Occhio alla penna


lunedì 31 maggio 2021
    

 
 
Riteniamo della massima importanza che tutti gli appassionati della caccia e i loro dirigenti, centrali e periferici, possano avere la possibilità di acquisire la massima informazione  su come stanno le cose in Italia, riguardo ai problemi dell'ambiente e del patrimonio naturale che malgrado tutto il nostro paese conserva. Ne fa fede, sostanzialmente, il comunicato pubblicato dal Ministero della Transizione Ecologica che qui sotto pubblichiamo. Ancora più importante è tuttavia prendere visione del rapporto integrale, acquisibile scaricando l'allegato a margine, dal quale a nostro avviso potrebbero emergere distorsioni gravi sulla situazione collegata alla caccia e ai prelievi delle specie alate. Come al solito la fonte di riferimento è la LIPU, notoriamente di parte, cioè sostanzialmente avversa alla caccia. Attività, questa nostra, che nel rapporto viene neanche tanto velatamente richiamata alle responsabilità della situazione, nei suoi aspetti critici, mettendo in secondo piano sostanzialmente le reali causa della diminuzione o della scomparsa di specie di avifauna, in gran parte ormai da tempo non più oggetto di caccia. Mentre in altre sezioni del rapporto (fig. 19) si capisce invece chiaramente quali sono le cause:  l'agricoltura, ad esempio,  sta minacciando 460 specie su 500, lo sviluppo  socioeconomico (urbanizzazione, industria, commercio, infrastrutture ecc.) 320 specie su 500 (ricordiamo che le specie alate cacciabili in Italia sono solo alcune decine). Quanto alla situazione delle specie cacciabili, si mettono in evidenza abbondanti carnieri di tordi e di colombacci, senza evidenziare che queste due specie sono in ottimo stato di conservazione, se non in aumento. Insomma, poichè siamo sempre più oggetto di informazioni e notizie fuorvianti, è nostra opinione che anche sull'acquisizione e sulla comunicazione di questi dati il nostro mondo debba fare attentissime considerazioni e agire di conseguenza.
 
Redazione BigHunter.it

Ecco il comunicato:

PRESENTATO IL RAPPORTO SUL CAPITALE NATURALE.
Bilancio in chiaroscuro: Italia fra i Paesi EU più ricchi di biodiversità ma è allarme per consumo di suolo, specie di ucelli nidificanti e 29 tipi di ecosistemi su 85 sono ad alto rischio. 

Roma, 22 mag. – Nel Giorno della Giornata Mondiale per la Biodiversità è stato presentato, presso l’Orto Botanico di Roma, il IV Rapporto sul Capitale Naturale predisposto dal Comitato Capitale Naturale. Un documento destinato a rappresentare il faro che avrà il compito di guidare la strategia italiana nella gestione del Recovery Plan, con l’obiettivo di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato.

“La mitigazione è l’obiettivo del Recovery Plan: non abbiamo un secondo appello – ha spiegato il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani – e c’è poco da discutere, dobbiamo adottare norme efficaci e agire in favore della biodiversità, con grande intensità, entro i prossimi 5 anni”.

Alla conferenza, condotta dalla giornalista Sveva Sagramola, hanno partecipato anche Antonella Polimeni, rettrice dell’Università di Roma La Sapienza, Fabio Attorre direttore del Museo Orto Botanico di Roma, Antonio Maturani DG PNA del MiTE, Carlo Blasi direttore scientifico del Centro Interuniversitario “CIRBISES“, Roberto Danovaro presidente stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, Ivan Faiella della Banca d’Italia ecoord. task force G20 finanza sostenibile, Alessandra Stefani DG economia montana e foreste del Mipaaf, Barbara Mazzolai direttore del laboratorio di robotica bioispirata IIT.

Il Capitale Naturale è l’intero stock di risorse naturali, organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche che contribuisco alla produzione di “servizi ecosistemici” (es. depurazione delle acque, stoccaggio del carbonio, rifornimento di materie prime, protezione dal dissesto idrogeologico e moltissimi altri) da cui noi stessi siamo strettamente dipendenti per il nostro benessere e la nostra economia. Compromettere la natura e i suoi servizi significa compromettere la nostra stessa società, con gravi conseguenze non solo dal punto di vita della salute, ma anche da quello economico (si veda in fondo per alcuni dati esemplificativi). Quantificare dal punto di vista economico questi servizi è quindi fondamentale perché solo comprendendo il reale valore della natura è possibile tutelarla e valorizzarla.

