Gli animali si trovano ovunque nell'arte preistorica, essendo i soggetti preferiti di cacciatori, pastori e allevatori. Siamo così in grado di riconoscere specie e razze che esistono ancora oggi. Queste immagini ci forniscono anche preziose testimonianze di animali ormai estinti, come il leone delle caverne, l'orso, la tigre dai denti a sciabola, il mammut, l'ilomoicerus (bufalo con grandi corna) e il cervo gigante.
In Europa, gli animali più spesso raffigurati sono cavalli, bisonti, mammut, renne, cerbiatti, cinghiali, pesci, anguille, uccelli e altri animali che hanno un valore alimentare o come materie prime: pellicce, cuoio e avorio.
Basti pensare alle rappresentazioni di Diana nella scultura greca, alle raffigurazioni a carattere venatorio nel periodo Romano: daini e caprioli, spesso cinghiali, a volte addirittura orsi in fuga ansimanti inseguiti da mute di cani. Falconi che volteggiano nel cielo. E i fuochi dei servitori che stanano gli animali spingendoli verso i cacciatori, in attesa. Decine e decine di ettari di terra verde e lussureggiante, alberi, cascate, fiumi e stagni trasformati in un unico immenso parco che evoca l’Eden. Scorrendo nei secoli, centinaia, anche migliaia di cavalieri e dame, servitori al seguito, abiti sfarzosi ricchi di piume e veli, cappelli e mantelli drappeggiati e cavalli dalle criniere pettinate e arricciate. Oggi, nell'era di internet, il web è ricchissimo di immagini e di commenti, da wikipedia ai più eruditi saggi scientifici.
Un affresco, ora distrutto, della Tomba dei Nasoni a Roma (II sec. d. C.) illustrava la cattura di due tigri spinte in gabbia dai battitori.
Gli Otto medaglioni adrianei inseriti nell'Arco di Costantino offrono tutto un ciclo dei costume venatorio della Roma imperiale: la partenza dell'augusto personaggio, i suoi sacrifici a Silvano, Diana, Apollo, Ercole, i suoi assalti all'orso, al cinghiale; il trionfo sul leone libico. Tutti e otto, di oltre 2 m di diametro, sono collocati al di sopra dei fornici laterali, sulle due facciate, inseriti a due a due in un campo rettangolare che in origine era ricoperto da lastre di porfido. Raffigurano alternativamente scene di caccia (partenza per la caccia, cacce all'orso, al cinghiale, al leone) e scene di sacrificio a divinità pagane, collegate ciascuna ad una delle cacce.
L'ordine attuale dei tondi sull'arco, che differisce dall'originario ordine delle scene, è il seguente: sulla facciata meridionale: Partenza per la caccia, Sacrificio a Silvano, Caccia all'orso, Sacrificio a Diana; sulla facciata settentrionale: Caccia al cinghiale, Sacrificio ad Apollo, Caccia al leone, Sacrificio ad Ercole.
Affiancano l'imperatore nelle scene due o tre personaggi, a cavallo in due dei rilievi di caccia, e a piedi negli altri. Le composizioni sono attentamente studiate attorno alla figura imperiale e gli sfondi sono essenziali, secondo le convenzioni dell'arte ellenistic (fronde di alberi, un arco che simboleggia la partenza, ecc.). L'esecuzione è molto fine, come testimoniano i panneggi, le teste e la cura dei dettagli. Totalmente assente è l'enfasi e la partecipazione narrativa, risolta qui in una misurata compostezza. Il tema della caccia, che proprio Adriano riportò in voga, è connesso all'esaltazione eroica del sovrano secondo uno schema risalente a Alessandro Magno e tipico delle antiche civiltà orientali. Più incerto è il motivo della presenza dei quattro sacrifici campestri.
Caccia al cinghiale
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Caccia all'orso
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Caccia al leone
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Partenza per la caccia
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Sacrificio ad Apollo
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Sacrificio a Diana
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Sacrificio a Ercole
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Sacrificio a Silvano
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