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10/11/2017 15.21 

 
Quando si parla di grandi cacce e di grandi cacciatori, il pensiero va subito a certi safaristi famosi, perlopiù statunitensi, che troviamo spesso presenti nel Record Book, il libro dei trofei da Record del Safari Club International. Ben pochi sanno che nel famoso libro spiccano anche molti cacciatori europei come: italiani, tedeschi, austriaci ed anche diversi ungheresi, che con la loro bravura e la loro tenacia hanno conquistato trofei importanti in tutti gli angoli del globo.

Tra di loro eccelle un nome: Hidvégi Béla. Chi è Hidvégi Béla? Il signor Bèla, classe 1936, è un nobiluomo magiaro che ha dedicato alla caccia tutta la vita impegnandosi fino all’estremo, sia fisicamente sia economicamente, per appagare la sua travolgente passione. Poi, al crepuscolo della sua avventurosa esistenza, insieme ad un piccolo gruppo di suoi pari, ha deciso di donare la sua favolosa collezione di trofei allo Stato per dare la possibilità a tutti di poterla ammirare.



E’ così che è nato lo splendido museo naturalistico della caccia che si trova nella bella cittadina di Zsigmond in Ungheria. Hidvégi Béla è stato uno tra i pochissimi cacciatori al mondo ad avere raccolto quasi trecento esemplari cacciabili nei cinque continenti e di averli fatti naturalizzare “Full Mount”, praticamente interi. Sì, avete capito bene, ogni selvatico è stato preparato a grandezza naturale, dal piccolo volatile al grande elefante africano e sapientemente esposto in diorami a tema raffiguranti i territori dove vivevano in libertà. Hidvégi Béla & Soci, con uno sforzo titanico, sia fisico sia economico, insieme ad un abilissima équipe di tassidermisti, sono riusciti a creare un’imponente raccolta faunistica e per poterla esporre è stato necessario costruire di sana pianta un vero e proprio museo di molti metri quadrati.

Questo elegantissimo e moderno complesso è il museo della Caccia Vadaszti Szechenyi facilmente raggiungibile in macchina perchè si trova a pochi chilometri dalla sponda sud - est del Lago di Balaton. Già varcando il cancello d’ingresso dell’ampio giardino che circonda l’imponente struttura si capisce immediatamente che l’atmosfera è carica di tradizione e di buon gusto. Posizionate in punti strategici spiccano delle sculture in bronzo a grandezza naturale di una coppia di imponenti stambecchi alpini che combattono tra loro, quella di un grande Astor Markhor “il mangiatore di serpenti” e di altri selvatici. Tutto è curato nei minimi particolari, non si vede una foglia fuori posto. Ci si rilassa soltanto a guardarsi intorno.

Dopo aver pagato un modesto biglietto d’ingresso, è possibile accedere al museo. Gli animali imbalsamati sono esposti in base al paese di origine, in diversi padiglioni climatizzati e arredati con estremo gusto, abbinando il calore del parquet e delle pareti ad un sofisticato impianto di illuminazione. Altoparlanti nascosti diffondono una piacevole musica tradizionale magiara. Ogni selvatico, o gruppi della stessa specie, sono circondati da Diorami che riproducono fedelmente l’Habitat in cui essi vivono: dalle distese innevate regno del grande orso bianco, alle sabbie infuocate del Sahara, del Kalahary e dei deserti americani, alle impenetrabili giungle africane, indiane e della foresta Amazzonica. Davanti ad uno spettacolo così affascinante ci si deve riscuotere e si devono accantonare le emozioni, altrimenti non si riesce a proseguire la visita. Le sale sono talmente vaste che se non si segue un metodo non si riesce a visitarle come si dovrebbe.



Hidvégi Béla, come molti altri grandi cacciatori, è stato un accanito appassionato di Record, di Trofei da medaglia e di riconoscimenti importanti. All’interno del museo sono raccolti tutti i premi che ha ricevuto nella sua lunghissima carriera di safarista. Ha conseguito il Carlo Caldesi Award, i premi per tutti gli Slam delle più prestigiose pecore catturate a tutte le latitudini. Un ampio spazio è stato dato anche alla cultura mitteleuropea, alle antiche tradizioni ungheresi e al gusto, molto particolare, che hanno nell’Europa dell’Est per l’oggettistica venatoria. Praticamente impossibile catalogare e descrivere tutti i manufatti esposti all’interno del museo. Hidvégi Béla ed i suoi soci sono riusciti a mettere insieme una quantità impressionante di oggetti inerenti la caccia, oltre che per la loro personale passione, anche per lasciare in futuro una testimonianza scientifica per i giovani e per chiunque desiderasse conoscere e vedere dal “vivo” molte specie animali anche rare e sconosciute e come sono state cacciate.



