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News Caccia

157. La Federcaccia finalmente batte un colpo


martedì 16 dicembre 2008
    

Intervista a Massimo Cocchi

Quando la Commissione costituita ad ottobre in Federcaccia ha cominciato il suo lavoro, circolavano da tempo proposte che, più che volte a modificare la 157 per migliorarla, sembravano volerla cancellare. Che la 157 abbia bisogno di revisione in alcune parti anche profonda (sia per interesse generale sia per interesse della caccia) è un fatto, ma indebolire l’asse portante programmazione/gestione non serve alla società e danneggia la caccia. Questo è quanto pensano alla Fidc (vedi anche le dichiarazioni di Timo).

La caccia, al contrario, ha bisogno che la gestione si estenda e si qualifichi, perché è attraverso questo passaggio che si possono sconfiggere gli ideologismi e le prevenzioni che ancora determinano, in Italia più che nel resto d’Europa,  limitazioni talvolta irrazionali che mortificano la caccia e danneggiano l’ambiente ed i suoi equilibri.
Se il lavoro della Commissione Federcaccia fosse iniziato prima, forse si sarebbe evitata qualche deriva ed il dibattito sulla modifica della 157 sarebbe partito fin dall’inizio su basi più avanzate, ma tant’è: speriamo che  sia possibile recuperare un dibattito che coinvolga tutte le componenti interessate, per prime quelle venatorie, agricole, ambientaliste. Tutti, del resto, affermano che tale percorso è probabilmente il solo che possa far guardare con fiducia ad esiti positivi e rapidi dell’iter Parlamentare di modifica della legge.

Al Tavolo aperto da Federcaccia con altre Associazioni venatorie, le Organizzazioni degli agricoltori, alcune  Associazioni ambientaliste – che intanto ha prodotto un primo documento di orientamento su alcuni aspetti importanti – si dovrà ora entrare maggiormente nel merito per tradurre i concetti in soluzioni. Ne parliamo con Massimo Cocchi, Consigliere Nazionale, autorevole esponente della Federcaccia Toscana, altrettanto assiduo e autorevole soggetto, come lo ha definito con noi il presidente Timo, della Commissione Fidc per la revisione della legge.

Consigliere Cocchi, quali sono gli elementi principali di revisione a  cui intendete porre attenzione?

In estrema sintesi: fermo il riferimento al quadro europeo ed internazionale, va salvaguardato l’impianto generale della 157 costituito da programmazione/pianificazione/gestione faunistico-venatoria con attenzione particolare all’ambiente, all’agricoltura, alla tutela della fauna; la struttura organizzativa, con gli Atc ed i Ca ed i loro organi e ruoli; la regolamentazione degli accessi e della mobilità dei cacciatori, in base al criterio della “massima mobilità compatibile con la gestione”.  Vanno salvaguardate e valorizzate anche le funzioni della scienza, potenziando le capacità di ricerca e superando però una situazione che ha visto spesso, fino ad oggi, l’Infs invadere competenze proprie delle istanze di governo del territorio.
Proprio per un più esauriente soddisfacimento delle finalità che portarono all’approvazione della 157 e che la legge stessa afferma, sono indispensabili cambiamenti anche profondi dell’articolato.
Alcuni degli aspetti di primario rilievo:
- Superare (art 1) una proposizione della caccia vista in certo modo solo come attività residuale ( “..è consentita purchè non contrasti..”) ed esplicitare un altro concetto: le politiche volte alla conservazione e all’incremento del patrimonio faunistico devono tenere conto delle esigenze connesse alla conduzione agricola ed all’esercizio dell’attività venatoria. Un approccio che riconosce alla caccia ruolo e dignità oltrechè funzione positiva nelle politiche conservative.
- Chiarire (art 1) il quadro di competenze dopo la modifica del titolo V della Costituzione, esplicitando che la gestione, la tutela della fauna selvatica e la disciplina dell’attività venatoria sono materie di competenza delle Regioni e Province autonome, restando allo Stato specie e tempi generali di caccia. In relazione alla statuizione delle competenze, destinazione alle Regioni (come da legge finanziaria del 2001) del 50% dei proventi delle tasse di concessione governativa).

E per la gestione?

