Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?


lunedì 26 novembre 2018
    

 
Importata in Europa da una decina d'anni dal Nord America e già sperimentata con successo per le oche in Danimarca (da cui ha preso il via il progetto internazionale promosso dall'Aewa, African-Eurasian Migratory Waterbirds), la gestione adattativa del prelievo può realmente costituire la chiave di volta di un nuovo approccio scientifico della caccia agli uccelli migratori? Fra tanti dubbi, vediamo di che si tratta.

In termini generali, il processo di gestione adattativa del prelievo è un modo per garantire la caccia sostenibile. In pratica si tratta di stabilire i livelli del prelievo venatorio reali, sulla base di un sistema coordinato di monitoraggio, di analisi dei dati, in un processo decisionale all’interno e tra i Paesi in cui le specie sono presenti. Sulla carta dunque qualcosa di granitico e inappuntabile, che quindi potrebbe rendere inutili – qui da noi - gli sforzi (maliziosi?) dell'Ispra per ridurre significativamente le date di prelievo venatorio. Ispra infatti, cosa alquanto bizzarra per un Istituto scientifico, per molte specie oggetto di caccia non monitora e non censisce, malgrado il fatto che i cacciatori potrebbero (come del resto cercano di fare) fornire ampia messe documentale. Scientifica, ovviamente. E, proprio in forza di questi dati mancanti, chiede continue e a detta di molti pretestuose riduzioni dei tempi e dei carnieri. Un circolo vizioso e viziato che svilisce la figura del cacciatore, costantemente buttato in pasto ad un'opinione pubblica a cui si presentano rischi di depauperamento delle popolazioni migratorie che spesso non sono reali e che non hanno nulla a che fare con la caccia.

Sulla base di questi censimenti, e dei raffronti con gli stati confinanti, dunque sarebbe possibile prevedere un livello di prelievo accettabile dal punto di vista ecologico, sociale ed economico e adeguare le normative nazionali e regionali in maniera dinamica. Il che ovviamente presuppone anche  una stretta collaborazione fra Stati, per dar vita ad un coordinamento internazionale in grado di rispondere alla fluttuazioni delle popolazioni, specie quando costituiscono un danno per l'agricoltura, come lo è stato in particolare per il caso delle oche. Del resto, è quello che ha raccomadato (forse inascoltata) la direzione generale del Minambiente in occasione degli aggiornamenti dei KC.

Il dibattito su questa opzione è aperto ormai da anni in tutta Europa. In Francia per esempio è l'Onfcs, Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, con una propria pubblicazione, a far presente che si tratta di un mezzo di controllo moderno, efficace ed equo dell'attività venatoria, in particolare per gli uccelli migratori. Un metodo scientifico capace di adattarsi all'evoluzione dei problemi (pensiamo per esempio allo storno, oggi non cacciabile in Italia, e a quanti danni provoca). Di fronte all'aumento vertiginoso della popolazione si potrebbe rispondere con una strategia coordinata di gestione, sia a breve che a lungo termine. Il metodo infatti prevede il raffronto continuo tra i risultati attesi e quelli ottenuti. Le eventuali divergenze permettono di valutare la coerenza delle varie ipotesi ed affinare la comprensione dei processi che regolano le dinamiche del sistema. Secondo l'Ofncs è possibile applicare la gestione adattativa a una gamma molto ampia di situazioni, con il vantaggio di ottenere una migliore comprensione dei fenomeni legati alla consistenze delle specie, per stabilire le azioni di gestione più appropriate.

Un quadro di gestione adattativo ampiamente documentato, come dicevamo, è quello della caccia agli uccelli acquatici in Nord America. L'esperienza americana, l'unica testata già dagli anni '90, ha permesso, grazie ad una continua collaborazione tra gli scienziati, le associazioni dei cacciatori e l'ente governativo (United States Geological Survey e Fish & Wildlife Service) di affinare gradualmente la comprensione dei fattori che regolano le popolazioni (come la bassa densità dipendente dalla fertilità o l'effetto adattativo alla caccia). Tenendo conto del prelievo effettivo e della consistenza delle popolazioni, sono via via state definite le quote per la stagione successiva.

