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15/11/2013 

Premio Hitler Giulia Corsina e Massimiliano Filippi L’anno scorso ero incuriosita dall'iniziativa del “Premio Hitler” organizzata da Federfauna e sono andata a vedere di cosa si trattava: un’iniziativa molto forte che voleva condannare certi atteggiamenti animalisti assimilabili a quelli nazisti.

Che uno dei rari casi documentati di Sperimentazione Umana senza consenso sia avvenuto durante la Germania nazista non è una forzatura, ma un fatto storico.
Che giornalmente in rete animalisti propongano di sperimentare sui detenuti e sui prigionieri è un altro dato di fatto (nel buon nome di Beccaria, illuminista italiano conosciuto per il suo capolavoro “Dei delitti e delle pene”, che si rigira angosciato nella tomba).

L'opinione del Nazismo sugli animali rifiutava la prospettiva antropocentrica: la tutela degli animali era fine a se stessa e non agli interessi umani. Durante la Germania nazista era importantissima la tutela dei diritti degli animali: Hermann Goering, uno dei principali vertici politici del tempo, animalista convinto, lottò strenuamente affinché la sperimentazione animale fosse vietata nello Stato e il 24 novembre 1933 fu varata la prima legge al mondo a favore degli animali, detta “Tierschutgesetz”, e la sperimentazione animale venne quasi del tutto abolita.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nei lager nazisti, i deportati furono utilizzati come cavie anche per esperimenti crudeli (per esempio: verificare la resistenza umana a condizioni estreme), che in alcuni casi erano riconducibili anche alla perversione del medico.

A conflitto finito ci fu un processo contro i medici tedeschi che avevano praticato le sperimentazioni sui prigionieri dei lager di Auschwitz, Birkenau e di altri campi di concentramento, e vennero condannati per crimini contro l’umanità. In quell'occasione venne emanato il Codice di Norimberga (1947), che sta alla base del concetto di "consenso informato", grazie al quale gli uomini possono essere sottoposti a sperimentazione solo se consenzienti.

Un'altra interessante questione da valutare sono le tecniche di propaganda operate dagli animalisti estremisti che presentano diverse analogie con la propaganda nazista ideata da Goebbels, dove sono similari non solo gli aspetti teorici, ma anche gli effetti: slogan semplicistici, ripetitività (ripeti una bugia cento, mille, un milione di volte e diventa realtà), la creazione del “mostro”.
La creazione di un “mostro”, di un nemico, è un fattore molto importante per la coesione del movimento.
I nuovi mostri sono i ricercatori, i macellai, gli allevatori e quelli come me che a fronte dei propri studi difendono la ricerca e sostengono l’utilità e l’imprescindibilità attuale della sperimentazione animale.
Io, che sono pure studentessa di medicina veterinaria, sono stata personalmente etichettata come “sadica assassina”, “ricercatrice assatanata”; girano mie foto nel web, in alcune pagine animaliste, circondate da immagini anacronistiche di animali squartati e accompagnate da slogan pesanti, scritti a caratteri cubitali in rosso sangue, proprio da manuale, come insegnerebbe lo stesso Goebbels.

Certo, quello che successe in quegli anni è di una gravità inammissibile e ineguagliabile, ma trovo incomprensibile il tabù secondo il quale non si può nominare, non si può citare o non si può paragonare il periodo storico nazista, e i suoi protagonisti, per atti comunque inammissibile anche se ovviamente di minore entità rispetto all'efferatezza che il nazismo ha rappresentato.

Quando quotidianamente vedo nelle pagine pro-ricerca che gestisco estremisti che minacciano, che propongono di abolire la sperimentazione animale a scapito di detenuti, non posso fare altro che pensare a quello che è successo mentre Hitler era al comando.
Se una persona mi chiama “mostro” per quello che secondo lui rappresento, lo dico senza problemi, per me questa persona è stata vittima di una propaganda identica a quella nazista

Se vogliamo portare dei confronti vergognosi che sono stati fatti con quell'epoca, basta che visitiamo l’Olocausto Animale e pagine simili, dove vengono associate le immagini dei cadaveri dei lager con quelle delle carcasse dei suini ammassati dopo uno stamping out o dopo un’epidemia.

