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A Borghetto di Civita Castellana i Campionati italiani Arci Caccia su quaglie


mercoledì 9 luglio 2014
    
Toscani, umbri, emiliani e campani si sono divisi quest’anno “il bottino” tricolore dei campionati italiani Arci Caccia Csaa di caccia su quaglie liberate con abbattimento del selvatico. L’appuntamento come di consueto è per la prima domenica di luglio ed anche la location ormai è consolidata: sono i terreni dell’azienda Faunistico Venatoria di Borghetto a Civita Castellana in provincia di Viterbo. Campi coltivati ad erba medica e stoppie fresche di taglio hanno offerto, nelle otto batterie programmate, a conduttori e cani di esprimere al meglio classe, bravura e potenzialità e creare così qualche “difficoltà” di valutazione ai giudici (Francesco Rossi, Avio Massoli, Ciro Minucci, Domenico Verdecchia, Ugo Pucciatti, Stefano Simboli, Gianbattista Parodi, Antonio Pafundi, Nando Bellucci e Giancarlo Massari) che hanno dovuto stilare le classifiche. Un centinaio i binomi che si sono presentati alla finale provenienti dalle selezioni effettuate in Sicilia, in Basilicata, in Campania, nel Lazio, in Umbria, in Toscana, nelle Marche e in Emilia Romagna.

La regia della manifestazione è del comitato regionale del Lazio che in stretta relazione con la direzione nazionale ha saputo mettere a punto in maniera impeccabile tutti gli aspetti organizzativi. Merito di Salvatore Piedepalumbo e dell’affiatatissima squadra operativa messa in campo fin dalle settimane precedenti e di Giorgio Filippucci che da sempre per l’Arci Caccia Csaa nazionale coordina complessivamente tutta l’attività di cinofilia venatoria.

La manifestazione si è svolta con grande regolarità grazie anche alla sportività dei cinofili cacciatori e alla competenza dei giudici.

Vediamo ora il dettaglio della manifestazione. Il primo scudetto lo conquista, nella batteria dei continentali italiani, l’emiliano Luciano Farneti con il suo spinone Veron ed un lusinghiero primo eccellente. Veron ha messo in evidenza un movimento in stile anche se in alcuni tratti la presa del terreno avrebbe dovuto essere più ampia. Ferma bene la prima; ed unica, quaglia che risolve dopo una luna guidata.  Alle sue spalle ancora uno spinone, Ardito di Odorico Franchi.

Più combattuta la lunga batteria dei cani da cerca anche se il vincitore, come sottolineato dal giudice Massoli, si è dimostrato una spanna maggiore degli altri concorrenti. Si tratta del toscano Andrea Bini con la sua cocker Luna. Un soggetto che ha offerto una prestazione notevole per andatura ed azione avida e determinata. Sul selvatico si comporta in stile di razza e risolve con ottimi riporti. Ai posti d’onore sono andati gli springer Max (2° eccellente) di Marcello Fortini e Full (3° eccellente) di Matteo Tozzoli. All’eccellente sono andati, nell’ordine, anche lo springer Beniamino di Antonio Muggeri e i cocker Cion di Odorico Franchi e Nerone di Marcello Fortini.

Più complessa la partita nei continentali esteri e negli inglesi. In entrambi i casi sono state formate tre batterie e ci è voluto dunque un barrage successivo per proclamare i campioni italiani.

Il responso della giuria porta allo scontro diretto Maurizio Censini con il kurzhaar York, Altero Piersantelli con il kurzhaar Perla e Gianni Calcinai con l’epagneul breton Tea. Per tutti e tre un ottimo primo eccellente. Al toscano Calcinai non sfugge la vittoria e il gradino più alto nel podio. Da segnalare nelle diverse batterie gli eccellenti per gli epagneul breton Furino di Floriano Pallini, Tito di Nicolò Pipitoni, Liz di Biagio Pasirella, Arno di Gino Tribolati, Peter di Antonio Mugellesi, Nemo di Domenico Filosa.

Le qualità di Tea si erano già evidenziate nella batteria allorché il giudice  sottolineava “il movimento di buon ordine, l’azione avida e la cerca ben impostata ed ampia. Bene sul vento si aggiudica due punti di ottima fattura”.

Di contro negli inglesi il barrage finale è riservato a tre setter inglesi, con il primo eccellente: Diana condotta da Della Pasqua, Principe di Franco Cristofani e Lapo di Florindo Bedetta. L’Inno d’Italia suona per l’umbro Franco Cristofani e per il setter principe che si è “mosso bene sul terreno per ordine ed ampiezza. La presa di punto è ottima così come la cerca e il riporto”.

Negli inglesi prestazioni da eccellente per i setter inglesi Benedetto di Aldo Santamaria, Nero di Domenico Aquino e Caio di Alessandro Cittadini.

Le speciali classifiche a squadre sono state vinta da Umbria B (Marcello Fortini e Matteo Tozzoli) nella cerca, dalla Toscana (Nicolò Pipitone, Florindo Pallini e Gianni Calcinai) nella categoria continentali esteri e dalla Campania (Aldo Santamaria, Biagio Campana) negli inglesi.

Durante le premiazioni Salvatore Piedepalumbo con un filo di emozione ha ringraziato tutti i presenti per il contributo offerto alla riuscita della manifestazione e ha rinnovato l’impegno dell’Arci caccia del Lazio nel proseguire sulla strada tracciata. Giorgio Filippucci ha illustrato, tra le altre cose, il progetto cinofilia che vede impegnata l’Arci Caccia dell’Umbria per giungere nell’Italia centrale ad una intesa tra operatori, cinofili, amministrazioni, aziende, associazioni venatorie per valorizzare la gestione e l’attività cinofila sia quale risorsa integrativa per il territorio e sia come occasione per migliorare la qualità dei cani impegnati nell’attività venatoria. Per Giorgio Filippucci è il momento di fare in Italia ciò che spesso viene cercato oltre i confini nazionali.

Nel suo intervento Marco Ciarafoni, presidente del Consiglio nazionale dell’Arci Caccia, ha messo in rilievo i valori di cui è portatrice la buona caccia capace di collegarsi alla gestione e alla difesa del patrimonio faunistico. Ha altresì osservato il rilievo che posso avere le manifestazioni cinofile per dare forza al mondo venatorio che sta cercando di consolidare più forti lineamenti unitari.
 

(Arci Caccia)

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