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Fidasc: Buglione segnala al Ministro spiacevoli disomogeneità


lunedì 11 maggio 2020
    
 
 

Con una lettera indirizzata al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, il presidente della Fidasc Felice Buglione mette in evidenza una serfie di disomogeneità di trattamento, che recano danno a molti sportivi che praticano le discipline rappresentate dalla Federazione Italiana Armi Sportive Da Caccia.

"Egregio Signor Ministro - scrive Buglione - la tanto attesa "fase due" è iniziata ma il processo non appare né rapido né privo di incertezze. Siamo consapevoli che governare una crisi come quella che ha sconquassato fino dalle fondamenta la sanità pubblica e l’economia, non è impresa facile e si può essere certi che qualunque iniziativa legislativa venisse assunta lascerebbe, in ogni caso, decine o centinaia di migliaia di cittadini insoddisfatti. Parlando di sport – che è il nostro “mestiere” – il quadro generale non solo non muta di una virgola ma, per certi aspetti, mette in evidenza una serie di indeterminatezze e di disomogeneità che non aiutano di certo ad affrontare con la necessaria serenità questa congiuntura così vasta e negativa. E le “Linee guida” che il Governo, il Ministero della Salute e il Coni hanno emanato (peraltro corpose oltre ogni limite) non riescono a sgombrare il campo da tante incongruenze piccole e grandi, dando la stura a tutta una serie di iniziative autonome che, per forza di cose, hanno il grave handicap di andare per strade (o viottoli) diverse, in una gara abbastanza sterile a chi è più bravo".

" Ovviamente - prosegue -  da uomo di sport e da Presidente di una Federazione Sportiva Nazionale, non posso che ringraziare tante amministrazioni regionali per la loro buona volontà e per l’attenzione prestata alle esigenze di tanti appassionati, soprattutto cinofili, che pur praticando attività assolutamente individuali e in grandi spazi all’aria aperta, si sono sentiti penalizzati da una “classificazione” che non è riuscita a mettere a fuoco la loro indiscutibile specificità. Un analogo ringraziamento va poi rivolto al mondo venatorio che, riunito nella Cabina di Regia insieme al CNCN, ha continuamente sollecitato una maggiore attenzione verso una categoria di cittadini (cacciatori, tiratori, cinofili) che molti politici sembrano ignorare. Malauguratamente, nonostante tanti sforzi, è mancata proprio la cosa più importante e cioè una omologazione uniforme di tanti provvedimenti ed una preziosa chiarezza applicativa dei vari Decreti, che via via si sono succeduti per due mesi. Per esempio, nel campo del TIRO, che pur facente capo a più Federazioni, Enti ed altro, può vantare una sostanziale omogeneità, risulta incomprensibile la settorialità antidemocratica riservata ad alcune categorie di tiratori lasciando abbandonata la base degli associati. Ancora peggio nel campo del cosiddetto “benessere animale”, che va dalla toilettatura all’allenamento e addestramento cani, dove si è visto e si sta vedendo di tutto e ormai quasi tutte le regioni hanno assunto iniziative autonome su questa materia. Un insieme di provvedimenti che spesso non tengono in giusto conto il fatto che le varie zone preposte per l’addestramento cani sono di diversa natura ed hanno tipologie normative molto differenti, ma il soggetto CANE è uno e ne conosciamo benissimo indole, esigenze e peculiarità".

"E meno male - conclude il presidente FIDASC -  che nelle acque turbolente e insicure di questa benedettissima “fase due” non mancano per fortuna esempi virtuosi di amministrazioni locali sensibili alle legittime e non certo presuntuose istanze di tanti cittadini ma, sciaguratamente, tutte le varie iniziative sono state prese in ordine sparso senza alcun filo conduttore univoco con le varie “Linee Guida” emanate in maniera intempestiva e anche abbastanza nebulosa. Insomma, un lodevole impegno vanificato da una grave disomogeneità che i responsabili dell'amministrazione pubblica hanno il dovere di correggere quanto prima perché lo sport, da quello professionistico di alto e altissimo livello a quello dilettantistico e amatoriale non potrà riprendersi – anzi, non potrà proprio esistere – nelle nebbie della navigazione a vista e alla mercé di iniziative improvvisate".

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