Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole


lunedì 2 marzo 2009
    
Lo CascioAvrei voluto cavarmela con qualche “dedica” stringata. Ma poi i pensieri si sono rincorsi, accavallati e ho pensato che dovevo ricordare prima di tutto a me stesso, alcune cose di fondamentale importanza.

 Perché trattare tanti argomenti diversi? Per lasciare una traccia non effimera.

Non narcisismo, dunque; casomai legittima difesa per l’arduo compito che mi sono assegnato nel condurre delle battaglie che sembravano inizialmente perse.

La lunga esperienza commerciale mi induceva a calcolare ogni possibilità, (anche quelle positive). Al tempo dedicato a difendermi e difenderci dall’accusa, fin troppo banale, di protagonismo, ferocia assassina o di chissà quali altri oscuri interessi che puntualmente sono stati smentiti.

L’intransigente difesa del principio che “due più due fa quattro” e che, giammai, nemmeno per un ragionevole, democratico compromesso, può fare tre o cinque, inferociva sempre di più il mio naturale nemico.

Nell’era del “pensiero debole”, in un mondo grigio, stracolmo di pigri, di furbi, di mediocri e di millantatori che, ancora oggi, nel disinteresse di molti sperano di fare giudicare, chi fa sentire la propria voce e accende un cerino nel buio, “uno sconsiderato”.

Nessun timore, perché non mi sono mai sentito “solo contro tutti”. Accanto a me cerini e fiaccole accese nel buio ne ho contate a migliaia.

Ho superato ormai, malvolentieri, il mezzo secolo di vita e dopo avere vissuto intensamente ed a lungo “il mito eterno della giovinezza” mi trovo ancora una volta a combattere per affermare i diritti di una categoria per troppo tempo bistrattata. A loro vorrei dedicare la nobiltà di certe sconfitte che mai ci fecero, tuttavia, sentire come dei “vinti”. Così come vorrei ricordare a tutti noi le numerose vittorie degli ultimi anni, linfa vitale per caricarci del necessario ottimismo che ci consentirà di affondare la stoccata finale: ridare il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole attraverso la giusta modifica alla legge 394/91 e 157/92.  

Dopo diciassette anni che è in vigore la legge quadro 157/92, che a mio avviso tanti guasti ha provocato, sia le forze politiche, che quelle pseudo ambientali, devono prendere atto che tale modello di gestione richiede una profonda revisione ritenendo a ragione che la politica adottata sia stata fallimentare.

In effetti, anziché investire sull’educazione e sulla cultura, per la diffusione di una responsabile coscienza ambientale, si è preferito imporre coattivamente la PARCORISERVAMANIA, relegare i cacciatori in piccoli spazi chiamati ambiti territoriali di caccia, impedire di ritrovarsi tra amici o parenti nelle diverse province o regioni, perché vincolati dall’indice di densità venatoria, reciprocità e balzelli vari che, di fatto, impediscono il cacciatore a muoversi, mentre i confini dei paesi europei si sono aperti a tutti, “anche ai delinquenti”.

Anche per la protezione della fauna i risultati sono deludenti. La sommatoria di vincoli, divieti e sopratasse, imposti dalla 157/92, è stata funzionale per immobilizzare i cacciatori Italiani, ma non ha efficacia per la protezione della fauna che, raggiunti i paesi nord Africani ed Est Europei, in quantità esorbitante, finisce col rimpinguare i carnieri dei cacciatori di tutto il mondo che si possono permettere il turismo venatorio in quei luoghi. Mentre si può, molto verosimilmente, affermare che le leggi 394/91 e 157/92 sono responsabili di aver ridotto a rischio di “estinzione” la specie “cacciatore” che in Italia per l’integralismo ambientale e le leggi vessatorie li ha polverizzati da circa duemilioni dei primi anni 80 agli attuali circa ottocentomila.

