Della beccaccia e del suo patrimonio


lunedì 8 gennaio 2018
    

 
 
Se c'è un sistema sovranazionale legato ai migratori, sicuramente è quello che segue con interesse e a volte con apprensione la beccaccia. Un grande contributo lo fornisce la FANBPO, la Federazione delle Associazioni Nazionali dei Bécassiers del Paleartico Occidentale, che raccoglie circa 7000 beccacciai dislocati in sette paesi europei,  da 14 anni  impegnati in indagini accurate sulla mitica Scolopax rusticola.

Da queste indagini, si fa sempre più chiaro il quadro del nostro magnifico miracolo alato che vive una vita circolare in Eurasia, l'areale di riferimento dei nostri migratori.  Secondo i dati pubblicati sul recente rapporto  la FANBPO ci dice che il suo stato generale di conservazione è definito di "minima preoccupazione", e in Europa la tendenza della popolazione è considerata stabile. In inverno, la beccaccia migra in tutti i paesi europei, con una consistenza importante  in molti di essi. Pertanto, la gestione sostenibile della specie richiede informazioni regolarmente aggiornate, abbondanti e articolate in dettagliati parametri demografici. Un compito complesso poiché le diverse fasi del suo ciclo di vita annuale interessano  paesi diversi, appunto, per cui - come  si evince dal rapporto -  le sue popolazioni  non possono essere adeguatamente valutate con le ordinarie tecniche di censimento degli uccelli. Anche la caccia può fornire dati per valutare annualmente i parametri di abbondanza e demografici e in ogni paese le associazioni di beccacciai  incoraggiano i loro affiliati a raccogliere dati durante la stagione venatoria.

Per ogni uccello raccolto, ai cacciatori viene chiesto di determinare il sesso con l'esame delle gonadi e di raccogliere un'ala per la determinazione dell'età.
I dati sulla variazione dell'abbondanza di beccacce durante diversi anni o stagioni di caccia - cito dal Rapporto FANBPO - sono disponibili da 21 anni  per la Francia, 17 anni per la Svizzera, 11 anni per la Spagna, 8 anni per il Portogallo. Per questi paesi e per l'Italia, l'Irlanda e il Galles, i dati raccolti vengono utilizzati per valutare i parametri demografici (percentuali e rapporti di età e sesso). La Francia, la Spagna e il Portogallo formano un'unità geografica nell'Europa sudoccidentale, la regione franco-iberica, importante come area di svernamento della beccaccia nel Paleartico occidentale. In questa regione, negli ultimi nove autunni e inverni, l'abbondanza di beccacce è rimasta stabile.

Per quanto riguarda la variazione regionale della percentuale di beccacce giovani nelle ultime cinque stagioni di caccia, il profilo sembra essere relativamente alto nel sud e nel nord-est d' Italia, nelle regioni costiere atlantiche della Francia, nelle regioni spagnole dei Paesi Baschi, della Navarra e dell'Aragona, e nel nord del Portogallo.

Il lavoro sviluppato dalle associazioni dei beccacciai  in diversi paesi europei è un esempio di ricerca scientifica diffusa (applicata dai cittadini, singoli o in gruppi). L'obiettivo principale è quello di mantenere uno stato di conservazione favorevole della beccaccia pur consentendo un uso razionale delle sue popolazioni mediante una caccia sostenibile e controllata. Offre dati molto attendibili, che a volte la ricerca ufficiale e qualche "gufo" cercano di ignorare o, in altro caso, di strumentalizzare.

Bene ha fatto perciò, di fronte a gratuiti allarmismi,  l'Ufficio Avifauna Migratoria di Federcaccia, in sintonia con Scolopax, a richiamare l'attenzione sul fenomeno, ricordando che prima di trarre conclusioni occorre tener conto dei dati oggettivi in relazione a tutti i parametri di relazione. Che le valutazioni a livello locale non possono essere disgiunte da quelle di carattere complessivo, oggetto di attenta riflessione che coinvolge decisioni di tipo sovranazionale. Che una fluttuazione locale, cioè, in positivo o in negativo, non può essere assunta come valore generale per mettere in crisi un sistema di prelievo venatorio, che - in particolare per l'Italia - è già frutto di una serie di filtri e limiti dettati dalla massima prudenza. Tanto più che, come si legge nelle conclusioni dell'Ufficio Avifauna Migratoria, il prelievo venatorio non è stato mai considerato una causa principale nel declino della beccaccia  ed è evidente a tutti coloro che seguono le sorti degli uccelli selvatici europei quante specie non soggette ad attività venatoria sono in diminuzione".