Il successo della gestione adattativa degli anatidi nel Nord America è infatti oggi ampiamente riconosciuto sia da un punto di vista conservativo, che da quello dei cacciatori, perché consente di mantenere l'opportunità di cacciare le cosiddette specie "sensibili" (ad esempio in declino o con uno stato di conservazione sfavorevole), modulando il raccolto, infine, sotto il profilo scientifico, poiché migliora costantemente la comprensione dei processi ecologici che regolano il sistema. Il che, ricordiamolo, è possibile solo se si ha una stima regolare e realistica della dimensione fattiva di una data popolazione (e qui rientrerebbe in gioco l'Ispra o chi per esso). Ma il nostro areale, si potrebbe obbiettare, è più vasto e irregolare di quelle delle Americhe, che hanno di qua e di là due oceani che incanalano i flussi migratori. Mentre l'Eurasia è più larga che lunga. Verissimo. Ma intanto si potrebbe cominciare a rifletterci su. Tenendo conto che - per esempio nel nostro paese - abbiamo già una discreta cognizione delle linee di spostamento delle popolazioni migranti e dei contingenti che ogni stagione si ripresentano. E soprattutto delle ragioni che ne determinano la presenza. Sempre grazie in gran parte ai cacciatori. Che, forse, individuando e sostenendo una via italiana al concetto in ipotesi, potrebbero essere ancora di più e meglio padroni del loro destino. Oggi in mano a un manipolo di teorici e salottieri.


Il dibattito è aperto.
 

Cinzia Funcis

  


22 commenti finora...

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Nilo io propongo le riserve per dementi: diventeresti subito il capo!

da X Nilo 02/12/2018 21.56

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

HH Hh h h ahah ah ah ah ah a hah a ha h hahah ah ah ah ah ah .

da Risonte 02/12/2018 15.42

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Proporrei di istituire delle riserve per cacciatori, come furono istituite le riserve dei pellerossa, ed una volta l'anno consentire l'apertura della caccia di fantoziana memoria, così saremmo tutti felici e contenti.

da Nilo 02/12/2018 11.16

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

vero Johnny un pagliativo per far finta di essere DEMOCRATICI mentre sono regimi autoritari a tutti gli effetti! ATC un vero schifo a spese del contribuente !!!

da Rio 30/11/2018 12.36

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Riguardo gli atc giornalieri, a me sembra che non ci sia la volontà di qualcuno a far cacciare altri nel proprio Atc. Basterebbe poco per rendere la domanda compilabile on line. Ognuno coltiva il proprio orticello, la creazione degli Atc ha fatto questo, ma non fa bene alla caccia

da Johnny 30/11/2018 7.49

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Credo che sia l'unica strada per consentire alla caccia di sopravvivere. Bisogna garantire però l'autorevolezza dei dati e dei censimenti e qui i cacciatori dovrebbero essere parte molto attiva. DA qui i piani di prelievo che dovrebbe significare che se ci toccano tre tordi a testa quelli sono e che però potrebbero toccarci 100 storni e cento fringueli etc ..credo di essermi spiegato. Non orientare da subito la pressione venatorio su specie che stanno in salute è un grosso errore che pagheremo caro..

da francesco 28/11/2018 17.32

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

MIGRATORIA LIBERA !!! MALDETTI ATC DEL CAZZO!

da RIO 28/11/2018 17.17

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

A me hanno detto che anche per un giorno ci vuole il tesserino. Piangete sempre che i soldi di tasse agli ATC non bastano e poi quando ve li vogliono dare li rifiutate. E' possibile che voi in Basilicata non trovate un modo per dare i permessi giornalieri (Euro 20 per la cronaca) senza che lo si venga a prendere alla sede ATC. Roba da mettere sul corriere dei piccoli. Pace e bene

da jamesin 28/11/2018 14.45

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Lanciamo uno spot : licenza stop: e vediamo che succede per 2 anni .