Altri esempi condannabili sono il confronto tra quello che subivano i deportati dei lager che facevano da cavie e la sperimentazione animale praticata nei giorni nostri.
Quello che successe in quegli anni non ha nulla a che vedere con quello che succede oggi nei laboratori alle cavie impiegate a fini sperimentali, che sono tutelati da leggi molto stringenti, come il d. Lgs 116/92 e la Direttiva 2010/63/UE sono all'avanguardia e sono il risultato del compromesso tra l’osservazione del benessere animale e le necessità della ricerca.

Quello sì, sono paragoni vergognosi che andrebbero condannati.

Istituire il premio Hitler per gli animalisti estremisti da parte di Federfauna è stato irrispettoso? E' una provocazione che poteva essere evitata? Può darsi.
Sicuramente è un paragone contestualizzato, un messaggio forte che fa ricordare che il Reich all'epoca non si è palesato all'improvviso.

Bisogna ricordare che il nazismo è stato innanzitutto sociale e solo successivamente militare, per questo ritengo che non sia così sbagliato ricordare quel periodo buio quando emergono manifestazioni di “nazismo sociale”.
 
Nella foto, io, Massimiliano Filippi di Federfauna e il Premio Hitler
 
Giulia Corsina (studentessa all'ultimo anno di veterinaria)

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12 commenti finora...

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

Infatti questi personaggi pensavano a tutelare solo gli animali, ma poi mandavano a morire in situazioni orribili migliaia di persone..........Condivido le parole di Gino cui sopra, come tutti gli integralismi nascono da menti esaltate e distorte, poichè solo il ragionamento e il buon senso deve essere il mezzo con il quale si affrontano le cose, da quelle piu' importanti a quelle di svago come può essere un'attivita' all'aria aperta come la caccia.... Se la cultura rurale, le tradizioni, quella cultura popolare legata a questo mondo , e che non si studia sui libri di scuola fosse trasmesa ai giovani e giovanissimi forse non assisteremmo a tanti fenomeni di degrado, o autodistruttivi dei nostri ragazzi e le "suggestioni" le cercherebbero in 'alba al capanno con i loro colori, i loro suoni, i loro odori, o in una ferma del cane su un selvatico, ammirando quello che di piu' vero e straordinario esiste.... LA NATURA....

da bottaccio 62  31/12/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

IL PREMIO HITLER E'AZZECCATISSIMO COMPLIMENTI ALLO STAFF.
E BUON NATALE E FELCE ANNO A LORO E A TUTTI I CACCIATORI.
MA QUESTO da morais, cosa vuol dire?.

da FRANCO  20/12/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù


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da morais  20/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

brava Giulia...anche a me è piaciuto molto !!

