PASSO O NON PASSO, QUESTO E' IL DILEMMA lunedì 20 ottobre 2014 | | Un vecchio padulano delle mie parti, mitico Beppino, tanto tempo fa mi diceva: bimbo, ricordati che l'uccelli (sic) nella testa hanno le penne. Per dire, dall'alto della sua grande esperienza, che era difficile capire quando dove come si sarebbero fatti vivi sulla botte.
Oggi, tanto tempo dopo, mi pare che sia cambiato poco o niente.
Certo, è vero. Chiunque di noi, se vuole, può utilizzare le nuove e fantastiche diavolerie di cui nella cosiddetta vita moderna si dispone. Già alcuni decenni fa, nel casone di valle, prima di cena, facendo gli scongiuri, si pendeva dalle labbra di Bernacca (c'era già, ovviamente, la luce elettrica e la tele). Però, dopo cena, dopo i più coloriti commenti e le più eterogenee aspettative, prima della partita a scopone, entrava nella stanza il capovalle con i suoi valligiani, per il rito dell'assegnazione delle botti. E allora, contava ancor più di Bernacca, la sua opinione. Le sue previsioni. Anche i suoi reumatismi, che anticipavano immancabilmente se avremmo avuto borin, bora, bufera o ...caligo, lugubre nebbia, ovvero calma piatta. Al mattino, speranzosi, se qualcuno ci aveva azzeccato, era proprio lui, il capovalle.
Niente a che vedere, comunque, con quel che abbiamo oggi.
I servizi web sul meteo si sprecano. Ce n'è uno impeccabile anche su www.bighunter.it. Sono talmente precisi e affidabili, soprattutto dall'oggi al domani o meglio ancora dalla sera alla mattina, che novecentonovantanove volte su mille ti dicono con precisione temperatura, umidità, provenienza e forza del vento, di un territorio circoscritto a poco più che un fazzoletto di terra. Il tuo, quello dove hai previsto di scommettere domattina.
Fino a poco tempo fa, lo potevi fare dal PC di casa, da qualche anno anche sul tablet (anche sui social network) e sul telefonino Smartphone/Iphone/Ipad. C'è anche, oggi ce l'hanno quasi tutti, un "sistema operativo", si chiama Android, mi pare. Io non ce l'ho ancora, ma è questione di poco che anch'io me lo regalo. Magari me lo faccio regalare a Natale. Con questi giocattoli, ci fai praticamente tutto. Meno che le padelle, che devi continuare a confezionartele da solo. Senza contare che oggi, quando sei al capanno, o in botte, o al capanno ai colombi, o alla posta al cinghiale, o sull'altana, sembra di essere, da spettatori e da protagonisti, a "Tutta la caccia minuto per minuto".
E' un susseguirsi di squilletti (tanti di noi hanno i canti degli uccelli, il fringuello, il tordo, il germani, la marzaiola, qualcuno li adopera anche a sproposito), di bip, o di "vibrazioni", che ti annunciano foto di uccelli appena raccolti, video di situazioni in evoluzione, voci concitate che ti dicono come va, cosa c'è all'orizzonte, ti testimoniano la fiacca o l'entusiasmo del tuo interlocutore in tuta mimetica, la rabbia per una padella (se il tuo amico è sincero), la disperazione perchè sono giorni che non passa nulla. Se vuoi, puoi fare anche una tele-videoconferenza, a più voci e più immagini (con Skype, mi dicono). Insomma, una sceneggiata dopo l'altra che appare più o meno come un surrogato di quello che accadeva a fine caccia, " a veglia" davanti al camino, al bar o in armeria, quando uno dopo l'altro si raccontava - e si racconta - (inventando, fantasticando) quello che ti era capitato, quanti ne avevi visti, come eri stato bravo, la sfortuna (non la colpa) se qualcosa t'era andato storto.
Quest'anno, nelle sciagure che ci hanno colpito un po' qua un po' là con queste bombe d'acqua maledette, anche il passo ha avuto punte di straordinarietà. Si (ci) segnalano passaggi e riprese di tordi, incredibili. Qualcuno la spara anche grossa, quanto a riprese, ma altrimenti che cacciatori saremmo se ogni tanto non la...sparassimo grossa?! Anche le beccacce si sono fatte vedere in anticipo, e con discreti passaggi. Segno che - hai voglia! - tutti gli allarmi anche interessati sono privi di qualsiasi fondamento. Gli uccelli, secondo me, e qui non la penso come Beppino, non hanno il capo di penne, ma si comportano di conseguenza al sistema: crescono quando il tempo e le pasture nelle sedi estive sono favorevoli, calano viceversa quando le condizioni sono avverse. Poi, lo sappiamo, passare passano, ma magari con condizioni particolari scorrono alti, e magari anche invisibili. E non si fermano.
Da qualche parte quest'anno certi malati del colombaccio sono rimasti per giorni a testa in su senza vedere una penna (non curano, maledetti. Hanno l'acqua al culo). I più fortunati hanno visto branchi altissimi che non davano retta. Eppure, leggendo anche qui sopra le chiacchiere sul passo, si capiva che di colombi ce n'è ancora, e tanti, ma magari sostano in padania, o scorrono sull'Adriatico piuttosto che sul Tirreno e viceversa. Beh, come mi pare di aver capito, penso che possiate confermare, nonostante la tecnologia, i satelliti, i radar, i tablet dell'ultima generazione, i migratori - cari miei - fanno quel cavolo che gli pare. Oggi acqua. E' andata così, e ....domani è un'altro giorno.
Io, ci potete giurare, ci sarò! E voi?
Luigi Tassini
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