conservazione degli uccelli in Italia, pubblicato dall'ISPRA. Il lavoro nasce dalla collaborazione tra Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province autonome, ISPRA e Lega Italiana Protezione Uccelli e raccoglie le migliori informazioni disponibili dal 2008 al 2012 sulla demografia e sulla distribuzione geografica di 306 popolazioni di uccelli nidificanti o svernanti in Italia.

Per ogni popolazione sono state evidenziate le principali minacce per la conservazione e le azioni da attuare nei prossimi anni per colmare le carenze conoscitive. In particolare è stata data attenzione alla valutazione dell’importanza e del ruolo delle 610 Zone a Protezione Speciale della Rete Natura 2000 che sono risultate strategiche per la conservazione delle specie più vulnerabili.
 
Gli uccelli rappresentano un importante indicatore delle condizioni ambientali e la scomparsa a livello locale di molte specie rispecchia l’aggravarsi delle condizioni ambientali soprattutto negli ecosistemi agricoli e nelle zone umide. Di fatto le minacce alla conservazione segnalate più di frequente risultano essere le modificazioni dei sistemi naturali (abbandono dei pascoli e delle colture tradizionali), le pratiche agricole (biocidi e fertilizzanti) e l’uso di risorse biologiche (caccia e pesca). Importanti anche le pressioni e le minacce al di fuori del territorio europeo che si ripercuotono sulle popolazioni migratici.

Tuttavia ci sono anche dei dati positivi: molte specie hanno migliorato il loro stato di conservazione. Nel complesso, il numero di popolazioni in incremento nell’ultimo decennio (37) è simile al numero di quelle in decremento (41). 
 
 
 

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12 commenti finora...

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

ma come impiegate il tempo ? ma facciamoci il piacere di non prenderci per i fondelli...sappiamo tutti quali sono le cause della quasi scomparsa di alcune specie di uccelli che 10-20 anni fa erano numerosi...ci vogliamo ricordare del caro passerotto che da quando hanno vietato la caccia e' quasi scomparso...non sarà mica stata la caccia ? oppure non vi viene il sospetto che sia altro ? ma rifateci il piacere...!!!!

da enrico pistoia 11/06/2015 6.31

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

La stra grande maggioranza di queste specie non è oggetto di caccia,siete un branco di incapaci inconcludenti,in nessun paese degno di tale nome si permetterebbero di redarre questi comunicati ideologicamente falsi

da Sirio 10/06/2015 22.15

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

fossi 1 che conta farei tutto il sud sic rete2000

da da 1 10/06/2015 21.54

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

viste la relazione redatta, cosa aspettiamo a reinserire il fringuello in calendario?

da L.b. 10/06/2015 16.53

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

ah ah ah il 25% di cosa?? e dove hanno preso i dati? chi ha fatto i censimenti? come? quando? dove? ma la volete capire che sono BUFALE PER FAR SOLDI E BASTA!! e parte questo è ovvio che le specie più deboli soccombano e la natura... fine!

da Peter pan 10/06/2015 14.37

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

Hanno avuto il coraggio in Campania di portare le ZPS,SIC ecc. al di fuori dei parchi con restrizioni che non servono a niente, caccia alla beccaccia fino al 31 dicembre specie che risulta in fase stabile a livello Europeo, caccia dalle ore 7,00 fino a mezzogiorno, oltre al martedì e venerdi anche il lunedì giorno di silenzio. Ma come si fa in montagna a cacciare fino a mezzogiorno ? Vergognatevi ! La caccia non influisce con i suoi prelievi è stato detto ridetto anche dal presidente della commissione CE ma ve ne fregate altamente. Il fatto è che in Campania si sa chi comanda, ma non si dice.

