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Fucili italiani: il settore tiene e garantisce occupazione


giovedì 14 aprile 2011
    
Armi italiane La ripresa del settore armiero, dopo un fisiologico calo dell'ultimo periodo, è alle porte. E' quanto sottolineato da più parti all'ultima edizione di Exa, giunta quest'anno al suo 30esimo anniversario. I segnali ci sono. L'anno scorso il banco nazionale di prova ha testato quasi 800 mila pezzi, con un aumento di circa l'1% rispetto all'anno precedente. Se guardiamo poi ai primi due mesi dell'anno, la situazione sembra essere ancora migliore, con un +6% sulla vendita di armi lunghe, in leggero calo lo scorso anno.
 
“Si può sperare – ha detto Aldo Rebecchi, presidente del Banco di Prova di Gardone Valtrompia – in un'inversione di tendenza verso i prodotti a maggior valore aggiunto”. Verso, quindi produzioni di alta qualit�come quelle tipiche del manifatturiero italiano.  Per Pierangelo Pedersoli, presidente del Consorzio Armaioli italiani “tutto ripartirà davvero quando si riavvierà il mercato americano”. Carlo Ferlito, direttore generale di Beretta ha focalizzato il problema: “l'economia globale – ha dichiarato alla conferenza stampa dell'Exa – non dà grandi segni di salute ma la nostra energia, creatività e determinazione sono la miglior garanzia per una crescita anche in questo scenario difficile”.

C'è poi l'aspetto occupazionale da considerare. Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio di Brescia, spiega: “il settore tiene e garantisce il lavoro – nessun dipendente è stato licenziato. Le aziende bresciane sono le migliori del mondo, salvano l'occupazione e conquistano ovunque trofei sportivi”.  Dello stesso avviso l'Anpam che puntualizza “il primato italiano nella produzione di armi e munizioni di tipo sportivo – venatorio non è in discussione”. Insomma, è la qualità che conta e l'unica carta su cui puntare in un mercato così vasto.
 
E infatti l'Italia mantiene il suo primato nella produzione di armi e munizioni di tipo sportivo - venatorio a livello europeo dove copre circa il 60% dell'offerta, che arriva al 70% se si considerano solo le armi lunghe da caccia e da tiro. Siamo anche i più importanti esportatori del mondo di armi sportive e di munizioni. Lexport tocca l'80% della produzione, in particolare negli Usa (45%), con punte del 90% per repliche e avancarica.
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5 commenti finora...

Re: Fucili italiani: il settore tiene e garantisce occupazione

L'unica cosa che non capisco è perchè non ho mai sentito PUBBLICAMENTE un rappresentante del mondo armiero spendere due parole a supporto della caccia in italia; va bene che il settore ha dato per perso il mercato italiano ma almeno DUE parole di circostanza non farebbero male.

da EMY 74 15/04/2011 14.51

Re: Fucili italiani: il settore tiene e garantisce occupazione

.... e cosa vuoi che facciano.... un cazz!!!

da Giovanni59 15/04/2011 12.59

Re: Fucili italiani: il settore tiene e garantisce occupazione

tordo toscano sopratutto cosa fate a livello politico per tutelare noi uomini e donne dei boschi? CACCIA E AMBIENTE E VIA

da NAPPA 15/04/2011 12.14

Re: Fucili italiani: il settore tiene e garantisce occupazione

E in Italia? Quanti ne vendono di fucili?

da Tordo toscano 15/04/2011 8.10

Re: Fucili italiani: il settore tiene e garantisce occupazione

Viva Brescia, Viva Gardone Val Trompia

da Bigio 14/04/2011 18.40