Sempre con permessi particolari e rispettando l’etica venatoria, Hidvégi Béla ha abbattuto la selvaggina più rara ed ambita, compresa una imponente collezione di tigri! Come possiamo ben immaginare, nei padiglioni sono ospitati anche oggetti personali appartenuti al facoltoso gruppo di cacciatori ed anche molti accessori ed armi antiche di notevole valore. A vederli c’è da rimanere veramente a bocca aperta. In molti casi la loro bellezza è quella caratteristica delle vere e proprie opere d’arte.

Tutte le sale sono fuori dal comune, dove ti giri vedi pelli di zebre, zanne di elefanti e di altri selvatici, poi premi e riconoscimenti di ogni genere. Ed ancora coltelli, monili, reperti, sculture o corni e pale intagliati a raffigurare scene di caccia. Ogni Safari fatto da questi nobili cacciatori ungheresi sarà stato sicuramente un’avventura unica e irripetibile ed a volte credo anche estremamente pericolosa. Nel museo ci sono testimonianze dirette dei luoghi che sono stati visitati e dei popoli che hanno incontrato. Le pareti sono tappezzate da molti quadri raffiguranti scene di caccia e paesaggi.

Visitando con calma ad attenzione gli ampi padiglioni, si provano emozioni contrastanti, perché sembra impossibile che un pugno di cacciatori, da soli, possano aver conseguito cosi tanti trofei importanti ed estremamente rari. Dobbiamo riconoscere che soltanto uomini eccezionali, anche se dotati di imponenti risorse, sarebbero stati capaci d’imprese simili. Il paese che maggiormente mi ha colpito è stato l’Asia, la culla delle pecore e capre selvatiche più belle e rare. Il nostro amico Laszlo mi ha raccontato di aver conosciuto Hidvégi Béla di persona, e che ora si dedica soltanto alla caccia dei caprioli di pianura.

Visitare il museo Vadaszti Szechenyi a Zsigmond è stato davvero molto piacevole e semmai dovreste passare da quelle parti consiglio vivamente di visitarlo, a tutti gli appassionati di caccia, ma anche ai semplici amanti della natura. Quando sono uscito da quelle magiche sale l’ho fatto a malincuore perché, oltre agli innumerevoli trofei e all’infinità di begli oggetti visti, mi sarebbe mancata anche la profonda tradizione venatoria che quel posto trasudava.

 
Marco Benecchi 
 
 

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21 commenti finora...

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

non mi piace il copia-incolla su più siti web. soprattuo in contemporanea.

da byron  21/11/2017 16.23

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Ho visto le foto.
Tutto perfetto,
Ma non mi hai detto chi ha eseguito il lavoro
M

da Marco B x Little  17/11/2017 12.53

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

OTTIMO
Mandami due foto..
Chi ti ha fatto il lavoro??

da Marco B x Little  16/11/2017 20.28

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Scusate..forse questo non era il luogo adatto per sforgarsi ma quest anno me ne sono capitate di tutti i colori..pure ieri mattina..vabbe lasciamo stare. X MB: Ottica sostituita con successo su MS..l'ho gia provato in poligono..non male! Appena posso lo porterò a caccia

da little John  16/11/2017 17.38

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

X Filippo, ho capito e la pensiamo allo stesso modo, ma non vedo tutti questi pallini che cadono sulle case o sulla gente, ma forse frequento luoghi dove c'è meno pressione venatoria .