Il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale nasce proprio a questo scopo. Istituito dalla legge 221 del 2015, è un appuntamento annuale che serve a fare un bilancio dello stato di salute dei nostri sistemi naturali e a dare una quantificazione biofisica ed economica dei beni e servizi forniti dall’ambiente. Il Rapporto deve, inoltre, dare indicazioni concrete su come integrare queste considerazioni all’interno delle politiche del Paese affinché il Capitale Naturale da cui dipendiamo sia preservato e, dove necessario, ripristinato.

I Rapporti sul Capitale Naturale non sono quindi uno strumento una tantum, ma costituiscono un processo continuo di integrazione del Capitale Naturale in tutte le politiche italiane, per contribuire a porre il paese sulla strada della sostenibilità.

Anche il Quarto Rapporto si inserisce in questo processo e giunge in un momento particolarmente importante per l’Italia, che sta per mettere a punto la nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030.

Il Quarto Rapporto è presentato in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità proprio per mettere in luce il ruolo centrale della tutela della biodiversità per il benessere della nostra società.

La Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030


La necessità di preservare il capitale naturale per garantire la resilienza dei nostri sistemi socioeconomici, e la stretta interconnessione tra sviluppo sostenibile, contrasto ai cambiamenti climatici e conservazione della biodiversità sono riconosciuti dai diversi impegni internazionali cui l’Italia ha aderito, quali l’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile al 2030, il Green Deal europeo e le Strategie Europee per la Biodiversità al 2030 e Farm to Fork.

In attuazione degli impegni internazionali, nel corso del 2021 sarà definita la nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità per il 2030, che verrà impostata proprio a partire dai contenuti e dalle indicazioni derivanti dal Quarto Rapporto sul Capitale Naturale, oltre che dalle lezioni apprese dalla precedente Strategia (2011-2020), come analizzati nel Rapporto conclusivo della stessa.

Biodiversità e servizi ecosistemici in Italia

Si riportano di seguito alcuni dati, estratti dal Quarto Rapporto, sullo stato della biodiversità e sulle valutazioni biofisico-economiche dei servizi ecosistemici.

– Su 85 tipologie di ecosistemi italiani censiti, ben 29 risultano ad alto rischio, e sono per lo più quelli legati agli ambienti umidi, quelli di alta quota, alla fascia costiera e alle pianure interessate da agricoltura e zootecnia intensiva. Ad esempio, nella Ecoregione Padana solo l’8% della superficie ospita ecosistemi naturali e seminaturali.

– L’Italia possiede un ricco patrimonio forestale che copre il 40% della superficie nazionale (12 milioni di ettari) ed è tra i più ricchi di biodiversità tra quelli europei. Molte foreste sono però in uno stato ecologico non ottimale e sono minacciate da incendi, tempeste ed epidemie.

– Le foreste italiane immagazzinano un totale di 4,5 miliardi di tonnellate di C02 e ogni anno ne fissano 46,2 milioni di tonnellate (il 12% di tutte le emissioni italiane).

– Il 63% delle specie di uccelli nidificanti in Italia risulta in uno stato di conservazione cattivo o inadeguato, e più di un quarto delle specie di uccelli valutate dalla recente Lista Rossa nazionale risulta a rischio di estinzione.

– Gli ecosistemi marini e costieri sono minacciati dall’impermeabilizzazione del suolo, dal turismo non sostenibile, dall’inquinamento da plastica e dal depauperamento delle risorse ittiche. Le praterie di Posidonia oceanica sono fondamentali per la protezione dall’erosione costiera, come nursery per molte specie oggetto di pesca e per la regolazione del clima grazie al carbonio immagazzinato. Nell’ultimo secolo il 30% delle praterie sottomarine, corrispondente a circa 226.000 tonnellate di carbonio sequestrato all’anno, è andato perso.

