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Nasce in Umbria la prima filiera del tartufo


martedì 15 febbraio 2022
    
 
La Regione Umbria ha pubblicato un bando che prevede 4,5 milioni di finanziamenti destinati alla tartuficoltura, in particolare agli imprenditori agricoli e alle aziende che insieme convertiranno 400 ettari di terreni dedicandoli esclusivamente alla coltura del tartufo.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni, commenta così l’emanazione del bando che verrà pubblicato mercoledì 17 sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria e che segna l’avvio del percorso per la costituzione e la realizzazione di un progetto di filiera incentrato sulla tartuficoltura.

“Con queste risorse verranno impiantati oltre 400 ettari di tartufaie coltivate per la produzione di “Tuber melanosporum”, il Tartufo nero – sottolinea l’assessore  Roberto Morroni – e di tartufi delle altre specie coltivabili, adottando moderni protocolli agronomici di coltivazione e di assistenza durante tutto il ciclo biologico delle colture e definendo specifici protocolli per la certificazione dei prodotti della filiera e per la tracciabilità delle produzioni, così da ottenere tartufi di genetica e qualità certificata, dotati di caratteristiche merceologiche di pregio”.

“L’Umbria svolge un ruolo di primissimo piano a livello nazionale ed estero nel settore, dove è leader per la produzione e la lavorazione del tartufo – rileva Morroni – Un settore che assume grande importanza anche quale traino per la valorizzazione e la promozione turistica di tutta la regione”.

“Grandi le opportunità che si prospettano per il prodotto umbro – aggiunge l’assessore – con un mercato del tartufo fresco, refrigerato e trasformato, che mostra un trend di crescita che si prevede costante nei prossimi decenni sia per l’aumentata domanda nelle aree tradizionali, Stati Uniti e Unione europea, sia per l’apertura di nuovi mercati, quali l’Estremo Oriente. Al tempo stesso, il prodotto nazionale non riesce a coprire il fabbisogno delle aziende di commercializzazione e trasformazione e della ristorazione: il deficit di produzione è più significativo nella gamma del prodotto di qualità elevata. La tartuficoltura può, quindi, rivestire un ruolo determinante per rispondere alle richieste del mercato”.

“La tartuficoltura – precisa ancora Morroni – è relativamente poco diffusa in Umbria, nonostante rappresenti un’attività agricola economicamente rilevante soprattutto nelle zone collinari e montane. La sua diffusione favorirebbe così il rilancio socio-economico delle aree interne svantaggiate, come le aree terremotate, e garantirebbe, inoltre, di diversificare le produzioni delle aziende agricole e di arricchire l’offerta di agriturismi e turismo rurale in genere”.





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2 commenti finora...

Re:Nasce in Umbria la prima filiera del tartufo

B

da J 16/02/2022 19.31

Re:Nasce in Umbria la prima filiera del tartufo

B

da J 16/02/2022 19.30