da Gianni  15/11/2017 11.39

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Ciao Gianni. Come ti ho già detto, la penso esattamente come te; solo vorrei precisare che il capriolo abbattuto di frodo - pur essendo una scorrettezza da condannare senza se e senza ma - non desta scalpore perché non lo viene a sapere nessuno; mentre un cittadino non necessariamente anti caccia forse lo diventerà se si sente cadere i pallini addosso. Intendevo questo, non volevo certo dire che abbattere un capriolo quando o dove non si può sia meno grave... IBAL

da Filiipo 53  15/11/2017 9.44

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

X Filippo , non sono molto in accordo sul fatto che faccia meno scalpore un capriolo abbattuto a caccia chiusa che uno che spari sui tetti e mi chiedo dove sia tutta questa gente "cacciatori" maleducati! però hai scritto bene CI SONO MALEDUCATI da tutte le parti. Riguardo l'appostamento ai colombi anche io ho il appostamento privato e spesso certi cacciatori si appostano ai limiti della tabelle , per loro abbattere un colombo o due è una grande caccia per noi NULLA cosi , spesso, li chiamo e li faccio salire sul palchetto e gli regalo tutta la caccia della giornata. NON LI VEDRò MAI PIU VISINO ALLE TABELLE. è questione di stile di chi può contro chi non può. Te ne racconto un'altra, da ragazzo andavo ad anatre ai limiti di una bella azienda frequentata da personaggi importanti- Io in una stagione facevo 20 anatre andando quasi tutti giorni ( allora studiavo). Il proprietario grazie ai suoi appoggi , però, mi ha fatto chiudere quel mio piccolo angolo di paradiso . Ne ho sofferto molto. Sono cresciuto ed ho studiato. Il proprietario , nel tempo, ha pagato il suo conto con questa ingiustizia. perché scrivo questo? Perché ci si deve sempre guardare indietro soprattutto nella caccia e con i giovani ed essere meno egoisti. Spesso uno assume tali comportamenti perché meglio non può fare. Dare del maleducato è facile , farlo entrare nel nostro mondo meno. Di tutte le categorie i più generosi sono i cinghialari ( gente che non frequento) ma molto aperti e disponibili il resto no.

da Gianni  15/11/2017 8.53

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

in Austria non credo proprio - in Ungheria ,Slovenia e Croazia ( producono solo patate) non rovini niente in Italia le coltivazioni sono più serie ed è giusto rispettarle. Oltre a questo, in queste nazioni la caccia è PRIVATA ed è un grosso introito anche per i coltivatori mentre in Italia è libera e i danni sono solo parzialmente rimborsati per cui sono tutti INCAZZATI con i cacciatori. Si torna sempre al solito discorso , 842 free!! ma i KOMPAGNI non mollano!! devi guardare le cose dalle due prospettive non solo dal tuo punto di vista.

da Enrico  15/11/2017 8.19

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Ve ne racconto anche altre....

Se in Austria, Slovenia, Croazia, Ungheria un cacciatore si avvia in un campo COLTIVATO per recarsi all'appostamento di caccia,
Il CONTADINO che sta lavorando interrempe tutto
SI SCUSA e se ne va per non disturbarlo

Vallo a fare qui da Noi.
Ti "menano" o chiamano la forestale.
Quando sono calmi
Altrimenti cominciano a far casino per non fare uscire gli animali

A chi non è successo???
MB

da Marco B x Enrico  14/11/2017 19.13

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

se SONO REGIONI A STATUTO SPECIALE

Un motivo ci sarà pure...

