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L'Europa e l'ambiente: gli sforzi fatti non bastano


mercoledì 11 marzo 2015
    

Anche se le politiche dell'UE hanno ridotto l'inquinamento e hanno migliorato in modo significativo la qualità dell'aria e dell'acqua, in Europa, non siamo a buon punto nella protezione generale dell'ambiente. Il costante degrado degli ecosistemi minaccia la produzione economica e il benessere europeo, la biodiversità continua a essere erosa e rispettivamente il 60% delle valutazioni relative a specie protette ed il 77% di quelle relative a diversi tipi di habitat considerati hanno evidenziato uno stato di conservazione sfavorevole. Questi i dati contenuti nella relazione “L'ambiente in Europa – Stato e prospettive nel 2015”, presentata dal commissario per l'Ambiente Karmenu Vella e dal direttore esecutivo dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA),

Purtroppo l'Europa non è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2020 di arrestare la perdita di biodiversità. La qualità dell'acqua dolce è migliorata negli ultimi anni, tuttavia, circa la metà dei corpi idrici d'acqua dolce in Europa difficilmente raggiungerà il “buono stato ecologico” nel 2015. La biodiversità marina e costiera rappresenta un ambito di particolare preoccupazione. Le pressioni comprendono danni al fondo marino, inquinamento, specie esotiche invasive e acidificazione. La pesca eccessiva è diminuita nell’Atlantico e nel Baltico, ma non nel Mediterraneo che mostra un quadro negativo, con il 91% degli stock valutati soggetti a eccessivo sfruttamento nel 2014. Meno del 6% della superficie coltivata dell’Europa è stata utilizzata per l'agricoltura biologica nel 2012, con grandi differenze tra i paesi. 

L’inquinamento atmosferico e acustico continua a produrre gravi effetti sulla salute nelle aree urbane. Nel 2011, circa 430 mila decessi prematuri nell'UE sono stati attribuiti alle polveri sottili, mentre l'esposizione al rumore contribuisce ad almeno 10 mila morti premature dovute a malattie cardiache ogni anno. Il crescente uso di sostanze chimiche, in particolare nei prodotti di largo consumo, è stato associato a un evidente aumento dell’insorgenza di malattie e disordini endocrini nella popolazione. D'altro canto il settore dell'industria ambientale è cresciuto di oltre il 50% dal 2000 al 2011 ed è uno dei
pochi settori ad avere prosperato in termini di ricavi e posti di lavoro dall'inizio della crisi finanziaria del 2008.
 
Guardando al futuro, le prospettive non sono positive. Anzi, si prevede che gli impatti del cambiamento climatico intensificheranno le pressioni e gli effetti e che persisteranno le cause della perdita della biodiversità.
 

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3 commenti finora...

Re:L'Europa e l'ambiente: gli sforzi fatti non bastano

jamesin: E con tutta la tenerezza possibile fargli perdere fantasmagorici introiti a quelle lobby, anche ambientaliste!!!...

da s.g. 11/03/2015 21.03

Re:L'Europa e l'ambiente: gli sforzi fatti non bastano

Le soluzioni ci sono per migliorare l'ambiente il problema è iniziare a metterle in atto... Senza guardare in faccia a nessuno con tenerezza. Cordialità

da jamesin 11/03/2015 20.30

Re:L'Europa e l'ambiente: gli sforzi fatti non bastano

volete migliorare l'ambiente? bruciate le banconote e buttate le monete, perchè finchè vi saranno profitti da tutelare l'ambiente arriverà sempre dopo!!

da dardo 11/03/2015 17.28