In ogni caso, se mi è concesso di dare un consiglio a tutti i beccacciai di buona volontà e alle diverse organizzazioni che si contendono il primato della verità sul suolo patrio, invece di adoperare le poche risorse umane ormai disponibili a sostegno di visioni di parte, sarebbe opportuno far convergere i nostri sforzi (uniti possibilmente almeno a quelli di tutti gli appassionati migratoristi) affinchè l'opinione pubblica acquisisse la massima consapevolezza delle vere cause - fra l'altro evidenziate ormai da decenni nelle direttive comunitarie: è l'abitat il malato, è l'errato sviluppo il colpevole! -  che comportano rischi già oggi per tutto il patrimonio di pregio della nostra fauna selvatica. Solo così riusciremo ad orientare la politica, conseguentemente ...la scienza, e ad ottenere benefici non solo per la caccia o per la beccaccia,  ma per tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei nostri figli e nipoti
 
S.R.


7 commenti finora...

Re:Della beccaccia e del suo patrimonio

LIPU, se la conosci la eviti, andate a rubare che fate più bella figura incompetenti e ipocriti

da non prendete dal minambiente, dall'enel? 24/09/2018 20.33

Re:Della beccaccia e del suo patrimonio

jamessin ha perfettamente ragione

da giusva 09/01/2018 17.53

Re:Della beccaccia e del suo patrimonio

Eravamo 1.500.000 cacciatori negli anni novanta ora siamo la metà. Non c'erano parchi e aree contigue, ZPS, Sic, etc. Ora ci sono parchi immensi che prendono quasi tutta la catena appenninica che sforano il 30 % di aree protette ! £ capi giornalieri e divieto di posta mattutina e serale. Non rompessero le OO.

da jamesin 09/01/2018 12.59

Re:Della beccaccia e del suo patrimonio

anni fa, molti a dire il vero, prima ancora dell'avvento degli ATC, ci fu qualcuno che per impostare un po' più ragionevolmente il problema del prelievo della migratoria, propose una semplicissima soluzione, che non prevedava limiti di carnieri.Primo: caccia libera su tutto il territorio italiano durante il periodo di passo (passo he riguarda solo una minima parte dei contingenti in migrazione) Secondo, fuori da quel periodo (fine ottobre primi novembre) caccia solamente nella provincia di residenza. Abbiamo voluto scegliere altre starde, frenando sempre rispetto all'assalto ambientalista-animalista, e questo è il risultato. Quando ormai è acclarato che, come in medicina, prevenire è meglio che curare.

da matusa 09/01/2018 11.43

Re:Della beccaccia e del suo patrimonio

passatore 08/01/2018 19.16: Pensa, che quelli negheranno sempre, e sempre saranno beccacciai, alla faccia!....

da s.g. 08/01/2018 20.58

Re:Della beccaccia e del suo patrimonio

Nelle mie zone per trovare le beccacce che si prendono all'estero in una settimana devi andare a caccia tre stagioni ,tutti i giorni e con dei cani portati! Ne entrano sempre meno in forte diminuzione da 10 anni .Per di più fargli la posta e' diventata una moda tanto che su dieci sette vengono abbattute all aspetto!

da passatore 08/01/2018 19.16

Re:Della beccaccia e del suo patrimonio

Fai pure tutti i tuoi conti, Fucino. Ma non arriverai mai - sommando i prelievi in tutti quei paesi - a un numero consistente tale da costituire un rischio. Anche se non c'è limite di carniere, il limite sta nel nomero degli incontri possibili. Italiani e francesi, che frequentano quelle parti, con tutta la buona volontà, non riusciranno mai a fare numeri che possano impensierire chi si preoccupa di mantenere stabili i contingenti. Quando partono dalla Russia dove nidificano - se la stagione è stata favorevole - sono talmente tante e sono talmente stimolate a raggiungere i quartieri invernali (Mediterraneo, per quel che ci riguarda) che solo una parte si abbassano e si fermano in quei paesi, per la gioia di quei cacciatori e di qualche turista beccacciaio di nostra conoscenza. Se si fermano da noi, dipende solo dall'habitat che trovano. In ogni caso, le fluttuazioni che registriamo sono un fatto congiunturale, e l'abbondanza di fucili che le aspettano, significa che ce ne sono ancora, ma non si riuscirà mai a metterle in pericolo, visto che per almeno un terzo del territorio italiano la caccia non è praticabile e - lo sai meglio di me - dopo le prime esperienze, col cavolo che si fanno trovare. Ma se vai in un'area protetta, le trovi, se la stagione è propizia e il pascolo abbondante.

da Vincenzo 08/01/2018 18.15