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Cinghiali: per Coldiretti gli Atc carenti nel certificare i danni


giovedì 25 settembre 2014
    

Coldiretti è intervenuta all’audizione convocata dalla XIII Commissione Agricoltura della Camera, sul problema dei danni arrecati all’agricoltura dai cinghiali. “Un’occasione per indurre a riflettere sul rapporto tra conservazione delle risorse faunistiche e, in particolare, del cinghiale e l’utilizzazione a fini produttivi del territorio, in ragione della frequenza e della gravità dei danni arrecati ad opere, manufatti, colture e allevamenti”, dice l'organizzazione agricola commentando l'incontro.

Secondo Coldiretti si registra “un’ inadeguata capacità di intervento da parte degli enti preposti e, specialmente, degli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc), sotto il profilo delle modalità di accertamento e riconoscimento dei danni, tenuto conto della dilatazione dei tempi e dell’insufficienza nella previsione di indennizzi destinati ad un risarcimento solo parziale oltre che tardivo. Quanto alla prevenzione che, pure, dovrebbe costituire il più efficace strumento di programmazione, questa risulta del tutto insufficiente con malcontento degli agricoltori, elevati costi di gestione amministrativa e scarsi risultati”.

L’obiettivo, dovrebbe essere quello di conseguire densità adeguate per le popolazioni di selvatici, indicando aree non vocate alla presenza di cinghiali, dove procedere ad abbattimenti “non conservativi” coordinati dall’Autorità di vigilanza in collaborazione con i proprietari o conduttori di fondi rustici. Per quanto riguarda le possibili soluzioni al problema Coldiretti ha evidenziato che  il piano faunistico venatorio dovrebbe prevedere una delimitazione del territorio per aree al fine di individuare le fasce di tollerabilità della presenza di cinghiali a seconda della destinazione d’uso e della corrispondente vocazione.

In particolare, le Regioni dovrebbero individuare: aree a prevalente destinazione agricola in cui non è ammessa la presenza di cinghiali; aree a rilevante compresenza di agricoltura ed ambiente naturali in cui é tollerata una bassa densità di cinghiali; aree a prevalente destinazione naturalistica caratterizzate dalla presenza di zone boscate in cui è ammessa una densità elevata di cinghiali. Le Regioni dovrebbero, altresì, stabilire i limiti di densità della presenza di cinghiali nelle diverse zone, tenuto conto delle specifiche condizioni locali e sentito il parere dell’Ispra.

Un esempio interessante, ha sottolineato Coldiretti, è l’iniziativa della Regione Toscana, che con il Regolamento di attuazione della legge regionale 12 gennaio 1994 n. 3 (D.P.G.R. 26 luglio 2011 n. 33/R) ha riconosciuto ai proprietari e ai conduttori dei fondi muniti di licenza per l'esercizio venatorio e previa autorizzazione dell’amministrazione competente che ne stabilisce le modalità operative, di provvedere direttamente agli abbattimenti dei cinghiali (art. 92, comma 3).

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1 commenti finora...

Re:Cinghiali: per Coldiretti gli Atc carenti nel certificare i danni

Gli ATC devono essere eliminati. Anche la Coldiretti se ne è accorta che non funzionano. Sono soldi sprecati.

da NANNI 25/09/2014 19.53