Vallo a fare da....
Milano in giù una cosa del genere

da Marco B x Enrico  14/11/2017 19.10

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Scusa Gianni, (anche per replicare a MB) ma io non ho mai detto che i selettori sono migliori. Onestamente neanche lo penso. E' che le loro scorrettezze sono magari più gravi e odiose, ma certo meno clamorose di chi spara sui tetti, e inoltre non vengono conosciute dai nostri nemici. Fa più danno alla nostra immagine un maleducato che spara vicino alle case che un bracconiere che abbatte un capriolo a caccia chiusa.
Mi dispiace che tu mi abbia frainteso; tra l'altro ho detto che non avevo intenzioni polemiche. Quanto ai migratoristi che sparano a specie protette (ah, i fringuelli che ho tirato da ragazzo...) beh, francamente negarlo mi pare difficile. Ovviamente, siccome anch'io non rinnego la mia passione per la migratoria, non intendo certo dire che TUTTI i migratoristi siano scorretti. I cacciatori buoni e cattivi, corretti o mascalzoni esistono in tutte le categorie. Infatti ti ho citato il caso dei due bracconieri che avevano tirato di frodo un capriolo, mica un frosone... Comunque torno a dire che se ci facciamo un esame di coscienza non possiamo negare che una buona parte della responsabilità della cattiva reputazione dei cacciatori italiani è proprio dei cacciatori stessi. Di qualsiasi categoria. Detto questo, neanche io vorrei rinunciare e/o barattare le mie origini e tradizioni familiari, alle quali sono molto affezionato, direi quasi devoto. Sai, non mi pare di pensarla in maniera tanto diversa da te.
PS: mio nonno aveva un appostamento per la caccia ai colombacci (palombe, come si chiamano da queste parti) famoso in tutto il circondario (e quindi come puoi pensare che io rinneghi queste esperienze...); ma devo purtroppo constatare che nessuno allora si sognava (come invece accadrebbe ora) di piazzarcisi vicino per tirare ai colombacci che credevano al gioco... Ecco dove manca la cultura venatoria (e l'educazione). Tanta salute

da Filippo 53  14/11/2017 18.58

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

in Alto Adige e Val D'Aosta si prende la seggiovia con la carabina tranquillamente e non ti brucia niente nessuno. A volte mi sembra di vivere in un altro paese oppure sono leggende metropolitane.

da Enrico  14/11/2017 17.33

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Ricominciamo con chi ce l'ha "più lungo"

Con chi è meglio o peggio?

A noi non interessa,
Ognuno si lecca le proprie ferite. Nel bene o nel male, ma una cosa voglio raccontarvela
Oggi che in ITALIA se sanno che sei un cacciatore minimo di bruciano la macchina (è successo) se non peggio

Ero a CAMOSCI in Slovenia,
Invece di farci una scalata tremenda la mia guida propone di prendere la SEGGIOVIA.
Era di domenica mattino, c'era molta gente in fila...
Io mi sono presentato CON LA CARABINA e lo zaino IN SPALLA tra la gente.
HANNO TUTTI SORRISO ci hanno fatto gli auguri e....
Ci hanno fatto anche passare per primi...
Vallo un po a raccontare.
Stessa cosa mi è successa in Austria a Marmotte..
Siamo entrati nel BAR con le carabine in spalla e i clienti ci hanno fatto passare avanti salutandoci RADIOSI..
In ITALIA ti avrebbero sputato addosso e poi fatto arrestare
Buona
M

da Marco Benecchi x Filippo, Gianni e Little  14/11/2017 16.49

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

quel "tra l'altro a specie protette" non è molto elegante da parte di un vecchio cacciatore. Come se i selettori fossero i migliori e che non sbagliano mai! Potrei citarti innumerevoli casi di femmine abbattute per maschi , piccoli per adulti, maschi per femmine, colpi dalla macchina, sulle strade, anche ad animali che non erano nel piano. Dire che uno è PULITO e l'altro sporco non mi piace. soprattutto per uno come me che conosce tordo sassello o bottaccio anche a cento metri, o una canapiglia a mezzo chilometro con il binocolo, e saprei riconoscere dal volo e dalle dimensiono tutti i piccoli migratori vietati dalla legge perfino lo strillozzo ( un tempo erano fitti come le mosche oggi rari). E sentire che spariamo sui tetti a specie protette IO NON CI STO. perché non è vero. Certo , in paesi come Svizzera, Svezia, Gran Bretagna , Canada ecc. la caccia i piccoli migratori non esiste non c'è la nostra cultura la nostra tradizione e anche se da 20 anni siamo diventati tutti amanti della carabina questo non vuol dire che dobbiamo rinnegare le nostre VERE origini di cacciatori di piccoli uccelli. Comunque, io avevo scritto altre cose VERE di paesi che conosco molto bene e non baratterei con la Mia Italia e le mie origini venatorie. Però. è ora di farla finita di dire sempre che GLI ALTRI sono peggio di noi quando non è cosi. Io non vivo a Perugia ma conosco molti "perugini" incontrati all'estereo formidabili cacciatori di colombacci con tecniche di nascondiglio da far invidia ai marines americani. Questi per me sono dei GRANDI cacciatori per come io intendo la caccia. Poi ognuno è libero di fare quello che vuole ma barattare l'Italia venatoria con Ungheria e Slovenia manco ci penso!