da Ilario 28/11/2018 13.10

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

stessa cosa a Rovigo un permesso al giorno che devi andare a prendere il giorno prima io abito a 100 chilometri che faccio ? non posso andare e cosi i soliti mafiosetti ne approfittano !! la trasparenza e democrazia in Italia è UTOPIA!!

da GIOVANNI 28/11/2018 10.10

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Il fatto è che neanche se vuoi cacciare soldi per avere un permesso giornaliero ti facilitano il compito. Per avere un permesso giornaliero in ATC3 Basilicata (PZ) per la sola migratoria, da Salerno te lo devi andare a prendere alla sede ATC facendo 100 Km ad andare e 100 a tornare. Ma dico io per una sola giornata di caccia quanto mi deve costare questo permesso ? Non basterebbe fare un mandato su conto corrente indirizzato all'ATC. Care AAVV anche queste sono le cose che ci stanno facendo perdere la passione, per cui meglio una gestione UE, vanno molto meglio i selvatici, l'ambiente e i cacciatori, solo così si potrà riprendere la caccia. Pace e bene.

da jamesin 27/11/2018 12.51

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Con simile articolo ,io mi limito a scrivere..Oche a migliaia e in Italia non si cacciano.. Storni invasivi e si agirano le regole con ridicole deroghe e solo in qualche regione.Colombacci in alcune zone sono invasivi e dannosi in agricoltura ,andrebbero sparati come in Scozia,stanno sostituendo i torraioli a far dano sulle semine...Ma .....

da T el C 27/11/2018 9.04

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Iniziativa lodevole, ma che fine farebbero le sigle ambientaliste non potendo più interferire con le loro ricerche e numeri strampalati, di parte contro una gestione della fauna così concepita? La vedo molto dura se non si toglie la manopola del vapore a costoro che l'hanno voluta a spallate.

da giusva 27/11/2018 8.11

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Per dialogare si deve anche ascoltare, le nostre parole , gli studi sulla telemetria satellitare non li vogliono prendere in considerazione meglio far riferimento ai vecchi e obsoleti testi Ispra . L’articolo è interessante, l’applicazione solo in altri paesi con meno feudi

da Johnny 26/11/2018 21.48

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Lo dicevamo già 5 anni fa, vedasi la data del post che avevo conservato. 11 gennaio 2014 alle 12:30 CALENDARIO VENATORIO EUROPEO BECCACCIA Art. 1) – E’ possibile cacciare detta specie esclusivamente in caccia vagante in non più di due persone per un periodo annuale continuativo e complessivo massimo di mesi CINQUE, che dovrà essere individuato da ogni stato aderente all’UE. Art. 2) – Si potrà cacciare tre giorni a scelta a settimana, con un carniere massimo giornaliero consentito TRE capi ed uno complessivo non superiore a trenta capi. Art. 3) – E’ fatto obbligo versare una somma pro-capite di euro 30 all’UNICA fondazione europea per la tutela della specie, che avrà l’obbligo di impiegarla, per non meno dell’85% dell’intero importo ricevuto annualmente, ai fini dello studio/monitoraggio della specie e della conservazione degli habitat di nidificazione e svernamento della stessa. 4)Il cacciatore che abbatta detta specie dovrà inviarne un’ala alla citata detta fondazione, previo compilazione di un modulo informativo generale inerente il capo prelevato, gratuitamente ottenibile sia tramite web o richiedendolo direttamente al nr. verde XXXXXXXXXX. Le spese di spedizione sono a carico della Fondazione. Art. 5) – E’ possibile effettuare l’addestramento cani su detta specie nei periodi in cui non risulti cacciabile e in periodi, individuabili da ogni stato appartenente all’UE, in cui non si arrechi disturbo alla riproduzione DURANTE Il periodo del corteggiamento, LA COVA, LA SCHUSA DELLE UOVA fino a quatro mesi da essa. Art. 5) – Chi viola gli articoli di cui sopra incorre nella sospensione della licenza di caccia per anni DUE.<<<<<<<<<<<<< Quello che ha scritto la cara Cinzia io lo farei già da domani, solo che ci vogliono persone disinteressate all'Euro. Pace e bene.

