Olivia e Gedeone su starne (proprietario l'autore)
Non c'è che una palestra per gli aspiranti campioni cani da ferma: la montagna. Chi lo nega, probabilmente, non sa di cosa parla, o perché non è mai stato più in alto del colle dietro casa oppure, molto più spesso, perché cani forti in montagna non ne possiede. Ma un dato è certo: il cane che ha gli attributi li tira fuori quando la terra si ammucchia, divenendo promontorio.
Se la quaglia, infatti, è maestra di caccia per tutti i giovani fermatori, è in montagna che gli apprendisti si fanno le ossa e dimostrano, oppure non dimostrano, tutto il loro valore. E' soltanto lassù, dove l'aria si fa rarefatta e l'ossigenazione problematica, dove le pendenze e i selvatici non regalano nulla a nessuno, che chi ha la roba la tira fuori mentre chi non ce l'ha... non ce l'ha, punto e basta.
Abbiamo cresciuto con amore il nostro cucciolo; gli abbiamo insegnato le correttezze e i comandi di base per garantirci l'obbedienza necessaria, senza pregiudicarne lo spirito di iniziativa; lo abbiamo condotto sulle quaglie "gabbiarole" prima, sulle africanelle vere poi; gli abbiamo insegnato a non temere il colpo dell'arma da fuoco, e anzi ad associarlo ad un evento gioioso e interessante; ora il nostro cane ha un anno circa e la caccia si è finalmente aperta. Possiamo scegliere se condurlo ai piani, in mezzo al traffico della concorrenza, tra fucilate, urla e molti "selvatici" di fresca sgabbiatura; oppure prendere la via della montagna, silenziosa, dura, quasi deserta, parca di prede ma anche di elementi che possano distrarre o disturbare il nostro giovanotto fermatore. Se ne ha l'opportunità, il cacciatore-cinofilo vero non ci riflette neanche un secondo: alture, alture, alture, palla lunga e pedalare.
Tra la fine di settembre e l'intero mese di ottobre saranno i monti i protagonisti della stagione. Che tipo di monti? Ognuno ha i propri, ovviamente. C'è chi ha la fortuna di potersi permettere i galli, le cotorne e qualche rara bianca sulle Alpi; chi ancora insidia le "greche" lungo quei rari spicchi di Appennino risparmiati dai parchi ammazzatutto; chi deve accontentarsi di una brigatella di starne liberate qualche mese prima. Ma gli amanti del cane da ferma scelgono tutti le cime, specialmente durante il primo periodo della stagione che è ormai contraddistinto da temperature massime molto alte.
Saranno quelle alture, quelle rocce, quei prati sommitali e quelle "sfioccate" di faggi a insegnare ai giovani allievi - e a ripassare la lezione ai cani più adulti - le tre regole fondamentali della cacci per un cane da ferma: mentalità, fondo, delicatezza nel trattare le rare occasioni di incontro. In assenza di uno solo di questi tre elementi, il soggetto in questione non potrà dirsi completo.
L'allievo batterà, insieme al suo conduttore e magari a un cane più esperto, i terreni sassosi, i pascoli e i trascini brecciosi per giorni e giorni di caccia, formandosi il polpastrello, apprendendo a dosare le energie per l'intera giornata, stressandosi e poi recuperando le energie mentali e fisiche per completare l'uscita come meglio potrà. Farà esperienza sulla selvaggina stanziale, ma soprattutto sui terreni che essa frequenta incontrandola, sbagliandola, consentendo, fermandola e - con molta costanza e un po' di fortuna - riportandola, almeno una volta, in mano al padrone. Finché una mattina, nel percorrere quella breve striscia di faggi che guarda ad est prima di sbucare sui pascoli frequentati dalle cotorne in pastura, il nostro fedele amico non cadrà in ferma su di un'emanazione del tutto nuova... Con l'involo della beccaccia capiremo che l'autunno alla fine è arrivato anche quest'anno; capiremo che è tempo di lasciare in pace quelle povere bestiole stanziali; soprattutto, capiremo se il nostro cucciolone può o non può diventare Cane da Ferma. La stagione sta entrando nel vivo: i giovani scalpitano e ci fanno alzare presto la mattina.
Daniele Ubaldi
Olivia e Gedeone su starne (proprietario l'autore)