da Gianni  14/11/2017 16.08

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Ciao Gianni. Io credo che qui non si tratta di dire chi è meglio e chi è peggio. Tra l'altro non è elegante. Qui parliamo di come si va a caccia. A ungulati o a colombacci; per il mio ragionamento non cambia nulla. Considera che come hai detto giustamente tu, anch'io come tutti quelli della nostra età, ho iniziato (ahimè quasi 50 anni fa) con la migratoria, e ancora oggi vado con la mia setter a beccacce, o salgo sul palco a colombi, ma con la proliferazione di ungulati che c'è stata mi sono adeguato. Il punto è che - purtroppo - in Italia è quasi pericoloso far conoscere di essere cacciatori, mentre in molti Paesi esteri, anche molto civili (parlo di Svizzera, Svezia, Gran Bretagna, Canada, etc.) il nostro hobby è riconosciuto come una condizione di superiorità. Qua dobbiamo quasi nasconderci, mentre all'estero si vantano di essere cacciatori. Su questo non credo si possa discutere, parlo per esperienza diretta.
Io abito a Perugia, una città di provincia, e nella periferia sono innumerevoli i casi di persone che si sentono cadere (sul tetto, sulle finestre se non in testa) i pallini di qualche maleducato cacciatore che spara in direzione delle case mentre caccia i piccoli migratori (tra l'altro spesso di specie protette). Converrai con me che questo nella caccia di selezione agli ungulati non PUO' succedere, non perché i cacciatori a palla sono più corretti, ma per motivi evidenti e che puoi intuire da solo. Tempo fa, mentre ero a pranzo con alcuni amici, una signora telefonò a uno dei commensali (facente parte delle Guardie Provinciali) per lamentarsi del fatto che alcuni cacciatori di cinghiale inseguendone uno erano entrati nel suo giardino con tanto di bracca! Insomma, secondo me, sono queste condotte irresponsabili di alcuni di noi che ci rendono antipatici. E qui non si tratta di etica, ma solo di regole di buona educazione (che, come dice MB, non si compra al supermercato). Per non parlare delle associazioni venatorie... Anni fa due tizi che avevano ucciso un capriolo di frodo, fermati dai carabinieri che sapevano con chi avevano a che fare (erano due noti bracconieri) vennero salvati da un'associazione che trovò il modo di far risultare che quell'animale era stato abbattuto in un'azienda di un'altra regione dove era consentito il prelievo del capriolo. Una vergogna!
Senza polemica, solo per dire come la vedo. IBAL a te e a tutti

da Filippo 53  14/11/2017 13.25

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

scusami John ma un Ungherese o uno Sloveno non puoi paragonarlo ad un Italiano perché in questi paesi la caccia è un lavoro da noi un Hobby! Oltre a questo, In Ungheria gli accompagnatori sembrano una specie di schiavo che a me non piace, in Slovenia un po' meglio ma se gli cavi gli ungulati dove vanno? Ma vi volete mettere in testa che in Italia gli ungulati rappresentano il 20%della caccia? il 60% sono migratoristi e l'altro 20% cinofili ! e la caccia ai migratori ( anatre, colombi, tordi, allodole, storni, cesene, pavoncelle, ecc.) se praticata con Serietà è molto più complicata che sparare da fermo ad un ungulato che , abbi pazienza in certe occasioni e pure scemo , e privo di qualsiasi difficoltà.
Ti faccio presente che caccio molti ungulati ( Tutti ) e conosco bene le dinamiche dai 2000 metri in giù! Ma io vedo più professionalità nei cacciatori di colombacci e anatre ma anche dei roccoli ( che non amo per ilo tiro da fermo) di un cacciatore di ungulati. Ma torniamo all'Etica, :cosa è l'etica per te? te lo sei mai chiesto? dov'è l'etica ? Tutti si riempiono la bocca con l'Etica e poi da dove la riconosci? Perché metti un "rametto" in bocca ad una preda e l'altra sul cappello? Siamo una nazione di cacciatori di uccelli che da 20 anni si è trovata un paradiso ci ungulati sotto casa e per questo devo diventare come uno sloveno o ungherese? Che , secondo te, sono meglio di noi ( perché??) . Io sono un vecchio cacciatore, che quando andavano in Ungheria dovevano fare 4 ore di fila al confine dove sborsavi la mancia poi ti fermava la polizia e altra mancia a caccia mancia e cosi andare !!! Slovenia , un pochino meglio ma giù di li. Noi siamo meglio di quella gente la ... tu sei giovane vatti a studiare la storia e ama di più il tuo paese e i tuoi cacciatori che siamo tra i migliori al Mondo! senza se e senza ma !