Nel Quarto Rapporto è stato stimato che nel periodo 2012-2018 l’entità di molti servizi ecosistemici e il conseguente valore economico sono diminuiti. Tra questi:

– perdite economiche fino a 146 milioni di € associate all’aumento dell’erosione del suolo;

– riduzione di 72 milioni di metri cubi di risorsa idrica disponibile nelle falde acquifere, corrispondente a circa 15 milioni di euro;

– perdita di quasi 2,5 milioni di tonnellate di carbonio immagazzinato nella vegetazione e nel suolo a causa di cambiamenti nell’uso del suolo, con una conseguente perdita di benefici economici che vanno da 491 a 614 milioni di euro;

– perdite potenziali fino a 3,8 miliardi di euro dovute alla riduzione del servizio di regolazione del regime idrologico che comporta 259 milioni di metri cubi di acqua in eccesso.


 

Vai al Rapporto sul sito del Ministero della Transizione Ecologica

 

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19 commenti finora...

Re:Occhio alla penna

Compagni anche in America? Ma non capite che siamo al pensiero unico, diretto dalla grande finanza?

da SveGlia! 04/06/2021 20.12

Re:Occhio alla penna

la colpa è ei kompagni. fanno schifo.

da Roby 04/06/2021 7.13

Re:Occhio alla penna

Se non sbaglio questo rapporto smaccatamente anticaccia mette in evidenza una enorme contraddizione.L'europa cita lo stato italiano come inadempiente per i mancati piani di controllo sui diciamo nocivi e alloctoni,( cornacchie gazze  cormorani nutrie) come noi cacciatori sappiamo e abbiamo affermiamo  da tempo.L'aumento incontrollato per abbondanza alimentare e senza predatori naturali  di queste specie incide enormemente sulla avifauna e soprattutto su specie non oggetto di caccia da ormai 40 anni.Ma questi scienziati danno la colpa ai cacciatori.

da Bekea 03/06/2021 19.31

Re:Occhio alla penna

X Benedetto G. saranno pure scimuniti come li chiami ma hanno sempre portato avanti le loro idee(divorzio aborto ecc.ecc.) e sono rimasti COERENTI negli anni (come l'on.Meloni)piaccia o non piaccia no come altri che si sono divisi in mille partitini o peggio hanno cambiato totalmente pensiero politico dal vaff....o all'attak colla x poltrone......

da MARCELLO64 02/06/2021 11.40

Re:Occhio alla penna

Bravo, Marcello. c'è da aver paura.

da Roby 02/06/2021 7.20

Re:Occhio alla penna

Occhio. Salvini lancia sei referendum con i radicali. Non vorrei che così si favorisse anche la raccolta firme per quegli altri scimuniti.

da Benedetto G. 01/06/2021 19.46

Re:Occhio alla penna

Vi siete "scordati" della bomba MAGISTRATURA C.S.M. che sta passando in silenzio invece è un vero disastro come è passato in silenzio MAFIA CAPITALE e adesso la scarcerazione di BRUSCA dove metti le mani c'è da PIANGERE non so dove vogliono arrivare ma prevedo tempi molto duri se non si danno una ridimensionata sociale-politica.....Con tutti i problemi che abbiamo se ne escono con la legge ZAN ju soli e patrimoniale adesso ma propio adesso sono 10 anni che in modo o un'altro stanno al governo e adesso che stiamo vedendo la luce nel tunnel arriva lui dalla Francia e spara ste cazzate ma dai.....

da MARCELLO64 01/06/2021 16.57

Re:Occhio alla penna

I controlli non ci sono!! per quanto vogliano farci credere tra mazzette

da genny 01/06/2021 16.35

Re:Occhio alla penna

agricoltori e allevatori sarebbero da controllare seriamente. la meta non è in regola e per il PROFITTO ci fanno mangiare schifezze avvelenate. ma la colpa è sempre della grande distribuzione IL CANCRO ITALIANO! se non torniamo alla bottega sotto casa è la fine

da Mirco 01/06/2021 15.52

Re:Occhio alla penna

Giustissimo Saro. La penso come te. Manca una sensibilità ambientale generalizzata. Colpa del sistema che ha imperato in questi ultimi settantanni che con la scusa di dare lavoro agli italiani, complice la sinistra ma capofila la destra, li ha mantenuti schiavi dello sviluppo economico a tutti i costi, a danno di tutto il resto. Tanto che, dopo mezzo secolo di disastri, condannano gli ultimi proprietari dell'ILVA,i fratelli Riva, insieme al portabandiera dell'ambientalismo italiano, Niki Vendola. E tutti gli altri, dai boiardi di stato dell'IRI, ai successivi proprietari privati che ci si sono fatti tondi avvelenando una città, con la scusa di dare lavoro e pane a migliaia di famiglie? E non parliamo degli agricoltori, spronati a spargere veleni invece di letame, a gonfiare dai vitelli ai maiali ai polli, pieni di antibiotici, riempire i supermercati di frutta fuori stagione, per ingozzare tutti noi, rimbecilliti dalla pubblicità. Individualismo ed egoismo a go-gò, favoriti dalla grancassa di un ambientalismo da cartolina, la caramella col buco che salva l'orso bianco, acque inquinate, falde avvelenate, aria irrespirabile. Rivogliamo il maestro Manzi.