- Chiarire (art 7) ruolo e competenze dell’Infs (ora Ispra) ed il rapporto fra l’istanza tecnico-scientifica da un lato e i Governi regionali e provinciali competenti in materia, nonchè gli enti gestori quali Atc e Ca, superando uno stato   delle cose che ha visto di fatto l’Infs “invadere” il terreno proprio di questi ultimi, avendo di fatto l’Infs il potere, ad esempio, di determinare addirittura le modalità organizzative della caccia o degli abbattimenti o dei prelievi o delle catture a scopo di controllo faunistico.  Potenziare e qualificare l’Istituto come organo scientifico e tecnico di ricerca incaricato di censire, su tutto il territorio nazionale (sarebbe dispersivo e incongruo moltiplicare sul territorio nazionale gli Istituti scientifici), il patrimonio faunistico, studiarne lo stato, realizzare studi e ricerche concernenti la conservazione e la gestione di fauna ed habitat, e di fornire dati e risultati allo Stato, alle Regioni, agli enti gestori, dotando l’Istituto stesso dei mezzi necessari (tramite adeguato utilizzo di parte del gettito della tassa di concessione governativa) e lasciando ad esso la responsabilità delle azioni collegate a questa funzione (ad esempio l’inanellamento a scopo scientifico).
- Liberare invece l’Istituto (e specularmente le Regioni) dalla mole di pareri che è oggi chiamato a dare: l’applicazione della legge, le modalità di organizzazione delle attività di gestione della fauna (siano esse attività propriamente di caccia o interventi di altro genere) spettano ai soggetti competenti in materia, che assumono la responsabilità dei loro atti.

E poi?

- Prevedere in luogo del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale (art 8) un diverso organismo – il “Consiglio Nazionale della caccia e della fauna selvatica” - che, per composizione e competenze attribuite, svolga un ruolo maggiormente attivo e contribuisca realmente al governo della materia. Conferirgli compiti di organo tecnico che suggerisce allo Stato ed alle Regioni gli indirizzi, i mezzi e gli strumenti necessari per la preservazione della fauna, per la promozione della biodiversità e per il miglioramento della gestione e della programmazione dell’attività venatoria nel rispetto degli equilibri biologici, nonché di verificare la coerente applicazione della legge.
Il Consiglio potrà avvalersi della consulenza dell’Istituto (ex Infs) e di altri organismi di ricerca (Università, enti nazionali ed internazionali). In esso potrà essere esercitata la funzione di concertazione fra le Regioni anche su aspetti quali le deroghe per le quali il coordinamento è indispensabile.

E sul territorio?

- Valorizzare la dimensione regionale nella pianificazione faunistico venatoria, trasformando il Piano Regionale da “coordinamento” dei Piani provinciali in effettivo primario strumento di programmazione, redatto sulla base delle proposte delle Province ma definito nell’ottica territoriale più ampia della Regione, per permettere scelte maggiormente sinergiche ed un governo unitario e coerente della materia su scala più adeguata.
Il Piano regionale dispone anche la destinazione delle risorse finanziarie e le modalità della loro erogazione, oltre a stabilire i criteri per il risarcimento dei danni e gli incentivi per gli agricoltori che si impegnino in conduzioni dei fondi concordate ai fini dell’incremento di habitat e fauna selvatica.
- Ricomprendere nel Piano (anche dal punto di vista della gestione) le aree della rete natura 2000 (Zps, Zsc, etc).
- Eliminare (art 12) la scelta dell’opzione della forma di caccia, vincolo non sorretto, oggi, da argomenti razionali. Modi, forme, quantità di caccia sono regolati nel quadro delle scelte programmatiche e gestionali, il che rende incongrua una preventiva ed astratta limitazione delle possibilità.
- Garantire (art 14) nel contempo il rapporto del cacciatore con il territorio, la possibilità effettiva di essere accolti anche in Atc diversi da quello di residenza o della propria Regione, forme di mobilità che – in special modo per la selvaggina migratoria- consentano spostamenti temporanei ma programmati e controllabili.
A questi fini si introduce omogeneità nei criteri di calcolo della densità ammissibile , norme che garantiscono l’accoglienza di cacciatori non residenti, una gestione della mobilità giornaliera (oltre cioè l’iscrizione agli Atc) interregionale (le Regioni decideranno sulla mobilità interna) che, tramite modalità come quelle in atto da anni fra le regioni del centro Italia, assicura l’accoglienza senza vanificare la necessità di presenze venatorie compatibili con le esigenze della gestione.

