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In Emilia Romagna linee guida per il controllo della leishmaniosi canina


martedì 17 marzo 2015
    

La Regione Emilia Romagna ha approvato le “Linee guida per il controllo della leishmaniosi canina in Emilia-Romagna”, che definiscono criteri e procedure uniformi in tutto il territorio regionale per rendere più efficaci la sorveglianza del fenomeno e gli interventi di controllo.  L’obiettivo è migliorare ulteriormente il sistema regionale di contrasto della leishmaniosi, malattia causata da un protozoo, la Leishmania, che si trasmette attraverso la puntura di un pappatacio infetto in prevalenza al cane, ma anche alle persone.

Nel cane la leishmaniosi è una malattia grave, che non guarisce mai completamente e che spesso porta alla morte dell’animale. La diagnosi precoce e la terapia con farmaci permettono non solo la guarigione dei sintomi, ma anche di limitare la diffusione della malattia.

Nelle persone le forme di leishmaniosi sono due, quella cutanea e quella viscerale. La prima si manifesta attraverso piccole lesioni sulla pelle e guarisce nel 100% dei casi, spesso anche senza prendere medicine. La leishmaniosi viscerale, invece, non provoca lesioni cutanee ed è una malattia cosiddetta “sistemica”, in quanto il parassita si moltiplica e si diffonde a tutti gli organi linfatici. Se non curata, la leishmaniosi viscerale nella sua forma più grave può portare al decesso.

Le linee guida definiscono i ruoli dei soggetti coinvolti, i tempi delle notifiche dei casi infetti, le modalità dell’attività di sorveglianza veterinaria nei canili e nelle altre strutture di ricovero dei cani e le modalità per sviluppare ulteriormente la sorveglianza passiva dei cani di proprietà. In particolare, i veterinari privati (così come i veterinari di enti di ricerca di strutture universitarie, i responsabili dei laboratori di analisi pubblici e privati, gli Istituti zooprofilattici) sono tenuti a notificare al massimo entro 7 giorni i casi infetti di leishmaniosi canina ai Servizi veterinari delle Aziende Usl. Questa particolare attenzione al miglioramento della capacità di notifica del sistema regionale e alla tempestività è legata allo sviluppo di un flusso informativo che consenta di monitorare efficacemente il fenomeno e di mantenere aggiornata una mappa sulla diffusione della leishmaniosi in Emilia-Romagna.

Il rafforzamento della sorveglianza passiva dei cani di proprietà passa attraverso una maggiore sensibilizzazione dei veterinari privati e attraverso l'informazione e la sensibilizzazione dei proprietari di cani rispetto ai controlli sanitari periodici di cui il cane ha bisogno.

Il documento approvato dalla Giunta affronta inoltre il tema degli interventi nei casi di leishmaniosi umana, per circoscrivere l’azione del pappatacio vettore, a partire dall’indagine sierologica sui cani di proprietà nell’area individuata fino alle iniziative per favorire e incentivare le misure di protezione individuale che i proprietari devono adottare per i propri cani.

Il Servizio veterinario e igiene degli alimenti della Regione ha il compito di programmare tutta l’attività regionale e di proporre rapporti annuali sull’attività e i risultati ottenuti, con il supporto delle Aziende Usl e della struttura di sorveglianza epidemiologica regionale (SEER) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna.

In Italia il rischio di trasmissione della Leishmaniosi si concentra nel periodo compreso tra maggio e ottobre, periodo in cui i pappataci sono in attività e possono pungere. I pappataci sono insetti di piccole dimensioni, circa un terzo di una zanzara o anche più piccoli che vivono prevalentemente in aree collinari anche se negli ultimi anni la loro presenza è stata segnalata anche in pianura.

La Regione Emilia-Romagna ha realizzato due anni fa una pubblicazione che fornisce informazioni sulla leishmaniosi e alcune semplici indicazioni per proteggere se stessi e il cane dalle punture dei pappataci e per ostacolarne la diffusione.

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