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12/12/2016 16.01 



Nonostante abbia appena compiuto cinquantasei anni e festeggiato la mia quarantesima licenza di caccia, non ho ancora ben capito quali siano i fattori esatti che determinano sia il passo degli uccelli migratori sia l’estro degli ungulati. C’è chi giura sulla matematica fedeltà del calendario solare, chi si affida ciecamente alle fasi lunari e c’è anche chi sostiene che molto dipende dal clima, dalla direzione dei venti e dalla temperatura ambientale. A chi dar a torto e a chi ragione? Come al solito, credo un po’ di torto e di ragione l’abbiano tutti, solo che io aggiungerei che ci vuole anche un pizzico, ma giusto un pizzichino, di buona, sana fortuna.
 
Nella mia vita ho avuto l’occasione di godermi molti bramiti dei daini, ho trascorso non so quante ore sia all’alba sia al crepuscolo ascoltando il loro sgraziato, gutturale richiamo che, anche se non è affascinate e possente come quello dei cervi, è pur sempre bellissimo, almeno per gli appassionati della caccia al nobile dama–dama. Ho voluto esordire così, perché desideravo chiarire subito che se vogliamo cacciare con successo un bel daino da trofeo, occorre farlo durante il periodo degli amori, quando i grossi maschi si muovono in continuazione per radunare le femmine in previsione dell’accoppiamento. Mentre per il cervo l’estro dura circa un mese o poco meno, per il daino ho sempre avuto l’impressione che il periodo del bramito sia notevolmente inferiore. Infatti, chi si sarà dedicato all’osservazione di questi nobili animali durante l’accoppiamento, avrà sicuramente notato che i “segni premonitori” come bramiti, fregoni e corse frenetiche, a volte sono molto evidenti mentre altre ti sembra che in zona non ci siano affatto selvatici. Può capitare di avvistare molti capi durante un violento temporale come durante una giornata molto mite completamente assolata, e lo stesso vale che faccia un caldo torrido o un freddo polare. Ripeto, ancora oggi non sono riuscito a comprendere bene quali possano essere le ragioni che spingono i grossi maschi a bramire maggiormente o a starsene completamente inattivi in silenzio! Quello che mi appresto a raccontarvi ora è, come mia abitudine, la fedelissima cronaca di come si svolse una memorabile battuta di caccia al daino in Maremma, ovviamente durante il periodo del bramito.

Mi ero già accorto che quella fosse una stagione particolare dal gran numero di animali che avvistavo durante le solite uscite perlustrative. Che i daini erano in pieno bramito lo dimostrava il gran movimento che percepivo e i caratteristici rumori che sentivo nel bosco. In particolare, al mattino molto presto e all’imbrunire il “Groo, Groo, Groo,”era udibile pressoché dappertutto. La settimana precedente poi, avevamo già catturato degli esemplari molto belli dai trofei importanti che emanavano un afrore inconfondibile. Quella memorabile sera decidemmo di “armare” tre distinte poste, situate abbastanza lontane tra di loro da non potersi disturbare in nessun modo. I cacciatori impegnati sarebbero stati tre: Pietro, suo figlio Andrea e Mauro, tutti cari amici con i quali avevo già vissuto molte ed entusiasmanti avventure sia in Italia sia all’estero.

Andrea era armato con una Weatherby Vanguard cal. 257 WM, dotata di un12 x 56 con reticolo illuminato, Mauro con una Sako 85 7 mm RM equipaggiata con ottica dello stesso ingrandimento e stesso reticolo, mentre a Pietro mi toccò dargli in prestito la mia Weatherby MK5 SS 257, perché alla vigilia della caccia ci eravamo accorti che la sua arma non era perfettamente tarata. Ci trovavamo nel cuore della Maremma Toscana e più precisamente in una bellissima Azienda situata a nord–ovest di Capalbio, notoriamente molto ricca di selvaggina. In quelle zone i daini sono presenti fin dalla notte dei tempi, almeno da quando fece la prima apparizione il puro cinghiale maremmano e la piccola lepre italica.