da Viva la caccia 01/06/2021 15.19

Re:Occhio alla penna

Dal mio punto di vista ritengo che dobbiamo iniziare, noi come cacciatori, a riprenderci la "cosa ambientale", non è più possibile e plausibile che questa resti confinata in mano di ambientalisti visionari e che non hanno un approccio imparziale. Un modo di agire scorretto che nulla ha ache vedere con la tutela del territorio e dell'ambiente. Non riesco a tollerare l'assoluta mancanza di presa di posizione nei confronti delle multinazionali, dell'agricoltura intensiva, dei cementificatori nè da parte loro nè nostra. Ed è estremamente odioso che ogni volta che si attacca il mondo venatorio ne veniamo fuori con la solita storia che si tratta di un settore economico che va tutelato. Va tutelato, semmai, in quanto stile di vita, connubio di tradizioni e conoscenza di natura e territorio, difesa dell'ambiente...non il valore economico, non solo quello, almeno!

da Saro Calvo 01/06/2021 13.56

Re:Occhio alla penna

bravo nello ! E ORA DI DIRE BASTA !

da Basta 01/06/2021 7.41

Re:Occhio alla penna

Certo che la conduttrice,Sveva Sagramola,anticaccia dichiarata e conduttrice su Geo&GEO;immaginatevi verso quale sponda ha cercato di dirottare i partecipanti al congresso?????

da Fucino Cane 31/05/2021 17.54

Re:Occhio alla penna

Roghi tossici(provocati dai soliti noti intoccabili, anzi mantenuti dallo stato) , terra dei fuochi, smaltimento illegale rifiuti pericolosi, consumo di suolo arrivato al limite di non ritorno, questi sono alcuni dei problemi del paese dei cachi, altro che la caccia;comunque con il piano PRRRRRR, ne vedremo delle belle, il comunicato del ministero frutto di studi fatica e quant'altro, è il solito documento che serve a giustificare l'esistenza degli estensori di tale studio, finirà come al solito in qualche cassetto, e gli unici a pagare saranno ancora una volta i cacciatori, come sperano le varie associazioni di fannulloni animalardo-ambientaliste foraggiate da uno stato incapace e incompetente.

da Chiaro? 31/05/2021 15.26

Re:Occhio alla penna

non rido per non piangere , ma di cosa stai parlando ? cos'è che funziona nelle regioni rosse? a si funziona solo per alcuni quelli di sinistra! controllati la pressione, è meglio

da no comment 31/05/2021 14.29

Re:Occhio alla penna

Caro no comment, se la memoria non mi inganna, le uniche regioni che legiferano in maniera corretta e scientifica, sono le region "rosse", il resto e' noia, anzi chiacchiere e distintivo….vedi Umbria ed Abruzzo che sono allo sbando!!!

da Marcus 31/05/2021 13.41

Re:Occhio alla penna

fino a quando ci sarà la sinistra al potere...

da no comment 31/05/2021 12.37

Re:Occhio alla penna

Il comunicato del MITE, non menziona i danni dei piccioni torraioli, dei storni, dei cormorani, dei corvidi, degli ungulati, ect. ect. E' ora che chiudono il prelievo venatorio ai porciglioni, ed aprono alle specie menzionate.

da ANTOINE64 31/05/2021 11.13

Re:Occhio alla penna

MA VOI DI BIGHUNTER E TUTTI GLI ALTRI COMMERCIANTI CHE VIVONO IN TUTTO O IN PARTE SULLA CACCIA AVETE INTENZIONE DI FARE O ALMENO DIRE QUALCOSA AL GOVERNO O VI RIMETTETE SEMPRE ALLE ASSOCIAZIONI VENATORIE? Comoda la vita....

da Vitaccia del commerciante... 31/05/2021 10.52