Se ciò può fare gongolare il mondo ambientalista, non altrettanto gioisce l’economia nazionale; perché il mondo venatorio produce economia vera, non quella virtuale che si era fatto credere alle comunità locali per indurle ad entrare in area parchi e riserve e che ancora attendono il tanto promesso sviluppo.  Le industrie di armi e munizioni sportive nonostante la decimazione dei cacciatori, ad oggi fatturano in Italia oltre tremila miliardi di euro annui. Se si considerasse l’entità di fatturato possibile oltre l’indotto, programmando l’attività venatoria per specie e periodo cacciabile, si potrebbero ricreare tanti posti di lavoro. Pertanto, si può ben affermare che le due leggi hanno assestato un poderoso colpo basso all’economia nazionale.

A questo proposito da decenni, si confrontano due tesi:
da una parte i fautori del ruolo passivo dell’uomo all’interno delle aree protette secondo i quali l’equilibrio demografico dovrebbe essere garantito dalle sole forze della natura;
Dall’altra coloro che sostengono la necessità di un intervento dell’uomo perché ritengono, a ragione, che solo attraverso l’uomo, sia possibile conseguire concretamente l’opera di protezione e proliferazione della fauna selvatica.

Con la forza della ragione, si deve sgombrare il campo da isterismi ideologici e operare con razionalità nell’interesse del patrimonio ambientale e faunistico del Paese.

Il persistere di questa logica e le leggi rivoltanti e vessatorie nei confronti di una categoria tra le più sane, oltre a non rendere giustizia al cacciatore, sono veramente dannose per tutta la collettività.

Affrontando un argomento così importante e delicato anche per la nostra economia, non si tratta di attribuire il merito o concessioni gratuite ad una massa di cittadini, ed io sono convinto che questo sia il momento di attuare seri provvedimenti per ridare quello che a mio avviso si deve ad una passione popolare che, pur se talvolta, a torto, è considerata con sospetto, io intenderò esaltare non solamente perché sono appassionato, ma perché mi rendo conto, che più vicini alla natura e all’ambiente sono proprio i cacciatori e sono proprio quelli che non vogliono perdere il contatto con la natura e quello che ancora rimane non cementificato, mentre la classe politica dovrebbe prenderne atto, rispettando e facendo rispettare quelle regole che garantiscano il mantenimento e il miglioramento dell’eco sistema e il recupero di zone depauperate.

Per concludere, riteniamo necessaria una nuova regolamentazione della caccia non per fare un torto all’anticaccia, ma per dare l’avvio ad un nuovo modo di regolare non solo l’esercizio venatorio in Italia, ma di concepire un rapporto intenso con la natura, più vivo, più sereno per un’attività non di élite ma popolare e che si cala nella realtà dei tempi in cui viviamo.
   


 Dr. Francesco Lo Cascio

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13 commenti finora...

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

bene ora dalle parole ai fatti. scusate LA FRETTA.

da DA PAOLO T FANO PU 20/04/2009 22.12

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

Stella Pende è molto più intelligente e sensibile di tutti voi messi assieme.

da W_STELLA 18/03/2009 20.40

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

Ma smettiamola con tutte queste chiacchiere!che il governo approvi subito la riforma Berlato della 157 ed integralmente.I voti per governare glieli hanno dati i cacciatori,non le associazioni ambientaliste che votano a sinistra.Quando c'era Prodi comandava Pecoraro ora che c'è la destra comandiamo noi e ce ne infischiamo di ciò che dicono sti quattro ambientalisti.Forza Berlato ,Forza Orsi non ci deludete e noi alle prossime europee non vi deluderemo!

da Mario 11/03/2009 10.32

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

Complimenti Singor Lo Cascio, si vede che è un vero cacciatore. Quando mi accorgerò che la caccia sarà esclusiva di privilegiati signori e perderà la sua essenza "terrena e popolare" ahimè non c'andrò più. Già se ne sentono discorsi da "signori" benvestiti ed esterofili. Se ne vedono di programmi tv dedicati dove le battute sono identiche al tiro al volo. La caccia non è quella! C'è bisogno di gente come lei! Mai noi siamo pronti a ricevere il caccciatore ospite nella nostra terra?

