Capita a tutti, a tutti noi che amiamo la caccia, di dover affrontare discussioni con amici conoscenti o casuali interlocutori, per spiegare le ragioni che ci portano a perseverare in questo nostra passione, sempre più spesso considerata "difetto" agli occhi di una società alla deriva. Giorni fa, alla ricerca nel web di oggetti venatici del desiderio, mi sono imbattuto in una fonte non italiana, che proponeva nella sua home page un'articolata definizione della caccia che m'è piaciuta assai, tanto da volerla acquisire nel bagaglio dei miei pochi saperi e utilizzarla al bisogno, almeno nelle particolari circostanze in cui mi trovassi a interloquire con qualcuno che a mio parere sia degno di rispetto.
Eccola.
"Da tempo immemorabile, la caccia è stata una parte importante della cultura e della tradizione rurale, nonché una delle più antiche forme di utilizzo del suolo dell'umanità. La caccia e la silvicoltura influenzano le specie e le popolazioni di selvaggina e i loro habitat, ma hanno anche un effetto sulle specie animali e vegetali non prede e sui loro ecosistemi. Come parte integrante dell'agricoltura e della silvicoltura, la caccia è una forma sostenibile di utilizzo del suolo e dovrebbe soddisfare tutti i moderni requisiti di protezione dell'ambiente e conservazione della natura. Le aspettative sociali riguardo al trattamento e all'uso efficiente delle nostre risorse naturali sono cambiate considerevolmente negli ultimi decenni. Flora e fauna sono considerate risorse preziose degne di speciale protezione. La fragilità dei nostri ecosistemi richiede grande cura nel mantenimento dell'equilibrio ecologico e quindi una nuova comprensione del concetto di caccia. Sostenibilità della caccia significa che l'uso di queste risorse naturali deve essere assicurato non solo nel presente ma anche alle generazioni future. La caccia fornisce un contributo importante alla protezione degli ecosistemi, poiché i cacciatori sono obbligati a mantenere popolazioni di fauna selvatica sane e biologicamente diversificate e a proteggere il loro habitat. Ciò include anche la prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica e l'adeguamento delle dimensioni della popolazione a specifiche condizioni ambientali. Anche la fauna selvatica e la caccia svolgono un ruolo economico considerevole nelle zone rurali, poiché l'affitto di terreni e la vendita di selvaggina sono ancora un'importante fonte di reddito in queste regioni".
Fin qui la definizione di caccia, che ho trovato ricca di concetti rispettabili, personalmente condivisibili. Concetti che coniugano l'unico termine che per gli antichi racchiudeva in sé l'idea di casa, di ambiente, di economia, ispirazione per qualsiasi società che si vuole definire giusta, consapevole, interessata al benessere di tutti i propri componenti.
Oggi, la turbolenta complessità che ci avvolge fa spesso dimenticare questi principi. Ognuno pensa a se stesso e subito. Certi valori - ieri considerati intoccabili, quasi sacri - vengono derisi, a volte cancellati, sacrificati sull'altare dell'egoismo. Chi ha più voce in capitolo, chi ha più potere, chi ha più denaro si sente in diritto di calpestare i diritti degli altri. Peggio ancora, la contemporanea cultura del no, porta a sopprimere tutto cià che non è condiviso da una maggioranza irresponsabile. Tutto il contrario di quanto da secoli ha caratterizzato il nostro vivere civile, basato su quel concetto di democrazia che contempla (mi verrebbe da dire: contemplava, ormai) il rispetto e la tutela delle minoranze. E noi, minoranza siamo, ne dobbiamo essere consapevoli. Con la conseguenza che anche il nostro approccio al dibattuto tema (cos'è la caccia, oggi?) deve rapportarsi a questa realtà. Ieri, fino a pochi decenni fa, anche la nostra era una società prevalentemente rurale. Un tutt'uno fra produzione agricola, caccia, conservazione dell'ambiente (antropizzato, non più strettamente naturale da secoli, se non da millenni). Oggi, nell'era postindustriale (ormai telematica) questi ambiti sono stati scissi, e in molti casi si contrappongono. Ambiente contro caccia, caccia contro agricoltura, agricoltura contro ambiente. Un odioso biribissaio da cui sarà difficile uscire, almeno nel breve periodo. L'attuale frangente, monopolizzato dalla cosiddetta rivoluzione verde e transizione ecologica, rischia di far perdere la bussola a qualche governante improvvisato, convinto dalla canea montante degli ecologisti nostrani che la soluzione di tutti i mali sia nel ritorno a un ambiente "incontaminato", che in verità nessuno da millenni ha avuto modo di calpestare. Non sarà così, ma in ogni caso, di fronte a certe prospettive, il nostro approccio di cacciatori responsabili dovrà essere ponderato, e dovrà soprattutto tener conto del legame stretto che c'è sempre stato fra caccia responsabile, agricoltura rispettosa del creato, territorio ben gestito. Come si legge in quella mirabile sintesi che ho qui sopra proposto.
C'è da lavorare, comunque. E possibilmente tutti insieme.
Alessandro Pellegrini
Redazione Big Hunter. Avviso ai commentatori
Commentare le notizie, oltre che uno svago e un motivo di incontro e condivisione , può servire per meglio ampliare la notizia stessa, ma ci deve essere il rispetto altrui e la responsabilità a cui nessuno può sottrarsi. Abbiamo purtroppo notato uno svilimento del confronto tra gli utenti che frequentano il nostro portale, con commenti quotidiani al limite dell'indecenza, che ci obbligano ad una riflessione e una presa di posizione. Non siamo più disposti a tollerare mancanze di rispetto e l'utilizzo manipolatorio di questo portale, con commenti fake, al fine di destabilizzare il dialogo costruttivo e civile. Ricordiamo che concediamo questo spazio, (ancora per il momento libero ma prenderemo presto provvedimenti adeguati) al solo scopo di commentare la notizia pubblicata. Pertanto d'ora in avanti elimineremo ogni commento che non rispetta l'argomento proposto o che contenga offese o parole irrispettose o volgari.
Ecco le ulteriori regole:
1 commentare solo l'argomento proposto nella notizia.
2 evitare insulti, offese e linguaggio volgare, anche se diretti ad altri commentatori della notizia.
3 non usare il maiuscolo o ridurre al minimo il suo utilizzo (equivale ad urlare)
4 rispettare le altrui opinioni, anche se diverse dalle proprie.
5 firmarsi sempre con lo stesso nickname identificativo e non utilizzare lo spazio Autore in maniera inappropriata (ad esempio firmandosi con frasi, risate, punteggiatura, ecc., o scrivendo il nickname altrui)
Grazie a chi si atterrà alle nostre regole.