Chi li ha immessi o da dove siano venuti, credo che con precisione non lo sappia nessuno. Chissà, provenienti forse dal poco distante parco della Feniglia o da quello dell’Uccellina, ma sta di fatto che insieme al cinghiale e al capriolo, oggi il daino è una innegabilmente quanto bellissima realtà in tutta la Toscana. A me è sempre piaciuto cacciare più al mattino presto che in tarda serata per ovvie ragioni. Quando si va incontro al sorgere del sole, qualsiasi situazione, più o meno imprevista, che potrebbe presentarsi da risolvere, si affronterebbe sempre meglio, ma anche cacciare al tramonto ha il suo innegabile fascino. In questa riserva si usa appostare gli animali dove sono maggiori i segni di presenza. Non essendoci altane fisse, di solito si usa posizionare in modo strategico delle rotoballe di paglia, da utilizzare sia come riparo sia come appoggio per la carabina. Pietro ed io ci posizionammo dietro ad una di queste che dominava un lungo campo rettangolare, Andrea sarebbe andato con Gianni in una radura all’interno del bosco, mentre Mauro e Giampiero avrebbero presidiato il prato più ampio e più frequentato dai selvatici di tutta la zona.




C’imponemmo il silenzio radio, avremmo comunicato tramite sms sugli immancabili telefonini. Adagiammo in silenzio i nostri zaini in terra poi io, dopo aver dato un rapido controllo al vento, feci scorrere nella canna della Weatherby Steinless Syntetyc una cartuccia ricaricata con palla Nosler Ballistic Tip da 115 grani, innestai la sicura, regolai il correttore di parallasse del cannocchiale  sui 150 metri e poi la porsi a Pietro invitandolo a provare qualche imbracciatura.

Nel frattempo feci anche qualche misurazione del perimetro con il binocolo che avevo al collo. Conoscere in anticipo a quale distanza si fosse trovato un selvatico appena sarebbe uscito dal bosco, avrebbe potuto farci guadagnare dei secondi preziosi, specialmente con scarse condizioni di luce. Dopo tantissimi anni di caccia all’aspetto sono giunto alla convinzione che è sempre meglio appostarsi con largo anticipo, ma che bisogna farlo ben attrezzati, altrimenti si corre il rischio di essere più svantaggiati che favoriti. Svantaggiati perché più si soggiorna in zona, maggiori sono le probabilità d’essere percepiti dalla selvaggina; favoriti, perché giungere all’appostamento in anticipo ci permette di posizionarci con più calma e soprattutto senza correre il rischio di trovare gli animali già fuori a pascolare nei prati.

Detto ciò, quando si è in due, è piuttosto facile combattere la noia, ma vanno assolutamente evitati movimenti e mormorii inutili… Proprio per essere perfettamente immobili, per tanti anni ho sempre utilizzato un buon libro tascabile, immancabilmente un Thriller, ultimamente invece, mentre aspetto che il “sole cali nel sacco”, mi trastullo col cellulare. Diedi disposizione a Pietro di tener d’occhio il prato, poi presi a mandare messaggi agli amici tramite WApp. Dopo una decina di minuti sentii battermi sopra la spalla, non ci fu bisogno neanche di fiatare, capii subito il significato di quel gesto! Allungai il collo oltre il bordo della rotoballa ed ecco che nel prato avvistai una femmina di daino con il suo piccolo al seguito.

Era un bell’animale che purtroppo non rientrava nei nostri interessi, comunque la sua presenza era di buon auspicio, perché dimostrava che eravamo messi bene e con il vento a favore. Come i due selvatici presero a pascolare, contemporaneamente dal bosco che avevamo alla nostra sinistra udimmo i primi bramiti. Uno, in particolare, c’impressionò per la sua potenza e la sua insistenza. Non avremmo dovuto essere dei geni per capire che quell’animale doveva essere il Re incontrastato del bosco, il sultano dell’Harem più numeroso. Mentre ci godevamo quei momenti di caccia pura, primordiale, in lontananza sentimmo uno sparo. Dalla direzione da dove era giunto ipotizzammo che doveva aver tirato Mauro. Infatti, pochi secondi dopo, sul mio cellulare arrivarono contemporaneamente due messaggi, anche se uno era di Mauro e l’altro di Giampiero avevano lo stesso testo: “Abbattuto bel Balestrone”.

