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26/02/2014 

Stefano De VitaVoglio aprire questo articolo dicendo con forza che il “problema lupo” non è un problema del mondo venatorio. Ma un problema della collettività, e non sta ai cacciatori risolverlo. Non passa giorno che  non si legga di atti di bracconaggio perpetrato sul lupo, che arrivano talvolta a sfociare in comportamenti macabri come si è visto più volte in terra toscana.

A tutti noi vengono spontanee delle serie riflessioni sul motivo di questo stato di cose e sull'aumento del fenomeno della predazione. Voglio fare un paragone azzardato, forse, ma che coinvolge il buon senso e la vita pratica e reale di tutti i giorni: ci troviamo da anni in una crisi economica senza precedenti: migliaia di disoccupati, migliaia di precari, migliaia di persone al limite della povertà, decine di suicidi perché soffocati dai debiti e dalle tasse, migliaia di aziende che chiudono... credo che possa bastare. Quale è stata la soluzione? Si sono succeduti  grandi professori, grandi tecnici, luminari della finanza ed economia, Commissioni di studio, etc. etc. e cosa è successo?  E’ sotto gli occhi di tutti e non c’è bisogno di commentare. Ma  basta che venga intervistato un comune operaio ed ecco la soluzione: diminuzione drastica della spesa pubblica, sburocratizzazione, diminuzione del costo del lavoro e diminuzione della pressione fiscale, diminuzione drastica dei super stipendi e super pensioni; basterebbe questo per rimettere in moto l’intero comparto economico e ripartire la ripresa.

Sul Lupo cosa si fa? Si continua ad investire in Commissioni tecniche e scientifiche, in studi sul comportamento, sulle dinamiche delle popolazioni, monitoraggi, tesi gestionali, etc. etc., in pratica tanta carta portata da tecnici e luminari che il più delle volte il lupo in natura forse neanche lo hanno visto mai, e poi? Quali interventi? Solo una montagna di chiacchiere comprese quelle di buona parte di un mondo animalista ed ambientalista che fino ad ora non ha prodotto soluzioni. Se invece si va ad intervistare  un comunissimo contadino ed allevatore che vive da generazioni tra ambiente rurale e selvatico ti dà subito la soluzione. E’ chiaro e necessario  che bisogna avere in mano dati certi per pianificare e programmare interventi gestionali e quindi è importante la sinergia di chi studia sui libri e di chi non studia sui libri ma vive la realtà.

Un’altra cosa che ritengo una vera favola è la certezza di quanti lupi sono presenti sul nostro territorio, di fatto chi si occupa di monitoraggi faunistici sa perfettamente che  i conteggi sono sempre sottostimati. Per monitorare e censire il lupo data la sua estrema elusività, gli ambienti forestali impervi e spesso inaccessibili in cui vive, è uno dei mammiferi più difficili da censire. Tra i metodi diretti abbiamo senz’altro quello dell’ululato indotto (wolf-howling), i conteggi di tracce sulla neve, i conteggi tramite telemetria e il foto trappolaggio, ma anche stime tramite escrementi e/o tracce. Poi abbiamo i metodi indiretti quali comparazioni di indici di abbondanza tra zone e periodi diversi. Mi sembra talmente ovvio che in quelle aree impervie ed inaccessibili di montagna dove per metterci piede devi farti calare da un elicottero, non puoi avere certezze e mi sembra difficile poi che  qualche luminare possa sentenziare  che li sono presenti solo due o tre lupi oppure non ci sono, etc. etc.

Entrando nel merito in riferimento alla storiella dei tantissimi cani randagi che si ibridano a lupi oppure i tanti cani  randagi rinselvatichiti vaganti in territori selvatici, evidentemente chi porta avanti questa tesi irreale lo fa per sminuire il problema lupo. Mi sembra di vederlo questo randagiotto meticcio vagare per impervie montagne e vallate alla cerca di sostentamento con prede e/o di compagni lupi con cui fare coppia e branco. Di fatto il cane randagio o rinselvatichito in un sistema naturale è solo un competitore alimentare  e  stante l’enorme presenza di lupi in determinati ambienti e luoghi se  entrano  malauguratamente nel territorio di un branco di lupi, i cani randagi o rinselvatichiti vengono subito  cacciati via o meglio diventano preda dei lupi e quindi selezionati all’istante. Al contrario i cani randagi sono soliti vagare a ridosso delle aree antropizzate/urbanizzate, in quanto qui possono sfruttare al meglio il loro comportamento da opportunista, ma fuori da questo ambiente sono solo prede.