da jamesin 26/11/2018 14.32

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

No, il dibattito è chiuso. Perché ISPRA non ci sente. Si potrà scrivere e dire tante belle cose ma finché ISPRA rimarrà un organo politicizzato e controllato dagli animalisti di Pecoraro Scanio non ci sarà trippa per gatti. Il buon senso e la ragionevolezza spesso non vanno d'accordo con l'ideologia. Non siamo in Francia, purtroppo.

da Si, buonanotte 26/11/2018 13.53

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Felicitazioni per la sentenza e piena solidarietà a Piero Catturich Ducco per un contributo scientifico che ISPRA neanche si sogna di poter produrre da qui ai prossimi 70 anni. Saluti

da ERMES74 26/11/2018 12.18

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Basterebbe comunque che alcune nazioni guida, come ad esempio francia spagna italia grecia decidessero di adottare a casa propria il metodo. la Face, che è guidata da queste nazioni, e le altre nazioni del nord che dal canto loro ne hanno interesse, potrebbero dare il via al meccanismo, nelle aree direttamente interessate. per le specie principali d'interesse mediterraneo, beccaccia, tordi, beccaccino, colombacci, tortore, pavoncelle, quaglie, non sarebbe neanche tanto difficile selezionare le principali aree di nidificazione e di provenienza. Basta volerlo. Ma, come leggo anche qui sotto, ci vorrebbero volontà di vertice che oggi latitano, soprattutto fra chi urla di più. Tant'è vero che alla Face ormai aderiscono solo un paio di associazioni italiane, impegnandosi anche a fornire tecnici esperti e ricerche. mentre le altre sproloquiano e basta.

da W. l'Avventura 26/11/2018 11.45

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

le soluzioni semplici diventano le più difficili da attuare, troppi interessi diretti e indiretti ostacoleranno il tutto, non si riesce ad avere un accordo interno in una nazione immaginiamoci in tutta europa.-

da claudio 26/11/2018 11.15

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Cara Cinzia conoscerai la nota favole del lupo e dell’agnello che Pur essendo a valle fu accusato di intorbidire l’acqua al lupo che stava a monte. Questo per dire che qualunque cosa proporrai gli ambientalisti ladri di denaro pubblico che campano sulle spalle di chi lavora si mettteranno di traverso e i giornalisti puttane e venduti faranno da grancassa. Come se ne può uscire: SPUTTANANDO TUTTI RACCONTANDO COME STANNO LE COSE AD ESEMPIO CHI HA FATTO NASCERE E FINANZIATO LE PIÙ GRANDI ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE MONDIALI CHE SERVONO A COPRIRE CHI AVVELENA IL PIANETA. Altro che Stroppa è Striscia la Notizia. Ma le ns aavv sono in coma profondo

da Ladri di futuro 26/11/2018 11.15

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

Il cambiamento, gentile Sig.ra Funcis, potrà avvenire solo se le rare menti illuminate, colte, intelligenti e capaci di comunicare in maniera intellegibile ai più come lei, comprenderanno che tanta capacità non può esimersi dall'assumere ruoli di primo piano nel traghettare le nuove generazioni verso una caccia ancora,scientificamente, possibile. Non solo attraverso i suoi illuminanti scritti, ma anche e soprattutto attraverso incarichi dirigenziali rappresentativi che, se lei fosse disponibile, qualcuno DOVREBBE affidarle. Con sentita stima

da Sergio Ventura 26/11/2018 10.44

Re:Il futuro potrebbe essere la gestione adattativa?

meritevole l'iniziativa che a mio parere porterebbe un valore aggiunto alla nostra passione. MA, siamo sicuri che nel nostro bel paese Italia ci possa essere una serena ed obbiettiva riflessione? gli animalisti e le Istituzioni (ISPRA) avranno un approccio scevro da retorica e demagogia? ho dei dubbi, il giro dei loro affari e cadreghe sono per loro troppo importanti. Spero che le AA.VV. veramente unite facciano qualcosa in tal senso e riflettano su questa possibilità (sarebbe ora) .

da Ettore 26/11/2018 10.40