L'innovazione e la progettualità all'avanguardia non mancano al nostro made in Italy. Non a caso il primo e il secondo classificato del premio delle Nazioni Unite "Unece Ideas for Change Award", sono due progetti italiani. A vincere infatti, classificandosi davanti alla serra toscana Jellyfish Barge, è stato Orange Fiber, portato avanti da due ricercatrici italiane, Adriana Santonocito ed Enrica Arena, in collaborazione con il Politecnico di Milano. Le due giovani hanno trovato il modo di ricavare fibre tessili dalle arance. O meglio, dalle bucce, cioè dalle fibre, attraverso un processo di trasformazione, brevettato dal Policlinico, che ottiene la cellulosa, il filato e infine il tessuto vero e proprio.
“La moda ha sempre bisogno di materiali alternativi, e noi siamo partite dalla denuncia degli aranceti dove i frutti finiscono per marcire e vengono distrutti. Così abbiamo pensato di trasformare lo spreco in una risorsa…” raccontano le due ricercatrici. E i numeri sono dalla loro parte. Durante la trasformazione industriale per produrre i succhi, per esempio il 60 per cento delle arance viene gettato nella spazzatura (spesso nelle discariche) per un totale di 700mila tonnellate. Adesso, finalmente, da quelle bucce sarà possibile realizzare vestiti con un tessuto perfino “vitaminico”, che a contatto con il corpo rilascia vitamine A, E e C. |