Problema Lupo:  vorrei ricordare  che il Lupo è inserito come specie particolarmente protetta nella Legge Quadro 157/92 e Leggi regionali di recepimento, tutelato dalle norme Comunitarie e tutelato da Leggi internazionali compresa la Convenzione di Washington. A fronte di questo attuale quadro giuridico le Amministrazioni,  anche se volessero, non potrebbero materialmente operare nessun tipo di controllo sulla specie per i motivi di cui sopra. Non è possibile farlo. Altro discorso sono gli interventi di controllo sugli ibridi e sui cani randagi rinselvatichiti. Però diciamo subito l’enorme difficoltà di controllare tramite abbattimento e verificare (prima dello sparo) se quel determinato canide molto somigliante fenologicamente ad un lupo, sia un ibrido od un soggetto puro, e questo è verificabile solo con un esame del DNA e quindi in questo caso prima dovrebbe essere catturato e poi eventualmente abbattuto se ibrido, se invece puro liberato.  Altro caso se invece dovessimo riconoscere all’istante da lontano che è un canide meticcio, quindi si potrebbe operare l’eventuale  abbattimento.  Ma ecco che entra un altro freno legislativo, infatti i cani meticci o loro ibridi, etc. etc. sono tutelati dalle Leggi sul benessere degli animali d’affezione e relative Convenzioni Internazionali, in Italia non è più possibile abbattere i cani o i loro ibridi, infatti si incorre in sanzioni di carattere amministrativo che penale (come per il lupo).  Quindi anche in questo caso le Amministrazioni sono impossibilitate ad effettuare dei controlli tramite abbattimenti, tutt’al più catture e ricovero presso canili, sterilizzazione dei soggetti: un costo per la collettività.  

Fatta tutta questa premessa l’unico sistema per salvare il lupo da atti di bracconaggio è pagare istantaneamente il danno diretto ed indiretto agli allevatori che subiscono, senza lunghe ed esasperanti trafile burocratiche;  attivare con incentivi tutti i sistemi dissuasivi che si conoscono, compreso i cani da pastore, di razze adatte ed in grado di tenere lontani i lupi nel panorama cinofilo ufficiale ce ne sono molte, ci sono razze che basta un soggetto per tenere a bada tre quattro lupi contemporaneamente. Questi semplici interventi sanerebbero di moltissimo il conflitto sociale che si sta vivendo, con buona pace degli ambientalisti, con la soddisfazione degli allevatori che vedrebbero risarciti e quindi tutelati dal punto di vista economico e quindi di impresa. Infine ma non per ultimo ne gioverebbe il lupo.

Però è chiaro ed indiscutibile che con il passare del tempo i lupi aumenteranno sempre più in virtù del fatto che ormai le popolazioni di  ungulati in Italia sono esplose, e come tutte le cose naturali, i predatori aumentano in relazione all’aumento delle prede, a maggior ragione della facilità di predare anche animali domestici da fattoria.
Quindi il problema del controllo diretto sia del lupo ma anche dell’ibrido o cane rinselvatichito dovrà in ogni modo essere affrontato in un prossimo futuro, volente o nolente. Ma prima vanno cambiate le leggi e la specie lupo declassata a specie non particolarmente protetta, come anche cambiate le leggi sugli animali d’affezione cui rientra a pieno titolo la specie cane randagio vagante rinselvatichito.