Perfetto pensai, sono sempre contentissimo quando un cacciatore abbatte un daino e forse lo sono quasi di più quando è un balestrone, un fusone o addirittura una femmina o un piccolo, perché nonostante la comune bramosia per il trofeo importante, non dobbiamo mai dimenticare che la caccia di selezione interessa tutte le fasce di sesso e di età e qualcuno deve provvedere. Bravo Mauro! Anche se desiderava conseguire un trofeo importante, evidentemente aveva seguito il buon senso abbattendo quello che la sorte aveva deciso di assegnargli. Rimpiansi soltanto di non essere con loro per scattare qualche bella foto, perché la luce era davvero perfetta. Pazienza. Nel frattempo, Pietro ed io dovemmo accontentarci di spiare la femmina e il suo vitello che pascolavano apparentemente tranquilli nel prato. I tramonti autunnali sono tra i più belli e suggestivi in assoluto, ma anche i più rapidi, passi dal giorno alla notte in pochissimi minuti senza quasi rendertene conto. Ero talmente contento per Mauro che per un momento trascurai Pietro, che invece fremeva impaziente.
 
La visibilità nel prato stava diminuendo in modo allarmante, e quel che è peggio senza che la zona ci avesse regalato grosse emozioni. Ma sono un cacciatore abbastanza esperto da sapere che in quel periodo, quando il bramito raggiunge il suo culmine, non deve essere mai abbassata la guardia. Sperai soltanto che le qualità ottiche del mio strumento fossero all’altezza quando le condizioni di luce sarebbero diventare proibitive. Non m’impensierì la sua luminosità o la sua nitidezza, quanto le dimensioni piuttosto esigue del reticolo balistico concepito per altri scopi. Per deformazione professionale fui quasi tentato di suggerire a Pietro (che per farmi felice sicuramente avrebbe accettato!) di abbattere quella femmina o addirittura il suo vitello, ma non ne ebbi il coraggio. Mi concentrai invece col binocolo controllando gli angoli più recessi della lunga e stretta radura. Per fortuna la visibilità era ancora sufficiente, quando un possente bramito ci fece sussultare entrambi.


 
Dalla “voce” mi sembrò proprio il grande maschio che forse aveva deciso di uscire dal fitto del bosco perché intendeva includere tra le sue concubine la giovane femmina che ancora pascolava ignara. Come lo vidi avanzare nel prato, chissà perché, mi venne in mente la caccia all’alce. Forse per l’imponenza fisica del selvatico o per la claudicante andatura, di certo non per una similitudine del trofeo perché quel grosso daino era enorme come fisico, ma praticamente quasi privo di trofeo. Entrambe le pale erano spezzate molto in basso, circa all’altezza delle orecchie! Non seppi spiegarmi il motivo di quella malformazione, ma ipotizzai che fosse dovuta al carattere particolarmente bellicoso del grande maschio e che si fosse danneggiato il palco combattendo o incastrandolo tra i rami..
 
Senza che gli avessi detto niente, vidi Pietro che era già concentrato in punteria. Il suo petto si alzava e si abbassava ritmicamente, ma non troppo. Mi permisi soltanto di comunicargli le notizie necessarie, quelle che s’aspettava gli comunicassi: “Centoquaranta metri esatti! Visto che è leggermente più in basso di noi, miralo spalla anteriore bassa!”. E così fece. Con il binocolo incollato agli occhi e i gomiti ben piantati nella paglia, assistetti ad un tiro eccezionale. Sotto tutti i punti di vista. Vidi eseguire in diretta uno dei più belli e perfetti abbattimenti al quale avevo mai assistito, e soprattutto di un daino palancone in bramito, notoriamente tra i selvatici più robusti e grandi incassatori ai colpi di carabina. Il superbo selvatico, colpito perfettamente dove avevo consigliato a Pietro di fare, s’impennò come un cavallo selvaggio e subito dopo cadde esanime senza neanche tirare gli ultimi calci alla vita. Per l’ennesima volta ebbi la conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, delle eccezionali doti balistiche di una delle più prestanti munizioni ideate dal grande Roy Weatherby. Il 257 WM è davvero eccezionale contro i selvatici fino a duecento e rotti chili fino alle massime distanze. Inoltre può vantarsi di avere una delle traiettorie più tese in assoluto. Fu il nostro turno di mandare sms, io l’inviai a Mauro e a Giampiero, mentre Pietro a suo figlio Andrea.
 