da Minos 09/03/2009 0.07

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

Cari amici, vi trametto, la lettera di risposta a donna moderna, del 05.03.2009, ospitata nel sito della Federcaccia. Cari amici, sono appena entrato nel sito della Federcaccia, e vedo che c'è un articolo di Donna Moderna, dal titolo, Caccia: ci manca solo di dare un fucile ai sedicenni, l'autrice dell'articolo la signora Stella Pende, la quale scrive, che i ragazzi andranno a caccia con fucili a palettoni, inoltre si nota anche sua scarsità, di giornalista, scrivendo alla fine il nome del senatore, come Franco Urso. P.S. Perchè scrivi, se non sai cosa scrivi, i fucili a palettoni, li devono ancora inventare, mentre le cartucce a palettoni, sono già esistenti, se non conosci le più elementari differenze, frà armi e cartucce, continua a scrivere de tuoi problemi, ( donna moderna

da carlo 07/03/2009 14.20

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

Carissimo dottt. Lo Cascio sono Salvatore dalla prov. di Lecce dalla sua biografia ho visto che tra i tanti incarichi è stato anche un dirigente del settore armiero e munizioni quindi quello industriale e in quanto tale giustamente il Settore ha una grande importanza e un peso su chi deve legiferare specialmente in questi tempi di crisi generale.Adesso il ferro mi sembra sia arrivato ad una temperatura tale che gli si può dare un'altra forma e che rimanga per un pò come la vorremmo noi cacciatori. Io protesto perchè ci hanno rubato a poco a poco quello che avevamo, e ce lo dobbiamo riprendere e gestire noi al megluio che sia possibile e lo gestiremo bene ne sono sicuro. Le parole sono bellissime danno speranza alla gente però devono essere tramutate in fatti concreti e ogni persona che ha le capacità di perorare la nostra causa deve essere messa nelle condizioni di fare. Dott. lo Cascio, faccia, noi tutti siamo con lei, ehi dico a voi amici cacciatori sveglia, e quando si va a votare non facciamo gli ipocriti, e almeno così stiamo dimostrando che ci vogliamo rimboccarfe le maniche.Buon lavoro, viva la caccia.

da Salvatore da Kalimera 05/03/2009 19.11

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

ho appena festeggiato con tanti cari amici i mioei 50 anni di porto d'armi e caccia praticata-un saluto ed un plauso al carissimo dott. lo cascio e como già scritto dal caro marco -sono parole che mi riempiono il cuore e mi danno speranza per il futuro- grazie ancora dott. francesco-

da giovanni 1940 05/03/2009 18.43

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

sono parole che mi riempiono il cuore.grazie.

da marco 04/03/2009 16.00

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

Bravo Francesco.

da SERGIO BERLATO 04/03/2009 14.07

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

OK...for President...

da Hunter Fabio 02/03/2009 18.21

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

parole sante presidente.

da pablo77 02/03/2009 15.13

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

Un'altro cerino acceso, il mio. Saremo una fiaccolata da far luce alla verità.

da Giusto 02/03/2009 14.00

Re:Ridiamo il giusto orgoglio al cacciatore moderno e consapevole

Ho letto molto attentamente il Suo editoriale, caro Presidente Lo Cascio e devo dire che l'unico commento possibile non può essere altro che un plauso e per la chiarezza delle idee e per la difesa di una categoria che è ora che abbia non solo il giusto rispetto che si merita , ma anche il maltolto. Grazie per il suo significativo ed incisivo intervento e, se non ho mal capito,della Sua disponibilità a portare avanti le Sue idee, peraltro condivise dalla stragrande maggioranza dei Cacciatori. Una cordiale stretta di mano

da [email protected] 02/03/2009 11.16