Ma la questione delle questioni è, come sempre, per i cacciatori che guardano al sodo, l’elenco delle specie cacciabili,  insieme a i tempi e i modi di caccia. Cosa pensate di proporre?

- Prima di tutto: superare (art 18) la logica di una impostazione “bloccata” che fissa tempi, in apertura e chiusura della stagione, rigidi ed invalicabili indipendentemente da ragioni tecniche o biologiche connesse alle specie interessate al prelievo o agli ambienti in cui la caccia si svolge.
La “destagionalizzazione” del prelievo degli ungulati è già possibile, ma va esplicitamente prevista nella legge: gli ungulati debbono essere cacciati tutto l’anno, per ogni specie secondo un calendario biologico specifico.
In via generale, considerando le varie e diverse condizioni di un Paese con le caratteristiche dell’Italia, stagione venatoria  dal primo di settembre alla fine di febbraio, con possibilità per le Regioni di anticipare l’apertura (per singole specie e secondo modalità che le Regioni stesse decidono) alla terza decade di agosto.
- Prevedere, come già per le specie, l’adeguamento dei tempi con decreto in relazione a nuove evidenze (studi, rilevazioni, documenti tecnici nazionali e comunitari).
Il problema, per alcune specie migratorie, è l’incongruenza dei riferimenti tecnico scientifici che riguardano l’Italia rispetto a quello che gli stessi documenti affermano per Paesi Europei con condizioni analoghe al nostro. Il documento Ornis reca date di inizio della migrazione prenuziale diverse fra l’Italia e (ad esempio) la Spagna e la Francia per le stesse specie, con differenze temporali inspiegabili sul piano tecnico e leggibili solo come conseguenza di una precisa volontà politica.
Una rivisitazione critica di questi documenti appare il primo passo da compiere per uscire dall’equivoco e definire i tempi in relazione a condizioni oggettive.
- Inoltre: garantire (art 19) il controllo effettivo degli equilibri faunistici in ogni tempo ed in ogni luogo, indipendentemente dalla destinazione funzionale delle aree.  Dare alle Regioni la possibilità effettiva di intervento con l’utilizzo dei mezzi più idonei è fra le condizioni indispensabili per prevenire danni all’agricoltura e alla flora e assicurare la diversità delle specie sul territorio. Superare la separatezza, anche a questi fini, fra aree protette e rimanente territorio. Ove le gestioni competenti non assicurino il mantenimento degli equilibri ottimali, potere alle Regioni di intervento.
- E recuperare (art 22) la possibilità di conseguire la licenza di caccia per i sedicenni, su esplicita autorizzazione di chi esercisce la patria potestà.

C’è qualcos’altro?

Questi gli aspetti principali, che incidono sul “sistema di governo” della gestione faunistica e venatoria, con innovazioni che mantengono l’impostazione portante della 157, eliminano prescrizioni improprie per una legge quadro, affidano alle istanze competenti (le Regioni) il compito e la responsabilità di attuarla, semplificano senza stravolgerlo il novero di regole la cui finalità non è complicare la vita ai cacciatori ma rendere la gestione faunistica e la caccia elementi sempre più utili alla gestione conservativa delle risorse naturali.

Intendiamo tuttavia aggiungere ulteriori proposte di modifica di maggior dettaglio (ad esempio :escludere dalla tutela, come i topi e le arvicole, anche nutria, il piccione domestico inselvatichito; precisare che il trasporto di armi in macchina scariche e in custodia è consentito su tutte le vie di comunicazione, anche nei parchi; adeguarsi alle direttive europee per quanto riguarda la caccia da natanti o l’uso di richiami di allevamento; adeguare il sistema sanzionatorio coerentemente con la tendenza generale) rispondono alla stessa logica.

Tutto questo, è già stato illustrato alla commissione ambiente del Senato?

Certamente. Quantomeno nelle sue linee essenziali, un autorevole esponente della presidenza Federcaccia, Gianluca Dall'Olio, le ha illustrate nel corso della recente audizione alla commissione ambiente del senato Nel Particolare, sarà presto nostra cura ufficializzare un testo, coerente con i principi e le intese cui ci siamo sempre riferiti, sia al tavolo Face, sia all’altro tavolo allargato a agricoltori e ambientalisti.