Dopo pochissimi minuti nel prato calò l’oscurità totale e con essa svanì anche la possibilità che Andrea potesse tirare un colpo. Ma non sarebbe stato il caso di lamentarci, in tre cacciatori avevano sparato in due abbattendo dei capi eccezionali, Andrea si sarebbe sicuramente rifatto la prossima volta. Credo che ricorderò a lungo quella magica sera, rammenterò spesso sia il bellissimo tiro sia la maestosità del selvatico, che nonostante il trofeo menomato rimarrà pur sempre uno dei capi più belli che siano mai stati abbattuti in quella zona. Mi sono sentito onorato di aver partecipato alla cattura del grande Re, anche se non aveva la corona...


Marco Benecchi





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28 commenti finora...

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

UN CALOROSISSOMO BUON NATALE A TUTTI VOI E A ALLE VOSTRE MERAVIGLIOSE (e comprensive....)
FAMIGLIE.
Che l'anno nuovo ci porti tanta felicità, tante emozioni e soprattutto che ci trovi tutti in buona salute.
Io non brindo quasi mai perché se beccano un cacciatore alla guida con il tasso alcolico alto
PRIMA gli tolgono la licenza poi magari anche la patente...
Ma un bel brindisi virtuale con tutti Voi, miei fedelissimi lettori, mi sembra doveroso farlo....

Ancora Buon Natale e Buone Feste a tutti.
il Vostro Marco

da MARCO BENECCHI X TUTTI GLI AMICI  24/12/2016 18.21

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

bellissima presentazione complimenti pedro

da carlo48  22/12/2016 13.38

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

paolo 79 il tuo livello si commenta da solo non aggiungo altro .

da Pedro  21/12/2016 20.41

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Salve a tutti; cerchiamo di restare calmi. Vorrei conoscere il parere di MB sulle diverse opinioni emerse negli ultimi interventi, compresi quelli del sottoscritto. Credo di sapere già come la pensa il mio fratello di macchia, però mi piacerebbe che lo illustrasse a tutti quanti. Buon Natale

da Filippo 53  21/12/2016 18.33

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Pedro, scusa, una curiosità..... ma perchè dici che da voi i piani di prelievo si DEVONO completare.... ma dove esiste? Se non lo fai che ti fanno? Ti arrestano? Io mai completato uno e quest'anno ho più capi da abbattere dell'anno prima....
Noi si spara solo al muflone e purtroppo abbiamo come persone da accompagnare anche gente come voi che VUOLE sparare a 500 metri...
Per me un animale a 500 metri volesse brucare l'erba.... Poi bisogna recuperarlo.... e chi ci va? Macchia fitta, scogli, strapiombi....

da Paolo79 x Pedro  21/12/2016 18.10

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

fortuna che c'è gente come te che conosce la montagna.....sui libri e nei film!! ma vatti a fare un giro e per favore e scrivi di quello che conosci dilettante è un pezzo che ti leggo qua sopra !

da Pedro  21/12/2016 17.16

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

pedro..sei sempre gentile in montagna, ci sono nato e cresciuto dai vostri discorsi si evince che non la conoscete. l'unica cosa che questo blog può fare a meno è la maleducazione ciao

da carlo48  21/12/2016 16.40

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

delle tue risposte da dilettante ne possiamo fare anche a meno ! auguri

da Pedro  21/12/2016 14.38

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

monolitica e pedro. siete voi che non meritate risposta. comunque, salute a tutti e BUONE FESTE

da carlo48  21/12/2016 13.09

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

io sono un polemico , lo sai. Comunque io parlavo del periodo INVERNALE del fatto ( come ha scritto monolitica) che si deve sparare lungo perché avvicinarsi con il ghiaccio ( senza farsi vedere) a fine stagione quando i camosci a 300 metri sono già spartiti non è una delle cose più semplici. Tutto qua. Non amo il calibro di Monolitica preferisco il 300 weatherby e vado sempre a vedere sul colpo dopo aver sparato ma percorrendo strade più sicure a volte impiegando il doppio del tempo necessario. Lo sai che come ho giù scritto sono una guida alpina con la passione della caccia e sono un bel po' polemico , ma sono fatto cosi. Riguardo i 10 metri in Appennino forse ho esagerato ma nel periodo dei maschi non si fanno delle grandi camminate ( fa caldo!!) Durante il periodo invernale , invece, mi sono divertito a camminare anche in Appennino con il freddo la caccia è più bella. Weidmannsheill