da Gianni  14/11/2017 11.26

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

prendere la licenza di caccia non è difficile(almeno per me è stato così). è questo il problema. si dovrebbe fare una bella selezione non solo sugli ungulati ma in primis sui cacciatori! allora si che solo i migliori raggiungono il traguardo di poter cacciare ed essere considerati cacciatori. in slovenia per andare a caccia occorre essere seguiti da un "mentore" ovvero un cacciatore esperto che guida la "matricola venatoria" verso il percorso di apprendimento. non insegnandoli solo a distinguere un capriolo da un daino o un germano da un fagiano ma instillando prima di tutto le cose fondamentali della caccia: le regole non scritte che ogni cacciatore dovrebbe sapere! l'etica venatoria non si impara sui libri ma deve essere insegnata, capita e applicata.
scusate lo sfogo ma quest anno ne ho viste proprio di tutti i colori..
in ogni caso bellissimo museo, ho visto il video.

da little john  13/11/2017 20.53

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

A proposito dell'intervento di Little John, che condivido in pieno, vorrei raccontare un episodio che mi è capitato nel 2002. Quell'anno avevo un permesso di tirare una femmina di camoscio in Val Passiria. In agosto il mio inflessibile accompagnatore non mi fece sparare, perché non riuscimmo a vedere un animale giusto; a novembre siamo stati colti da un'improvvisa nevicata; infine a dicembre (non avendo tempo di tornare lassù) ci mandai mio figlio, classe 1983. Eravamo nel 2002, quindi aveva 19 anni. Gli accompagnatori sud-tirolesi, vedendolo a quell'età già in possesso del porto d'armi per caccia, lo scambiarono per un fenomeno, un tipo da premio Nobel, dato che là - per poter praticare la caccia - occorre sostenere esami molto difficili, dall'esito tutt'altro che scontato. Invece in Umbria (ma credo un po' in tutto il resto d'Italia) danno la licenza di caccia a chiunque... e quindi non possiamo pretendere che la qualità dei cacciatori sia di un certo livello. Motivi commerciali (e anche politici, nel senso dispregiativo) fanno sì che non ci sia nessuna selezione. A me invece piacerebbe il contrario!
PS: mio figlio riuscì ad abbattere la femmina camminando su un metro di neve....

da Filippo 53  13/11/2017 11.00

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

La mia non vuole essere un'accusa tout court ma mi capita di vedere certi personaggi per i campi senza un minimo di cultura ed etica venatoria. Siamo rimasti pochi (410 000 licenze) e ancora oggi alle riunioni degli atc si vede gente che urla e strepita per quei polli prontacaccia che chiamano fagiani..non voglio fare il santarellino anche perché come diceva nenni a fare a gara ad essere puri si trova sempre qualcuno più puro che ti epura..ma non posso paragonare il livello di cultura e rispetto dei cacciatori sloveni e ungheresi con quello degli italiani..purtroppo non sempre é stato cosi..ora qualcosa sta cambiando e penso che ci sia un po più di coscienza e educazione ma mai come ai tempi dei vecchi cacciatori italiani (anni 30-40 del secolo scorso)..

da little John  12/11/2017 11.42

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Ci certo non "sputano nel piatto dove mangiano"

Per chi volesse capire................
M

da Marco B x Little  11/11/2017 16.29

Re: Il museo della caccia di Vadaszti Szechenyi a Zsigmond in Ungheria

Non per fare polemica ma i cacciatori ungheresi sono gente rispettata e rispettabile..non posso dire lo stesso dei cacciatori italiani..dal mio punto di vista l'Ungheria resta assieme la Slovenia la patria della caccia europea

da little john  11/11/2017 15.03
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