 


Credete che agricoltori e ambientalisti siano d’accordo su tutto questo?

Il confronto al tavolo costituito procede, ed ho già detto che un primo documento è stato prodotto.
Personalmente lo considero un segnale incoraggiante per possibili convergenze che abbiano l’obbiettivo, come usava dire un vecchio amico, non di “un compromesso al livello dei più imbecilli” ma di un’intesa  qualificata ed equilibrata.
Poco più di un anno fa, a Bolgheri, fu sottoscritto un documento ( Manifesto della caccia: la gestione conservativa degli ambienti naturali e della fauna selvatica) fra Federcaccia Toscana, Arcicaccia Toscana e Legambiente Toscana che anticipava molti dei concetti che oggi ci sentiamo impegnati a sostenere per la legge nazionale. Si trattava di un fatto regionale, è vero, ma aspetti allora sottoscritti come il ritorno alla gestione del territorio del 50% delle tasse di concessione governativa, il sostegno al ruolo multifunzionale dell’impresa agricola, la regolazione della mobilità, l’esigenza di armonizzare la gestione faunistica sul territorio al di là della destinazione funzionale delle singole aree, hanno spazio centrale nelle nostre proposte.
Certo vi sono passaggi complessi che, come per elenco delle specie cacciabili e tempi di caccia, metteranno a dura prova il confronto, ma poiché credo che la consapevolezza che la 157 abbia necessità di essere aggiornata e “modernizzata” non sia solo nostra, tutto sommato ritengo di poter esprimere un ragionevole ottimismo.

Massimo Cocchi

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14 commenti finora...

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Bravo martino. Per uscire dal ghetto bisogna essere consapevoli dei nostri valori ambientalisti e sociali. Dopodichè, acquisita questa coscienza - senza sbandierare ai quattro venti i nostri difetti, e la presenza di pecore nere - far sì che queste pecore nere diventino sempre meno. Quindi preparare una nuova nostra classe dirigente (questo dovrebbe essere compito delle associazioni venatorie e per questo vanno spronate perchè per ora fanno poco), che sia capace di sostenere queste nuove posizioni e soprattutto di promuoverle con gli strumenti (culturali e comunicazionali) giusti. Diamoci da fare. In questo, vedo che big hunter sta facendo più del dovuto, coprendo in parte la carenza delle attuali dirigenze venatorie.

da francesco 18/12/2008 10.29

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Per Loris Altomonte: ti ringrazio, Loris, per l'immeritato complimento che mi fai citandomi. Dal canto mio, posso dire che TU hai centrato il problema, o almeno uno dei problemi che personalmente ritengo più importanti: NOI cacciatori dobbiamo farci modello di comportamento per tutti, NOI cacciatori dobbiamo farci portatori di un'autentica cultura ambientalista, sforzandoci di essere migliori di quello che siamo... e lo siamo già tanto, credimi... ma mai abbastanza per essere degni dell'arte sublime che pratichiamo. Non voglio dilungarmi sui tanti peccati e peccatucci che molti di noi ancora commettono... anche perché forse, vista il clima d'intolleranza che amcora aleggia attorno a noi, certi panni è meglio lavarli in famiglia.

da Martino, Bologna 18/12/2008 8.03

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

possibile che nessuno si rende conto che per andare a caccia occorre il territorio? allora ridimensioniamo i parchi, meglio abolirli, e, checché ne pensi Antonio, ripristiniamo la caccia primaverile.

da [email protected] 17/12/2008 17.32

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

sono solidale con Carlo: sospendiamo la caccia a dicembre edd riapriamola da febbraio a marzo. ma ridteci il territorio di caccia e la primaverile

da [email protected] 17/12/2008 17.16

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Infatti Antonio, da quando nel 1969 fu eliminata la caccia a quaglie e tortore che si apriva il 1° aprile fino alla 2^ domenica di maggio, noi tutti pensavamo...."vedrai a settembre che bei carnieri!".Beh, da allora se ho voluto prendere qualche quaglia mi sono dovuto avvicinare a chi aveva messo la quagliaia.Non mi sembra sia stato così produttivo l'abolizione della primaverile. Ora non sò a cosa tu ti riferisci quando parli di abolizione ora della caccia primaverile, per caso vai a caccia dopo il 31 gennaio?