da Pedro  20/12/2016 15.09

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Ciao Pedro , effettivamente molti che intervengono neppure si immaginano cosa sia la Montagna ADESSO una specie di lastra di ghiaccio perenne ( aspettiamo le neve per Natale) dove se sbagli un passo rischi grosso. Buon Natale a tutti

da Monolitica RWS  20/12/2016 9.37

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Filippo , mi inerisco nel discorso, vedi in montagna c'è una piccola differenza che non si arriva con la macchina a 10 metri dal luogo di caccia e poi si ricupera sempre con la macchina. In montagna "in inverno" le cose sono molto differenti e i piani si DEVONO completare e quando capita l'occasione la devi prendere specialmente a camosci in inverno con il ghiaccio e la neve! perchè l'altra occasione non capita più a due giorni dalla chiusura della caccia. i 600 metri dei tuoi colleghi montanari li vorrei vedere specialmente con 6x62fr che a 500 metri la palla vola come una piuma di anatra ed è stato meglio che non ti abbiano fatto tirare . Monolitica RWS però il 270 W va bene ma meglio il 300Weatherby . WEidmannsheill Mono

da Pedro  20/12/2016 8.31

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Ciao Carlo, ricambio di cuore gli auguri! Quanto al 6x62, tieni presente che si tratta (ovviamente non in senso tecnico, ma solo per spiegarmi) di un 243 "magnum", e cioè spara le stesse palle del "piccolo diavolo" ma con velocità (e quindi energia) nettamente superiore. Il nostro MB sostiene di non avere dubbi circa l'efficacia anche su grossi verri del 243, pensa cosa può fare il 6x62! Un limite potrebbe essere dato dall'influenza che del vento, visto che non mi risulta esistano munizioni caricate con palle di peso maggiore di 100 grani. Io ci ho abbattuto un gran numero di caprioli e diversi camosci, e il non dover fare tanti calcoli (ha una traiettoria ultra tesa) mi ha fatto davvero comodo, specie quando (quindici anni fa) compensatori, torrette balistiche, telemetri che rilevano l'angolo di sito etc. non esistevano. Per un periodo ho provato le 85 grani (sempre T-Mantel) ma la loro migliore traiettoria, ancora più tesa delle 100 grani, comportava una minore precisione. Nel mio Blaser K-95 (quindi in versione rimmed) a 200 metri i primi due colpi sono a contatto; poi, dal terzo (ma quando mai si usano tre colpi con un Kipplauf....) la rosata si allarga un poco, ma sempre in limiti accettabili. Nella versione rimless (una vecchia 850/88) con le ricariche che mi ha fatto Marco ha una precisione eccellente (sempre utilizzando 95 o 100 grani di peso, BTip e Partition). Insomma: il 7x64, che spara da 120 a 177 grani, è molto più universale; ma su animali medi (fino ai 100/120 kg) a lunga distanza, credimi, il 6x62 è un fenomeno.
Salve Monolitico. Ho detto che non ho mai tirato oltre i 350 metri perché NON MI HANNO FATTO TIRARE... Ho già detto (anzi, scritto) che sono un cittadino, vivo a 500 metri slm, e non posso certo considerarmi un montanaro. Tuttavia fra i miei amici ce ne sono alcuni che abitualmente sparano ai caprioli (purtroppo in Umbria non ci sono camosci) a 5/600 metri, e lo trovo - personalmente - sbagliato, preferendo avvicinarmi il più possibile al piccolo ungulato. So bene che con i camosci le cose vanno diversamente, ma credo che se un animale non si riesce ad avvicinare (per così dire, dato che parliamo di 350 metri!) non significa che si debba tirare per forza... capiterà un'occasione migliore, proprio a voi che (fortunati) potete andare a camosci come io vado a caprioli. Almeno io la penso così.
Tanti auguri di buone feste