da colombaio senese  20/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

Io invece ritengo che Giulia abbia scritto un interessante articolo e con la caccia centra eccome tutto ciò seppur non sia la caccia il tema trattato dall'articolo. Tutto ciò che riguarda l'animalismo ci dovrebbe riguardare. O forse ci dimentichiamo che gli animalisti, specialmente i più estremisti per non dire i più "patologici", attuano una vera e propria, usando il paragone nazismo/animalismo, "campagna antisemita", nel nostro caso più corretto dire "antivenatoria" nei nostri confronti? Dunque come ha detto bene agostino, le conseguenze della dottrina animalista coinvolgono la caccia e anche il resto e le forme utilizzate sono effettivamente quelle che ha ben descritto Giulia Corsina ripeto nel suo articolo per "indottrinare" le menti ignoranti all'animalismo, animalismo della peggiore specie fra le altre cose, in quanto a mio parere non si tratta di animalismo inteso come semplice forma di pensiero che prevede la tutela giuridica ed etica dell'animale quindi con riguardo al benessere animale laddove non sufficientemente tutelato, ma animalismo intenso come antropomorfizzazione dell'animale, come sostituzione della visione antropocentrica dell'uomo a quella dell'animale, dove la vita dell'animale vale quanto o più quella dell'uomo. Poi non ne parliamo quando si arriva a forme totali di fanatismo integralista e intransigente di animalismo che è pura follia. L'animalismo in sé non è un'ideologia negativa, ma lo diventa laddove non solo esso contrasta l'attività dell'uomo e sostituisce l'uomo all'animale, ma laddove esso diventa una sorta appunto di dottrina da imporre, sfacciatamente o subdolamente, nelle menti "ignoranti". Quindi se uno ci pensa innanzitutto è geniale l'iniziativa del Premio Hitler di Federfauna ed è estremamente interessante e ben scritto l'articolo proprio perché fa capire, attraverso le dovute analogie (lasciando perdere per un momento il fatto che Hitler è stato il primo politico animalista della storia comtemporanea che è un dato di fatto e non fantasie) come l'animalismo nostrano, quello "patologico" come lo chiamo io, sia pure pericoloso specialmente per chi si lascia influenzare e chi appoggia l'idee animaliste in tematiche importanti come può essere anche la salute umana, nel caso della sperimentazione umana.

da Big_H_Tony  18/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

dal mondo ambientalista sono nati anche pericolosi terroristi...dai cacciatori mai uno!

da Gino  18/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

@Ezio: e sei stato fortunato che si son limitati a scrivere, di norma si spingono oltre, 'sti bastardi...

da 100%cacciatore  17/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

Qui non è solo caccia.Le conseguenze della dottrina animalista ne vanno ben oltre...e per certi versi si notano delle analogie con il pensiero nazional-socialista dell'epoca.
E' chiaro che per le persone,che la loro vita è per lo più cittadina,la cosa è del tutto indifferente,ma per me e tanti come me che hanno vissuto e vivono in pieno la bellezza e il sacrificio della vita rurale conta eccome.
E tutto quello che stanno facendo sia per contrastare la caccia che tutto il resto è una violenza (mediatica) bella e buona,senza sapere(e qui va messo in risalto la loro più totale incompetenza)il danno che fanno sia all'ambiente che agli animali stessi.

da agostino  17/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

Oggi al ritorno dalla battuta di caccia ho trovato le seguenti scritte sul vetro impolevarto della mia auto:" NO CACCIA - CACCIATORE ASSASSINO" ... Vi ricorda qualcosa??!!

da Ezio  17/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

come diceva Vasco, "e brava Giulia!".

da 100%cacciatore  16/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

Effettivamente con la caccia,nel più profondo del suo significato,ha poco a che fare,ma in un contesto dove il cacciatore è paragonato ad uno sterminatore senza coscienza le cose cambiano,e anche di molto. Il discorso comunque non è solo incentrato su Norimberga,ma sui paradossi che gravitano attorno alla " fiolsofia animalista" odierna,e quella propinata durante il nazismo. Il primo paradosso risiede proprio nel termine " filosofia" che significa " amore per il sapere",ma di questo amore per il sapere gli animalisti non ne voglio ( appunto!) sapere. Partendo da questo concetto tutto il resto ne è una conseguenza. Il mondo animalista e la sua scriteriata filosofia,non se la prende solo con i cacciatori,ma con tutte quelle persone che ,a loro dire, esercitano abusi di poteri su animali che non si possono difendere. Ed è qui che entra in gioco il " sapere"..ma questo per gli animalisti e i loro accoliti,sembra sia un argomento che non vogliono trattare. Complimenti a Giulia per l'articolo,mi è piaciuto molto.

da enzo972  16/11/2013

Re: Premio Hitler: Come ridurre un periodo storico a tabù

Ma cosa c'entra tutto 'sto pippone su Norimberga col fatto di amare la caccia.....

da ulrico  16/11/2013
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