da Carlo 17/12/2008 16.52

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Da anni si parla di una nuova "157". Occorre mettere mano al più presto, certamente con l'aiuto di quei parlamentari sensibili alla questione. Le parole non servono; servono chiare proposte definitive da parte di Federcaccia per l'interesse di Tutti i cacciatori con particolare riguardo al futuro ambiente. La caccia primaverile deve essere eliminata per tutte le specie se si vogliono ottenere buoni risultati alla vera apertura autunnale.

da Antonio 17/12/2008 15.36

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Sono sempre scettico, quando si è messo mano a riforme per noi è andata sempre peggio.Un principio che mi sta a cuore da cacciatore non lo vedo essere stato citato, quello del diradamento del cacciatore che ha per conseguenza la restituzione dei territori sottratti indebitamente alla caccia.Poi mi stanno bene tutti gli intendimenti di Federcaccia. Personalmente sarei anche propenso ad una sospensione della caccia nel mese di gennaio per poi riprenderla dal 1° febbraio al 15 marzo...già ma io parlo di caccia!

da Carlo 17/12/2008 9.25

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Ancora una volta Martino da bologna centra il problema sono perfettamente daccordo con lui stavolta avremo la dignità negata per troppo tempo, starà poi a tutti noi conquistarla sul campo e far vedere all'opinione pubblica generale che anche noi stiamo cambiando in meglio.

da Loris Altomonte 17/12/2008 8.21

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

io spero che questa sia la volta buona per salvaguardare il cacciatore e la selvaggina e migliorare la gestione delle atc.perche la caccia e lo sport piu salutare e bello che ci sia

da mirko t. 16/12/2008 20.00

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Pensatela come volete, ma il cuore mi dice che il momento è propizio per fare finalmente uscire la caccia dal "ghetto culturale" in cui è stata relagata da quasi quarant'anni di demagogia pseudoambientalista. Forza, tutti uniti, siamo i migliori!

da Martino, Bologna 16/12/2008 18.11

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

E allora Forza e avanti tutti insieme per la caccia e i cacciatori, cittadini esemplari, incensurati ed amanti dell'ambiente.

da Luca B. 16/12/2008 14.38

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Conosco da tempo Massimo Cocchi ed ho imparato ad apprezzarne la competenza e l'equilibrio. Leggendo la sua intervista possiamo riscontrare significative convergenze con i contenuti della Proposta di legge n. 1104 depositata al Senato e supportata dalla Petizione popolare promossa da CONFAVI ed appoggiata in seguito anche da ANLC ed ANUU, sottoscritta da oltre 843.000 cittadini italiani in poco più di due mesi. Con queste premesse si puó cominciare a dialogare e costruire una larga convergenza del mondo venatorio italiano su una proposta unitaria di modifica della 157/92 da sottoporre all'approvazione del Parlamento.

da SERGIO BERLATO 16/12/2008 12.53

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Che tutte le Associazioni Venatorie facciano un fronte unico superando la corsa al tesseramento. La caccia così andrà in meglio e la nuova 157 sarà più giusta per tutti i suoi appartenenti, sempre nel rispetto della sostenibilità. Ed è proprio sulla sostenibilità che siamo sempre stati boicottati da un ambientalismo cieco e votato solo al no. Vorrei comunque ringraziare l'onorevole Berlato che a saputo guidare quel movimento sponstaneo di malcontento che era in tutti noi. W la caccia.

da Angelo da Roma 16/12/2008 12.29

Re:157. La Federcaccia finalmente batte un colpo

Finalmente, davvero, anche la maggiore associazione venatoria italiana esce dalla sua nebulosa ed esprime un parere. Che se articolato in norme - come ci auguriamo tutti di leggere presto (Big Hunter fatti sentire)- e "digerito" come Cocchi auspica anche dagli agricoltori, penso che saremo davvero a buon punto. Da parte degli ambientalisti ci aspettiamo ovviamente un assenso di massima almeno per quel che riguarda le associazioni più responsabili; dalle altre: che facciano quello che vogliono, tanto si qualificano (squalificano) da sole. Tanto di cappello, quindi, anche se tardivamente, purtroppo, a quest'impegno di Federcaccia e dei suoi più attivi e consapevoli esponenti, che molto probabilmente riuscirà a riordinare quel gallinaio rumoroso e poco concludente che ultimamente si è sentito starnazzare sui siti e sui blog.

da francesco 16/12/2008 11.01