 
 
Stefano De Vita
 
Due esempi di cani da pastore sui lupi di qualche anno fa:
 

 

 
 

 

 

Stefano De VitaStefano De Vita, classe 1958, ama definirsi un selvatico solitario che è riuscito a concepire il proprio stile e filosofia di vita usufruendo dei frutti che gli da la natura: con  la caccia, la pesca e tutto quello che produce la terra, praticando da anni insieme la moglie Laura una vita basata sull’autosostentamento e l’autosufficenza, riciclando il più possibile, che siano oggetti o che siano prodotti naturali.  Ha fondato associazioni e gruppi di ricerca scientifica ornitologica e autore di numerosi articoli su caccia, pesca, zootecnia, cinofilia, gestione faunistica. Allevatore di Springer Spaniel Inglesi e Bassotti Nani Pelo Duro. (Vedi i profilo su Amici di Bighunter).

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14 commenti finora...

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

bravo sniper!!

da wolf  21/04/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

il problema e che il lupo vogliono gestirlo in pochi e non arrivano a niente (o a poco). per gestire il lupo ci vuole anche l'aiuto dei cacciatori, anche se non ci vogliono, cioè un esercito di persone attrezzate che lavora gratis(macchine 4x4, binocoli, esperienza, conoscenza dei luoghi, ecc) come facciamo già per caprioli, cervi e daini

da sniper 2  30/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Io abito in una vallata del Mugello. Ieri sera sentivo ululare da tre punti diversi. Mi sono detto: qua siamo circondati.....possibile che una cosa simile non sia sotto il controllo di nessuno? LA MIA E' SOLO UNA IMPRESSIONE PERSONALE.

da Amerino  29/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Il lupo era un problema già risolto! ma adesso lo abbiamo riproposto per la gioia di qualcuno che vive in una realtà appannata dall'ipocrisia!

da daniele  04/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

A volte mi sorprendo di come le usanze umane si somiglino a dispetto delle distanze. Un tempo dalle mie parti, dopo aver ucciso una volpe in inverno, si faceva il giro delle cascine a mostrarla per avere qualche uovo.

da Ezio  03/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

in un paese normale , non saremmo qui a parlare del lupo......

da cacciaforever  03/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

tutta questa manfrina per difendere l'indifendibile... il lupo va gestito con cervello. Gli allevatori vanno tutelati ( soprtautto perchè la terra sarà l'unica fonte di reddito per l'Italia nei prossimi venti anni) senza finanziamenti a pioggia tipici italiani che arrivano a destinazione solo il 10% il resto rimane in giro per gli uffici burocratici ... per me il lupo è solo un sistema per far far soldi ai soliti noti ... soldi dei contribuenti ovviamente non delle tessere dei partiti o associazioni ambientaliste e venatorie.

da Lupus  03/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Per la gioia di grandi e piccini, si intende

da Matteo Renza  02/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Per la gioia di grandi e piccini, si intende

da Matteo Renza  02/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Ai sensi dell’art. 18, comma 3, legge 157/92, tenuto conto dell’incremento numerico della specie Lupo in Italia, disporrò variazioni dell’elenco delle specie cacciabili, inserendo il lupo tra le specie cacciabili.

da Matteo Renza  02/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Se conosci la legge sulla caccia non faresti questo inutile commento

da stefano de vita  01/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Signor de Vita ci spieghi, per favore, dove prendere i soldi per pagare i danni diretti e indiretti causati dal lupo. Forse dal suo stipendio?

da Mauro  01/03/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Molto brevemente,irrisolvibile così come tutti problemi italici.Le nostre capacità e l'innata arguzia ci consentono di crearli i problemi,per le soluzioni lasciamo fare ad altri.

da vince50  26/02/2014

Re: IL LUPO: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?

Stefano da come e cosa scrivi si intuisce...o almeno per me è così...che sei una persona troppo limpida, onesta e pratica, priva di secondi fini, per per far parte di questo "sistema" senza che il fegato si riduca in poltiglia. E non hai idea di quanto io ti capisca e condivida le tue parole! Tieni sempre presente però che qui se un problema viene risolto con limpidezza, onestà e praticità, poi come si farà a mantenere per anni o decenni poltrone superpagate di quelli che invece fanno dell'astrusità, quando va bene solo quella, un motivo d'esistenza??

da Ezio  26/02/2014
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