da Filippo 53  19/12/2016 19.54

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

il 6x62 fresres è un super calibro molto teso che non ho mai provato ma io ( come ho gia scritto) sparo oltre i canonici 350 metri e mi serve un CALIBRO SICURO COME il 270 Weatherbt Mark v Acc. ieri in Austria non siamo riusciti ad arrivare più vicino di 400 metri. Questo perché si devono fare della traiettorie troppo pericolose per non essere visti dagli animali. Il rischio è quello di finire in un crepaccio come l'amico di Torino per questo si tenta u tiro lungo. Ed è anche ora di mettersi i testa che sparare lungo non è per fare i MIGLUIORI o i primi della classe ma una necessità per certi tipi di caccia come quella del camoscio INVERNALE dove solo i veri appassionati e residenti hanno le carte in regola per affrontarla perché conoscono la montagna.

da Monolitica RWS  18/12/2016 16.18

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Ciao Marco scusa se vado un pò fuori tema, ma vorrei sapere cosa ne pensi in merito alla crimpatura delle cartucce da caccia sparate con armi semiauto soprattutto per quelle palle che non hanno il solco (caccia al cinghiale in battuta), e per le bolt?

da Francesco  17/12/2016 18.49

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

mi intriga forte il 6 freres ti chiedo se il gioco vale la candela. informazioni su tale calibro. come si comporta su fusoni daino sui 250mt? che cartucce? passo e lunghezza canna??dato che mi è capitato di andare al capriolo femmina e mi sono trovato un fusone daino, certo tu dirai, il7x64 non ha paura di niente ma su piccoli e femmine........tanti auguri a te e famiglia che è la cosa più sacra.. salute a tutti C

da carlo48 x filippo  17/12/2016 14.48

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

ciao filippo mi associo tanti auguri a tutti e uno speciale a noi giovanotti di una volta. salute a tutti

da carlo48  16/12/2016 16.47

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Intervengo più che altro per fare tanti tanti auguri a tutti per le prossime Festività!!!! Comunque volevo ricordare che TUTTI i camosci che ho tirato col 6x62 (tranne uno che ha barcollato sul posto, e mentre stava per cadere gli ho tirato di nuovo) sono crollati immediatamente, anche oltre i 300 metri. Uso munizioni (originali T-Mantel, o ricaricate BTip) intorno ai 100 grani. Davvero sarebbe consigliabile usare calibri tanto maggiori? Aggiungo che non ho mai sparato oltre 350 metri, e forse per questo mi pare di star più che bene con un 6mm... Di nuovo auguri, specie ai vecchietti come il sottoscritto

da Filippo 53  16/12/2016 16.40

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Tanta salute a te Carlo 48 e a tutti gli amici del blog di Marco !

Felice Natale e strepitoso Anno Nuovo ancora a tutti gli "aficionados" del gran Maestro .

da Massy  16/12/2016 14.06

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

leggendo un po' di discorsi mi sono fatto una idea, se andiamo avanti cosi dovrò buttare il 7mm e tenere come cal. minimo l'8x68 l'anno prossimo andremo a caprioli con cal. minimo 416 remington. comunque, salute a tutti e soprattutto buon NATALE e felice ANNO NUOVO anche alle vs gentili famiglie. CARLO

da carlo48  16/12/2016 13.37

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Caro M RWS,
Quì parlano tutti di calibri e quasi nessuno delle cosa più importante..........................

L'arma che dovrà spararli

Ed io in materia sono molto esigente.
La voglio precisa, bilanciata, leggera, maneggevole e ..
Più corta possibile!!!
Aimè per i calibri Weatherby...........