da jamesin 10/06/2015 14.21

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

Le specie in trend negativo soffrono la carenza di habitat e l' inquinamento. Lo sanno anche i gatti del colosseo. L' Italia e' un paese fortemente antropizzato con un rapporto tra popolazione e superficie ad dir poco sfavorevole rispetto ad altri paesi dove invece la natura e' molto, ma molto, meglio preservata. Basta prendere ad esempio la vicina Grecia che e' circa il 44% dell' Italia come superficie ma ha una popolazione 6 volte inferiore e, soprattutto, molto piu' concentrata. In Italia invece ville, villini e costruzioni orribili di vario tipo (le cui societa' a capo puntualmente falliscono nel giro di qualche mese...) la fanno da padrone! Poi aggiungiamo la spazzatura con un riciclaggio altamente insufficiente, altre forme di GRAVE inquinamento note da DECENNI e per le quali non si fa mai niente perche' c'e' una corruzione ed una delinquenza IMPUNITA a livelli MOSTRUOSI.....perche' non ce lo scrivono???? E' una relazione a dir poco confusa e scritta male. Cosa c' entra la caccia con la stragrande maggioranza di quelle specie? Il bracconaggio e' certamente una questione da risolvere ma ho seri dubbi che abbia a che fare con le specie non contemplate nel calendario. Al massimo si potrebbe pensare a specie quali storni e fringuelli, entrambi comunque in grande ascesa! Secondo la mia modesta esperienza, i bracconieri in Italia sono normalmente cacciatori costretti a cacciare in luoghi desolati, inquinati e mal gestiti e percio' si sentono in diritto, avendo pagato, di non rispettare tempi, luoghi e modi. Ma sempre a caccia di selvaggina tradizionale ed in calendario vanno. Tra questi luoghi ci sono anche le ZPS e le SIC. Limitare ulteriormente la caccia non migliorerebbe proprio niente perche' ormai da tempo la sua incidenza e' TRASCURABILE sia per il limitato numero di specie cacciabili, sia per i tempi ridotti all' osso, sia per i territori esigui e per i forti limiti di carniere. Anzi, aumenterebbe il bracconaggio. Scommettiamo??

da Flagg 10/06/2015 14.10

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

E' l'inizio della chiusura della caccia nei Sic e Zps......manco se ad oggi non ci fossero forti limitazioni in quelle zone!!!!!!!! ogni stupida scusa è buona!

da poveri noi 10/06/2015 9.22

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

Infatti non c'entrano nulla i prelievi venatori con la consistenza della fauna selvatica. Ripeto, i prelievi VENATORI, certo non il bracconaggio e qualsiasi altra forma di prelievo di tipo "industriale" e/o illegale fatta a scopo di LUCRO.

da Ezio 10/06/2015 7.27

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

E certo il gipeto, il capovaccaio, il grifone, l’aquila del Bonelli e la bigia padovana sono sotto il mirino dei cacciatori.Come è sta storia?Importanti anche le pressioni e le minacce al di fuori del territorio europeo che si ripercuotono sulle popolazioni migratici. Ma non si era detto che la pressione venatoria fuori dai nostri confini non incideva sui contingenti migratrici svernanti in itaglia? Si collegheranno mai questi "scienziati" con il pianeta Terra?

da E li paghiamo pure 10/06/2015 5.27

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

SECONDA PARTE Cosa avete fatto in queste ZPS per migliorare il territorio ? Avete incrementato i pascoli ? Le colture tradizionali ? Avete migliorato le pratiche agricole non facendo usare biocidi e fertilizzanti, o avete solo ridotto l’uso di risorse biologiche come la caccia e la pesca, da quanto ci risulta dai calendari venatori ? Fateci sapere cosa avete fatto ! A me risulta solo che avete circoscritto un territorio come ZPS e SIC sulla carta geografica anche al di fuori dei parchi come se non bastassero i 150 parchi che abbiamo in Italia. Illuminateci per piacere che ne abbiamo diritto visto che le nostre tasse vanno a gonfie vele. Cordialit�

da jamesin 09/06/2015 18.11

Re:Rapporto Ispra sulla conservazione degli uccelli in Italia

PRIMA PARTE. Ma se le minacce alla conservazione segnalate più di frequente risultano essere le modificazioni dei sistemi naturali (abbandono dei pascoli e delle colture tradizionali), le pratiche agricole (biocidi e fertilizzanti) e l’uso di risorse biologiche (caccia e pesca). Come è possibile affermare : che avete dato particolare attenzione alla valutazione dell’importanza e del ruolo delle 610 Zone a Protezione Speciale della Rete Natura 2000 che sono risultate strategiche per la conservazione delle specie più vulnerabili... SEGUE SECONDA PARTE

da jamesin 09/06/2015 18.09