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16/03/2015 

A cadenza quasi prestabilita, come una sorta di ritornello, accade che “qui e la” emergano paure, espresse da parte di appartenenti a vario titolo al mondo venatorio, riferibili alla condizione numerica di alcune specie cacciabili, che peraltro, in alcune nostre zone (del Piemonte), non sono mai state numerose come oggi! Neppure in quei tempi ormai lontani che vengono ricordati e citati come l’”el dorado” della caccia.

E tra le concause che vengono paventate da alcuni per il futuro declino (??!!) di dette specie, tra cui la lepre, a cui con questa mia farò riferimento, non manca mai la pressione venatoria. Qui, in alcuni nostri atc, riferita in particolare alla possibilità, in atto da pochi anni, di cacciare tre giorni, peraltro fissi, a settimana e non più solo due come avveniva un tempo.

Ebbene, un semplice calcolo matematico dovrebbe evidenziare  che, prima della sentenza emessa  dal  Consiglio di Stato ove si leggeva, si legge, e si leggerà per decenni, che alcuni atc hanno creato un danno grave ed irreparabile a quei cacciatori fino ad allora ingiustamente obbligati a cacciare due giorni a settimana invece di tre come previsto dalla normativa nazionale, le giornate di caccia fruibili sulla piccola stanziale e pertanto anche sulla specie lepre erano, in linea di massima,  ventiquattro, calcolando due giorni a settimana dalla terza domenica di settembre alla seconda domenica di dicembre, così come prevedeva la normativa di allora,  mentre oggi risultano ventisette, dall’ultima domenica di settembre all’ultimo giorno utile di novembre, così come previsto dall’attuale calendario venatorio.

Atteso quanto sopra, sarà mai possibile ipotizzare che tre giorni in più di caccia, su un’intera stagione venatoria, possano o potranno determinare il declino di una specie?

O piuttosto i fattori negativi da monitorare con massima attenzione sono e saranno altri?  Ed alcuni oltremodo  conosciuti da tempo ma su cui si interviene ancora poco o nulla?

Da considerare poi che molti, quando vigevano le  indebite limitazioni,  cacciavano due giorni pieni a settimana, sfruttando al massimo quel poco tempo a loro concesso, mentre oggi un numero altrettanto congruo, per vari motivi, tra cui  anche le condizioni fisiche loro e dei loro ausiliari, caccia soltanto al mattino e di conseguenza invece di cacciare due giorni a settimana lo fa ora soltanto per un giorno e mezzo,  nello stesso periodo!

Non di meno, in realtà da sempre, questo si, intervengono le condizioni di salute e gli impegni lavorativi/professionali dei cacciatori, il meteo avverso, a ridurre  ancor più le effettive giornate di caccia che ciascuno può praticare.

Ma il fatto che evidenzia maggiormente l’incongruità di certe paure è che non è stato accresciuto in alcun modo il carniere giornaliero e stagionale! Per ciò che concerne ancora la specie lepre, una al giorno e cinque a stagione, questa era ed è ancora la regola.

Possibile che all’evidenza dei fatti c’è ancora chi oppone quelle che appaiono perlopiù fumose teorie sui danni che possono fare caccia e cacciatori? Perché chi esprime certe preoccupazioni non cita mai quali e QUANTI selvatici, comprese le lepri, si trovano nelle zone ove non si caccia magari da decenni?

Le paure non sono utili a nulla ed a nessuno, anzi spesso sono persino controproducenti per le reazioni che possono provocare o perché distolgono l’attenzione dai veri problemi che riguardano quasi esclusivamente la gestione e la cura dell’ambiente e non se si caccia un giorno in più o un giorno in meno, in relazione ad una ventina in cui è consentito farlo su….. trecentosessantacinque  che compongono un anno!!