Pazienza

Saluti
Marco

da Marco Benecchi x Monol RWS  16/12/2016 10.01

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

si il 243 è un grande amore ( ancora) lo uso solo per i caprioli ma se capita il camoscio o anche una cerva la Ribalto! il 7 e 8x68 non li ho mai provati. ma so che sono ottimi calibri. Ma noi montanari , quando scegliamo una cosa facciamo fatica a cambiare, abbiamo la testa dura come le rocce della Marmolada! Weidmannsheill Marco

da Monolitica RWS  16/12/2016 8.34

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Praticamente e come se avessimo fatto le stesse scuole...
Con qualche piccola deviazione,
Ma di poco....
Hai elencato i miei calibri preferiti..
Solo che io partirei dal 243, poi 25.06, 270, 7 mm RM e al 300 preferisco l'8 x 68,
Ma siamo lì...
Come già detto, anche io per il camoscio uso quasi solo il 270 Weath, ma prediligo il 257...
Mi spiace...
Forse dipenderà (anzi sicuramente!) dal tipo di palla,
Ma le Ballistic Tip da 115 fanno cose "spettacolari" rispetto alle Hoprnady Spire Point da 130 del 270...
Per fortuna i gusti son gusti.
Pero, come dici anche tu, se dovessi uscire al camoscio dove ci sono anche i cervi il 270 sarebbe d'obbligo...
Anche se non avrei paura ad affrontarli col 257...
Buona
M

da Marco B x Monolitica RWS  15/12/2016 17.39

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

non ho detto che sparano male ( per male poi non so cosa intendi perché se parliamo di 200 metri vanno bene anche i manici di scopa) ma il 257 è difficilissimo da stabilizzare ma io parlo per tiri oltre i 350 metri sotto a cosa serve un calibro del genere? pero il 270 è molto meglio in tutto. Si parla esclusivamente di Mark V acc. io caccio in montagna da 40 anni sono passato dal 22.250 della gioventù ( marmotte incluse) al 25.06 / 270 Win / 7x64/ 300Win / e poi ai Weatherby che non ho più cambiato . dal 240 al 257 ed infine 270 dopo aver testato anche il 300 ( troppo ) al camoscio il 270 è perfetto . poi se mi capita un cervo lo abbatto come niente . super calibro.

da Monolitica RWS  15/12/2016 11.11

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Il calibro Potente (il giusto!)
ed ESTREMAMENTE RADENTE è sempre da preferire.
SEMPRE....
Specialmente cacciando caprioli, daini, camosci perchè ha volte non hai il tempo di fare le dovute misurazioni
Io lo scorso anno tirai ad un daino da non saprei dirti da che distanza..
Ed è morto.
Era NOTTE FONDA in un campo seminato a grano...
Con il telemetro non avrei saputo farci niente.
Se poi ti riferisci al 257 stiamo parlando di uno tra i calibri più tesi in assoluto.
Praticamente da 50 a 300 metri sei sempre nel bersaglio...
Ma anche lui ha i sui (pochi) difetti...
Saluti
Marco

da Marco B x Paolo 79  13/12/2016 19.47

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Monol,
Scusa se abbrevio...
Io di 257 ne ho due e sparano MOLTISSIMO bene entrambi
Sia la Weatherby sia la Blaser R 93
Con palle Ballistic Tip da 115 grani..
Con altre non lo so.....
Ho sempre usato quelle.
Il problema di TUTTI i calibri Weatherby è che sono stati IDEATI per le MARK V poi sono stati utilizzati anche nelle Vanguard (che non sono la stessa cosa!!!!!) in altre armi (!?!?)
E così via.
Sinceramente non ho mai visto Mark V sparare male in nessun calibro....
Di Vanguard invece forse .... troppe.

Saluti
M

NB io ho sia il 257 sia il 270 e il 300 Weath..
Tra i tre preferisco il 257, almeno fino al daino ed anche al cinghiale.
E' il calibro che in 40 anni di caccia a palla mi ha sbalordito di più....

da Marco B x Monolitica RWS  13/12/2016 19.42

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

il 257 WM è un calibro molto difficile da stabilizzare ne vanno bene il 50% ( bene intendo un buco dentro l'altro) mentre il 270 e 100 volte meglio , più calmo e quasi tutti molto precisi.

da Monolitica RWS  13/12/2016 15.56

Re: CACCIA AL DAINO AL BRAMITO “Il grande Re senza corona!”

Marco... Una domandona...
Ma secondo te..., è sempre sensata la ricerca di un calibro potente e radende, anche ora dell'era dei telemetri, reticoli balistici, torrette balistiche e compensatori di traiettoria?

da Paolo79  13/12/2016 15.51
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