Così come, giusto per allargare appena un po’ il discorso, si è dimostrata controproducente la paura e/o la diffidenza, in quelle zone del Piemonte ove si è concretizzata, da cui è scaturito l’obbligo di indossare indumenti ad alta visibilità per tutti i cacciatori che, oltre ad apparire altamente discriminatoria in quanto non estesa anche agli altri fruitori di boschi e campagne, ha originato incertezze proprio tra gli stessi cacciatori.
Infatti prima di quella indicazione regionale, peraltro non impositiva e pertanto posta in essere da atc e ca  a “macchia di leopardo”, apparivano immediatamente evidenti e riconoscibili sul territorio le squadre dei cacciatori di cinghiale che, anche autonomamente, da sempre, avevano deciso di servirsi di indumenti ad alta visibilità proprio giustamente per la particolare tipologia di attività venatoria praticata.

E così, anche grazie a quell’accorgimento, gli altri nembrotti, e non solo, potevano evitare con più facilità di trovarsi nel bel mezzo di qualche battuta.

Ora invece siamo tutti uguali in giro per boschi e campi, con ciò che ne consegue, ed un provvedimento che in astratto era teso, forse, ad aumentare la sicurezza, nella concretezza  l’ha attenuata.

Così come appaiono sempre ed ancora estremamente inutili, quelle paure e/o diffidenze che generano prese di posizione tese a penalizzare i  migratoristi.

E qui mi fermo perché mi rendo conto che anch’io, infine, ho reiterato il mio solito ritornello  ma è pur vero che non potrò esimermi dal ripeterlo ancora ed ancora, ogni qualvolta qualcuno (CHIUNQUE!!) me ne fornirà l’occasione.

Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.

      

Ezio Cardinale
Pres. prov. Arcicaccia Cuneo





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6 commenti finora...

Re: Specie cacciabili: "soliti ritornelli"

Da Wikipedia:"In criminologia il termine assassino indica colui che, volontariamente, compie un omicidio." Pertanto utilizzarlo come ha fatto lei, sig. Ceres Ramos, nei confronti di persone che hanno solo un altro punto di vista delle "cose" di questa terra, detto termine risulta improprio e persino diffamatorio. Non crede?

da Ezio  02/04/2015

Re: Specie cacciabili: "soliti ritornelli"

ma lei non ha la minima idea di quanto è grave togliere una vita, si rende conto di essere un assassino. la cosa più orribile è sopprimere la vita ad una creatura figlia di Dio, e lei solo per piacere togli la bellezza del mondo per entrare in un mondo di morte e oscurità. non riesco a capire tanta crudeltà. solo gli assassini hanno questa freddezza davanti ad una vita che stanno per togliere.

da ceres ramos  28/03/2015

Re: Specie cacciabili: "soliti ritornelli"

Ce l'hanno,Ezio,ce l'hanno:e chiarissime!Ma nel paniere inflazionistico quando verra' inserita la lepre?

da pietro 2  16/03/2015

Re: Specie cacciabili: "soliti ritornelli"

Putroppo Flagg, in questo caso sono proprio gli addetti ai lavori che pare non abbiano le idee ben chiare.

da Ezio  16/03/2015

Re: Specie cacciabili: "soliti ritornelli"

Nulla da eccepire al tuo ragionamento, caro Ezio! La situazione la conosciamo bene, così come conosciamo bene quel genere di "paura" che genera danni quanto altro mai!

da Breton 78  16/03/2015

Re: Specie cacciabili: "soliti ritornelli"

Caro Ezio il tuo discorso nn fa' una piega......spesso i limiti nel ns ambiente ,vengono da cacciatori "preoccupati" .......da quello che fanno gli altri!!!!!!! La cosa peggiore è" che spesso i ns gestori , si riempiono il cervello di masturbazioni mentali gratuite......ripeto x la 1000 ^ volta, pensiamo a migliorare l' habitat,al resto ci pensa il buon Dio!!!!saluti

da Alessandro Federighi  16/03/2015
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